1- INFORMAZIONE SOTTO UN TRENO: I GIORNALISTI CHE HANNO STROMBAZZATO MERAVIGLIE SULL’ORIENT EXPRESS AVREBBERO POTUTO CHIEDERSI DOVE TROVERÀ MOINTEZEMOLO I 100 MILIONI PER ACCODARSI ALL’OPA DA 1,9 MILIARDI LANCIATA DALL’AMICO RATAN TATA 2- LA DOMANDA È TROPPO IMPERTINENTE E TUTTA LA STAMPA HA PREFERITO BATTERE LE MANI EVITANDO DI SOTTOLINEARE CHE 100 MLN RISPETTO A 1,9 MILIARDI SONO BRUSCOLINI 3- CORRE VOCE CHE DIETRO IL FONDO CHARME DI LUCHINO (LUSSEMBURGHESE, MA NON COSÌ “CAYMANO” DA FAR INCAZZARE BERSANI) CI SIANO I QUATTRINI DI UN OLIGARCA RUSSO 4- GODE COME UN RICCIO EMMANUELE PER LE POLEMICHE SCATENATE SULLA MAXXI-MELANDRI 5- LA BATTUTA DELLA FORNERINA SUGLI SCHIZZINOSI O “CHOOSY” NON ERA DEL TUTTO INFELICE 6- IL CIRCOLO DELLA BANALITA’ BLA-BLA PRESENTA: PASSERA E FITOUSSI ALLA LUISS

1- MONTEZEMOLO CON L'ORIENT EXPRESS SI ORIENTA MEGLIO
Sono pochi i manager e i banchieri che dedicano qualche ora alla lettura dei libri. Salvo rare eccezioni la maggior parte preferisce addormentarsi la sera con l'ipad tra le mani per smanettare sui numeri dei bilanci e delle Borse asiatiche.

Tra i nomi dei personaggi più colti si ricordano Raffaele Mattioli, Adriano Olivetti, Enrico Cuccia, e per quanto riguarda i nostri giorni Abramo-Bazoli e Fulvio Conti, il presidente dell'Enel che un paio di settimane fa sull'inserto letterario del "Sole 24 Ore" ha confessato di prediligere Proust. Ancor meno numerosi sono quelli che conoscono gli incipit letterari più belli di tutti i tempi a cominciare da quello di Dante nel sonetto a Beatrice: "tanto gentile e tanto onesta pare".

In questo panorama di ignoranza diffusa, dove il tempo è denaro, si sono inserite da sabato scorso alcune parole che resteranno scolpite nella memoria. A scriverle è stato il direttore di "MilanoFinanza", Paolo Panerai, che in un momento di estasi totale ha iniziato il suo editoriale con queste parole: "Nel buio della recessione, la mossa del fondo Charme II di allearsi con il Gruppo Tata per lanciare un'Opa sulla Borsa di New York su Orient Express rappresenta un vero lampo di luce, se non per "ItaliaFutura" certamente per il futuro dell'Italia".

Un incipit così meraviglioso si è letto raramente sulla stampa economica e finanziaria, ma chi conosce il vincolo di amicizia che lega il direttore-editore di "Class" con Luchino e il suo compagno di stadio (cime vicepresidente della Fiorentina) Dieguito Della Valle, non si sarà stupito.

D'altra parte tutti i giornali hanno fatto una grancassa sull'operazione che il presidente della Ferrari (vicepresidente da poco di Unicredit) ha costruito insieme al miliardario indiano Ratan Tata per lanciare una megaofferta da 1,9 miliardi di dollari che consentirà di conquistare il 40% del Gruppo Orient Express. Questo nome non evoca solo lo storico treno che ha eccitato la fantasia di Graham Green e Agatha Christie, ma si riferisce alla catena di 46 hotel sparsi per il mondo dove gli ultimi operai della Fiat vengono cacciati a pedate.

L'Opa lanciata da Luchino e Ratan Tata ha dimensioni gigantesche, ma il Fondo Charme che ha sede in Lussemburgo ed è pilotato da Matteo Montezemolo (classe 1976, laurea a Bologna, esperienze in Goldman Sachs) non si è tirato indietro quando il miliardario indiano che possiede altri 93 alberghi ha proposto la scalata al suo amico italiano.

