CONSOB LAS VEGAS - L'EX COMMISSARIO PEZZINGA SVELA AL PM ORSI CHE SOLO L'ULTIMO GIORNO DEL SUO MANDATO E' STATO MESSO AL CORRENTE DI COME IN CONSOB SI STESSERO SCANNANDO SULLA FUSIONE UNIPOL-FONSAI. COSI’ L’OPERAZIONE PASSO’

Luigi Ferrarella per ‘Il Corriere della Sera'

La Consob, autorità indipendente per il controllo della trasparenza ed efficienza della Borsa, in origine aveva un presidente e 4 commissari, che il decreto "salva Italia" del governo Monti ridusse a 2. Ma dal 13 dicembre 2013 la Consob funziona solo con il presidente Giuseppe Vegas e un commissario (Paolo Troiano), visto che la Presidenza del Consiglio da 6 mesi non ha ancora provveduto a nominare il secondo commissario dopo che Michele Pezzinga è scaduto il 13 dicembre 2013.

Cioè proprio il giorno in cui, addita Pezzinga al pm Luigi Orsi, la Commissione venne finalmente messa in condizione di esaminare una nota tecnica del 4 novembre 2013: quella pudicamente definita «dicotomica» perché conteneva le divergenti valutazioni dentro Consob tra l'ufficio Divisione Mercati guidato da Angelo Apponi (per il quale era tutto a posto nella stima del valore dei prodotti derivati di Unipol) e l'ufficio Analisi Quantitative guidato da Marcello Minenna, che invece «riscontrava tra i 592 e i 647 milioni di euro di differenziale negativo di fair value rispetto ai valori comunicati da Unipol».

Una contrapposizione - tra il presidente Vegas e il funzionario Minenna - talmente accesa da lasciarne tracce di sponda in alcune intercettazioni della Procura di Roma in una inchiesta sul porto di Ostia, trasmesse ora per competenza a Milano.

«L'aspetto sconcertante della vicenda - lamenta Pezzinga a proposito della gestione del presidente della Consob e del direttore generale Gaetano Di Capua - è che noi commissari non siamo stati mai coinvolti» e «vorrei sottolineare quanto sia anomalo, nell'ambito del corretto funzionamento dell'organo collegiale, non portare all'attenzione dei commissari una corrispondenza così delicata, al fine di metterli nelle condizioni di valutare e decidere che tipo di riscontri fornire alle richieste di collaborazione provenienti da altre Autorità amministrative o dall'Autorità giudiziaria.

Parlo a titolo personale, ma conoscendo bene anche il commissario Troiano, dubito fortemente - aggiunge Pezzinga - che, se fossimo stati informati tempestivamente dello stato di avanzamento dell'analisi e delle richieste ricevute, avremmo avallato risposte così evanescenti», e un tipo di procedura in sé già destinata a produrre «l'esito fuori tempo massimo per l'autorizzazione dell'Ivass» (l'ente di controllo delle assicurazioni), «per la fissazione dei concambi e per l'approvazione delle delibere di fusione, oltre che per eventuali interventi ipotizzati dalla Procura di Milano».

Pezzinga, «esasperato perché il collegio nulla sapeva delle richieste informative inviateci dalla Procura» a partire dal 4 luglio 2012 «e di cui parlavano alcuni giornali», quel 13 dicembre 2013 rimarca: «Vorrei lasciare a verbale anche tutto il mio più vivo disappunto per le modalità con cui l'istruttoria è stata coordinata dal direttore generale, e per i tempi biblici di attesa di questa relazione in Commissione». E nel mirino Pezzinga mette anche talune giustificazioni fornite proprio dal presidente Vegas: «Mi sono appuntato un passaggio che ha suscitato le mie perplessità» in quanto una determinata sua affermazione «non appare corretta sulla base della mia successiva lettura delle carte» finalmente disponibili.

Allo stesso modo, quando «il direttore generale» Di Capua «ha rivendicato la saggezza della decisione» e «si è inoltre assunto le responsabilità di tale decisione, a suo dire nell'interesse superiore della Commissione», per Pezzinga lo ha fatto «sulla base di considerazioni facilmente smentibili alla luce delle proposte avanzate da alcuni degli uffici coinvolti, che io stesso avrei condiviso da tempo se solo ne avessi avuto la possibilità».

Il risultato - per Pezzinga che infine voterà contro, mentre Troiano si asterrà e la deliberà passerà con il solo voto di Vegas - è che nell'ultimo suo giorno in Consob si trova a dover esaminare la questione «con il rischio che qualsiasi eventuale richiesta di supplemento istruttorio possa essere esaudita solo dopo la scadenza del mio mandato. Comprendo e condivido pertanto le deplorazioni del commissario Troiano il 9 dicembre 2013 su questo specifico punto, ma le collego alle mie perplessità iniziali su come sia potuto accadere che una relazione così delicata ed importante, sollecitata da mesi, ci venisse consegnata solo pochi giorni fa, per una delibera da assumere proprio nell'ultimo mio giorno di presenza».

Nel merito, già si intuisce quanto sarà complicato per i pm addentrarsi nella stima di quei titoli strutturati: «Tutte le giustificazioni presentate dal dott. Apponi nella sua relazione, che in larga misura riprendono quelle già addotte da Unipol a difesa del suo operato, non mi sembrano conferenti - è l'impressione di Pezzinga -.

Mi appare risibile che un investitore professionale quale Unipol decida di sottoscrivere un'intera emissione per 350 milioni di euro nominali, in seguito le attribuisca un valore di bilancio vicino al mezzo miliardo, e affermi di non averne capito o conosciuto le caratteristiche o la struttura fino a quando Barclays anni dopo non le ha trasmesso apposita documentazione aggiuntiva».

Consob, in una nota, ieri sera ha invece ribadito che la valutazione degli strumenti finanziari strutturati nel portafoglio di Unipol «è stata oggetto di un'analisi approfondita», rispetto alla quale «eventuali divergenze di opinione su un tema eminentemente tecnico e caratterizzato da una significativa discrezionalità, come la valutazione degli strutturati», rientrerebbero «nella fisiologia delle dinamiche di un organo collegiale».

 

 

Giuseppe Vegas e Pellegrino Capaldo giuseppe vegas giuseppe vegas giu tremontiALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTICARLO CIMBRI jpegLUIGI ORSIMichele Pezzinga

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...