IL DECLINO DELL’IMPERO AMERICANO - IL PRODOTTO INTERNO LORDO USA CRESCE DI APPENA LO 0,1% NEL PRIMO TRIMESTRE. ORMAI E' CERTO: CINA PRIMA ECONOMIA MONDIALE – PERCHE’ PECHINO MINIMIZZA IL "SORPASSO"

Francesco Semprini per ‘La Stampa'

Tutto in meno di 24 ore. Gli Stati Uniti chiudono questo primo scorcio del 2014 incassando una serie di novità, che ripropongono incertezze e interrogativi sugli orizzonti economici del Paese. Il fulmine a ciel sereno giunge nella prima mattina, con la pubblicazione del Pil relativo al primo trimestre, che segna un rialzo di appena lo 0,1%. Gli analisti avevano previsto una flessione causata dal maltempo, ma non così pronunciata.

Anche perché l'economia aveva messo a segno un rialzo del 2,6% nell'ultimo trimestre dell'anno, mentre nella seconda metà del 2013 il Pil aveva registrato un +3,4%. Si tratta della performance più debole dal quarto trimestre 2012, e ben al di sotto del +2% registrato in media dalla fine della recessione. Il bollettino del governo sembra far sponda con il dossier della Banca mondiale che decreta l'ormai certo sorpasso della Cina sugli Usa nel 2014, sulla base del «Purchasing power parity», indicatore considerato di massima affidabilità.

L'economia del Dragone è passata dal 43% di quella Usa del 2005, all'87% nel 2011 per accelerare negli ultimi tre anni del 24% rispetto al 7,6% americano. La Cina in sostanza cresce più degli Usa e questo le ha permesso di strappar loro il primato che detenevano dal 1872, e per di più con un lustro di anticipo dal 2019, data stimata per il sorpasso nel precedente rapporto. L'impero americano paga la maturità e gli effetti della crisi, anche se la cautela è d'obbligo.

Guardando il Pil, ad esempio, emerge che la maggiore contrazione è stata quella delle esportazioni (-7,6%), spiegata dagli analisti come conseguenza del calo della domanda in Europa ma soprattutto in Asia e Cina in particolare, proprio perché anche il Dragone sta a sua volta rallentando. Nonostante la morsa di gelo che ha tenuto in scacco gran parte degli Usa, inoltre, si nota che i consumi hanno tenuto al +3%, con la flessione nella domanda di beni bilanciata dal rialzo di quella dei servizi come il riscaldamento per le case. Inoltre, man mano che ci si è allontanati dai giorni più rigidi, la crescita ha ripreso a ritmi «organici».

Al netto dell'export quindi, il dato sul Pil è viziato da «stagionalità», e la sua lettura non deve essere così pessimistica, come confermano i rialzi di Wall Street e la decisione della Fed di proseguire il «tapering». Il Fomc ha ridotto di altri 10 miliardi, a quota 45 miliardi, gli aiuti all'economia, mantenendo i tassi invariati tra lo 0 e lo 0,25%, e ribadendo l'impegno per una politica monetaria «altamente accomodante». Barack Obama ha ribadito che farà di tutto «per rafforzare la crescita e la creazione di posti di lavoro». Il Presidente ha assicurato che si batterà con forza per l'aumento del salario minimo: un messaggio a Capitol Hill nel giorno in cui il Senato non è riuscito a raggiungere il quorum di voti necessario ad alzare le retribuzioni base a 10,10 dollari l'ora rispetto ai 7,25 attuali.

2. PECHINO MINIMIZZA "SORPASSO" PIL SUGLI USA
Ansa.it

La Cina e' tutt' altro che felice di essere stata dichiarata la prima economia del mondo e ha espresso dei dubbi sulla metodologia usata dall' International Comparison Program (Icp), il gruppo di studio patrocinato dalla Banca Mondiale che la scorsa settimana ha dato lo "storico" annuncio.

Lo scrive oggi il Financial Times, il quotidiano britannico che ha pubblicato per primo i risultati dello studio dell' Icp. I cinesi, ha detto al giornale uno degli economisti che hanno stilato il documento, "non vogliono essere visti come il 'numero uno'. Sono preoccupati per le implicazioni politiche con gli Usa...ci hanno implorati e minacciati per un anno intero...la Cina lo odia (il documento che la proclama prima economia del mondo)".

I commenti ufficiali di parte cinese al documento dell' Icp, secondo il quale le dimensioni delle economie della Cina e di altri Paesi emergenti sono state sottostimate, sono stati scarni.

I media, che in Cina sono tutti controllati dal governo, non hanno dato risalto al "sorpasso", una circostanza strana se si tiene conto della martellante propaganda "patriottica" diffusa da giornali, televisione e siti web. Economisti degli istituti governativi cinesi hanno sottolineato in commenti e interviste che, se si considera il reddito procapite, la Cina è ancora un Paese relativamente povero.

 

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