Probabilmente a muovere Ratan Tata, che siede nel consiglio di amministrazione della Fiat, è stato il fallimento dell'automobilina che voleva lanciare per poche decine di dollari sul mercato indiano. A questa ragione si aggiunge il suggerimento dei migliori analisti internazionali che vedono nel lusso uno dei pochi settori immuni dalla crisi.

Il lampo di luce ha folgorato Luchino che al lusso ha sempre creduto anche se i conti di Charme Investments hanno chiuso il 2011 con una perdita di 19,8 milioni rispetto ai 4,2 dell'anno precedente. Come ha spiegato a maggio il settimanale "Il Mondo" il passivo è stato provocato da una serie di svalutazioni sulla controllata Charme Fashion Group che detiene il 51% del marchio del cachemire Ballantyne e il 4,6 in Grandi Navi Veloci, mentre non è stata toccata Poltrona Frau che piace agli Emiri e risulta in carico a Charme per 51,8 milioni.

A questi numeri per nulla esaltanti bisogna aggiungere l'impegno finanziario del "ragazzo dei Parioli" dentro Ntv dove la perdita dell'anno scorso è stata di 39 milioni e si parla di un inevitabile aumento di capitale provocato anche dalla grana dei derivati che potrebbe pesare sulla società dei treni per circa 42 milioni di euro.

A questo punto i giornalisti che hanno strombazzato meraviglie sull'Orient Express avrebbero potuto chiedersi dove troverà Luchino i 100 milioni per accodarsi all'Opa da 1,9 miliardi lanciata dall'amico indiano Tata che scalpita dalla voglia di allargare il suo impero. La domanda è troppo impertinente e tutta la stampa italiana ha preferito battere le mani senza nemmeno sottolineare che 100 milioni rispetto a 1,9 miliardi rappresentano un pugno di bruscolini.

Qualcuno sostiene comunque che Luchino e il figlio Matteo riusciranno a giocare con dignità la parte del Davide italico rispetto al Golia indiano. E a questo proposito corre voce che dietro il Fondo Charme (lussemburghese, ma non così "caymano" da far incazzare Bersani) ci siano la mano e i quattrini di un oligarca russo che dispone di 12,4 miliardi di dollari e occupa nelle stupide classifiche di "Forbes" il 64° posto.

Il magnate in questione si chiama Victor Vekselberg, ha 54 anni e, come ha spiegato ancora una volta il giornalista Andrea Giacobino su "Il Mondo", è nato in un villaggio dell'Ucraina e si presenta come un matematico che apprezza l'estetica. Non a caso nel 2004 ha comprato a New York per 100 milioni di dollari la famosa collezione di uova imperiali Fabergè e sogna di creare in Russia una Silicon Valley. Potrebbe essere lui l'uomo che spara lampi di luce e di quattrini sotto la faccia di Luchino di Montezemolo.

Chi ha seguito negli anni lo straordinario cursus honorum del presidente della Ferrari sa che in tutte le operazioni i soldi nelle sue tasche sono sempre andati contromano. È un uomo baciato dalla fortuna che vede l'"ItaliaFutura" pronta a salire sul treno della ripresa.
Che poi questo treno si chiami "Italo" oppure Orient Express questo è un dettaglio irrilevante.


2- IN FONDO LA BATTUTA DELLA FORNERINA SUGLI SCHIZZINOSI O "CHOOSY" NON ERA DEL TUTTO INFELICE
Quando ieri sera la ministra delle lacrime Elsa Fornero è tornata a casa dal marito economista Mario Deaglio, aveva il morale a pezzi.

Per la professoressa di San Carlo Canavese che il 16 novembre è stata chiamata da Monti a guidare il ministero del Lavoro, la contestazione subita ieri alle porte di Torino è un colpo durissimo. Proprio nella sua terra si è vista contestare da un gruppo di Cobas facinorosi e a fatica il giovane architetto Umberto Rosati, presidente dell'Associazione Nichelino che aveva organizzato l'incontro con i lavoratori, è riuscito a sottrarla dai facinorosi.

Quello che più ha fatto incazzare gli esponenti di Rifondazione Comunista e dei Cobas è la frase sui giovani che non dovrebbero permettersi di essere "schizzinosi" di fronte all'opportunità di lavoro.

