
ORA TOCCA A GENERALI - LA QUOTA DEL 13,1% DEL GRUPPO ASSICURATIVO CONTROLLATA DA MEDIOBANCA FINISCE NELL’ORBITA DI CALTAGIRONE E DEI DEL VECCHIO, IN QUANTO AZIONISTI DI MPS-MEDIOBANCA E ANCHE SOCI DI RILIEVO DI GENERALI CON IL 6,9 E IL 10% DEL CAPITALE - IN TOTALE, LA CORDATA VINCENTE POSSIEDE IL 30% CIRCA DI GENERALI, BEN OLTRE LA SOGLIA DEL 25% CHE RENDEREBBE OBBLIGATORIA L’OPA - CALTA E DEL VECCHIO SI SONO FIN QUI MOSSI IN MODO DA NON INCIAMPARE NELL’ACCUSA DI UN POSSIBILE “CONCERTO” TRA LORO, CHE, SE DIMOSTRATA, LI COSTRINGEREBBE A FARE UN’OPA SUL RESTO DEL CAPITALE DI GENERALI - QUESTO È UN TEMA CHE NEI PROSSIMI MESI FINIRÀ SICURAMENTE SUL TAVOLO DELLE AUTORITÀ DI CONTROLLO, A COMINCIARE DALLA CONSOB, SI VEDRÀ CON QUALI ESITI…
francesco gaetano caltagirone giorgia meloni
Vittorio Malagutti per Domani – Estratto
Fin d’ora però si può dire che il successo dell’operazione annunciata a fine gennaio e partita in Borsa sei mesi dopo, disegna nuovi equilibri di potere nell’alto dei cieli della finanza italiana.
Cala il sipario su quella che un tempo veniva definita “galassia del nord” (e prima ancora “salotto buono”). Mediobanca, già abbondonata al suo destino anni fa dalle grandi famiglie del capitalismo nazionale, ha tentato di rinnovarsi sotto forma di public company, conservando però in portafoglio il gioiello delle Generali, polo finanziario di importanza strategica per il sistema paese.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
Con la conquista di Piazzetta Cuccia, la quota del 13,1 del gruppo assicurativo controllata dalla banca d’affari, finisce nell’orbita di Caltagirone e dei Del Vecchio, in quanto grandi azionisti di Mps-Mediobanca e anche soci di rilievo di Generali rispettivamente con il 6,9 e il 10 per cento del capitale.
In totale, quindi, la cordata vincente possiede il 30 per cento circa dell’assicurazione triestina, ben oltre la soglia del 25 per cento che renderebbe obbligatoria l’opa. Caltagirone e Del Vecchio si sono fin qui mossi in modo da non inciampare nell’accusa di un possibile “concerto” tra loro, che, se dimostrata, li costringerebbe, in base alle norme vigenti, a fare un’offerta in Borsa sul resto del capitale di Generali.
Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri
Questo è un tema che nei prossimi mesi finirà sicuramente sul tavolo delle autorità di controllo, a cominciare dalla Consob, si vedrà con quali esiti. Intanto però nel breve termine al vertice di Mediobanca sta per prendere il via il cambio della guardia con l’uscita di scena del gruppo dirigente guidata dall’amministratore delegato Alberto Nagel, al timone del gruppo dal 2007.
Il prossimo 18 settembre è in programma una riunione del cda di Piazzetta Cuccia che, oltre a convocare l’assemblea di fine ottobre (forse il 28, ma non è detto), prenderà atto dei risultati dell’ops che ha consegnato al Monte dei Paschi il controllo della banca d’affari.
Con ogni probabilità, quindi, i 15 amministratori ora in carica si presenteranno dimissionari di fronte all’assemblea e toccherà a Mps scegliere chi gestirà l’istituto, primo atto della nuova vita di Mediobanca, nel segno di Caltagirone, Del Vecchio e la benedizione di Giorgia Meloni.