DOPO L'ISPEZIONE DELLA BCE, POSSIBILE UN NUOVO AUMENTO DI CAPITALE ALLA POPOLARE DI VICENZA - L’ISTITUTO HA CHIUSO IL 2014 CON 760 MILIONI DI PERDITE DOPO LA PESANTE PULIZIA CONTABILE IMPOSTA DALLA VIGILANZA
La Banca Popolare di Vicenza apre i cantieri per la trasformazione in spa e per la quotazione a Piazza Affari. L'annuncio è stato dato ieri dallo stesso istituto veneto dopo che il cda, anche a seguito della delibera del 30 giugno che ha accertato il superamento della soglia degli 8 miliardi di attivi, ha dato mandato al consigliere delegato e direttore generale Francesco Iorio «di dare corso alle attività necessarie».
Non solo. Iorio dovrà anche effettuare «tutti gli accertamenti più opportuni per un'adeguata ricognizione degli assetti patrimoniali della banca anche alla luce degli esiti della ispezione Bce appena conclusa, esiti che saranno formalizzati da quest'ultima». Tradotto: forse serve un nuovo aumento di capitale dopo quello da un miliardo del 2014.
Dei risultati degli ulteriori accertamenti avviati dagli ispettori della Banca Centrale e del conseguente fabbisogno patrimoniale aggiuntivo, «si darà conto, ove possibile, nella relazione semestrale al 30 giugno 2015», sottolineano da Vicenza che ha chiuso il 2014 con 760 milioni di perdite per effetto della pesante pulizia contabile imposta dalla Vigilanza.
Dopo aver dato mandato a Mediobanca di valutare le dinamiche di consolidamento in atto nel mondo bancario, il cda lo scorso marzo aveva approvato un piano industriale con l'obiettivo di ottenere un utile netto di 313 milioni nel 2019 (e 201 milioni nel 2017).
GIOVANNI ZONIN P BANCA POP VICENZA
Il Consiglio ha intanto ritenuto la Borsa il percorso «più idoneo e coerente» anche per rispondere alle esigenze dei soci in merito alla negoziabilità e liquidabilità delle azioni». Il board ha inoltre cooptato l'ex manager di Finmeccanica, Alessandro Pansa, che secondo alcuni osservatori potrebbe ricoprire in futuro nuovi incarichi all'interno della banca, magari con l'addio del presidente Gianni Zonin. Sempre ieri, anche l'eterna promessa sposa della Vicenza, ovvero Veneto Banca, ha confermato il superamento degli 8 miliardi di attivo e si prepara a deliberare «con tempestività» le modifiche statutarie per diventare una spa.