La ministra ha scritto tre libri in inglese, e per far capire che conosce quella lingua alla perfezione ha usato il termine "choosy" per denunciare l'atteggiamento di molti precari. È probabile che ieri sera, prima di coricarsi nel suo lettino con le lenzuola ricamate di Barbie e Hello Kitty, il marito economista l'abbia rimproverata seriamente per questa indulgenza anglofona che rischia di mettere una pietra tombale sulla sua popolarità.

Ironia a parte, l'intelligente Deaglio le avrà anche spiegato che l'autunno caldo è cominciato con una valanga di licenziamenti che può preludere a contestazioni ancora più violente di quelle subite nella sala teatro di Nichelino.

In molti casi i sindacati nazionali si trovano letteralmente spiazzati dalle contestazioni della base e faticano a tenere a bada le frange di chi, anche di fronte alle opportunità di lavoro e agli ammortizzatori sociali, preferisce tenere alto il livello della lotta. Un esempio clamoroso è arrivato ieri sera da Roma intorno alle 19,30 quando 376 operatori di uno dei più grandi call center italiani hanno bocciato il referendum su un'ipotesi di accordo sindacale che prevedeva una procedura meno traumatica rispetto alla cassa integrazione a zero ore.

Il risultato ha lasciato di stucco gli altri operatori del call center che speravano in un esito positivo e che adesso dovranno starsene a casa per scontare l'ottusità dei loro colleghi più incazzati.

Per la madonna delle lacrime Elsa Fornero questo episodio potrebbe essere la conferma che in fondo in fondo la sua battuta sugli schizzinosi o "choosy" non era del tutto infelice.


3- EMMANUELE INAUGURA E GODE
C'è un personaggio a Roma che ha le mani in pasta nella gestione dei musei e gode come un riccio per le polemiche scatenate sulla nomina della Melandri al Maxxi.

Il nome di questo personaggio bisogna pronunciarlo con grande cautela perché pur avendo raggiunto l'età della saggezza, a 77 anni non ha ancora capito che quando si parla di lui non è il caso di sparare querele e lettere fluviali.

Per un gioco cacofonico e per volontà dei suoi genitori palermitani, questo personaggio si chiama Emmanuele Francesco Maria Emanuele, ma nella Capitale è soprannominato l'ottavo Re di Roma perché dirige l'omonima Fondazione dove i denari zampillano come fontane.

Il suo curriculum è impressionante e per evitare querele o lettere fluviali bisognerebbe riprodurlo per intero senza mai citare le sue simpatie giovanili per il partito di Saragat e la difesa d'ufficio dei Savoia che ha fatto durante una trasmissione di Bruno Vespa.

Ieri sera Emanuele (avvocato cassazionista, economista, banchiere, saggista e chi più ne ha più ne metta) ha accolto gli invitati all'anteprima della mostra organizzata dalla sua Fondazione per ricordare la figura di Akbar, uno fra i più importanti imperatori Mogol dell'antica Persia.

Alla kermesse non ha partecipato il ministro Ornaghi e non c'era traccia di personalità, ma il mondo della vecchia aristocrazia romana presente in massa è stato accolto da hostess eleganti e si è scatenato sul ricco buffet.

Al termine Emanuele ha fatto un baciamano elegante alle signore ingioiellate che si sono compiaciute per l'iniziativa e hanno deciso che d'ora in avanti l'avvocato palermitano sarà chiamato "Grand Mogol".


4- IL CIRCOLO DELLA BANALITA' BLA-BLA PRESENTA: PASSERA E FITOUSSI ALLA LUISS
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che venerdì alle 14,30 Corradino Passera entrerà nell'aula magna dell'università Luiss per un dibattito organizzato dall'Associazione Amici della Luiss costituita nel 1982 da Confindustria e dalle più grandi aziende italiane.

All'evento, che sarà presieduto dal presidente dell'Associazione Francesco Gaetano Caltagirone, sono stati invitati anche Emma Marcegaglia, il premio Nobel Economia 2010, Christofer Pissarides, e l'economista francese Jean-Paul Fitoussi.
I partecipanti sono pregati di non ridere quando vedranno l'economista francese che durante l'ultima trasmissione di Celentano ha conquistato il record mondiale delle banalità".

 

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