apple netflix

EF-FUSIONI, INCESTI E INCIUCI: APPLE COMPRA NETFLIX? - NELL’ANSIA DI CONSOLIDAMENTO CHE HA PORTATO DISNEY A COMPRARE FOX, GLI ANALISTI DI CITIGROUP PENSANO CHE TIM COOK SI PAPPERÀ LA TV IN STREAMING. GLI ESPERIMENTI DI APPLE NELLA PRODUZIONE DI SERIE HANNO FATTO PIETÀ, E CON GLI SGRAVI FISCALI DI TRUMP AVRÀ DECINE DI MILIARDI LIQUIDI DA INVESTIRE

Biagio Simonetta per www.ilsole24ore.com

 

Per ora è una suggestione di inizio anno. Eppure, numeri alla mano, potrebbe diventare presto l’operazione finanziaria più importante di sempre per l’industria tecnologica. Apple ha il 40% di possibilità di acquistare Netflix entro la fine del 2018. A sostenerlo sono due analisti di Citigroup, Jim Suva e Asiya Merchant, secondo i quali il colosso di Cupertino potrebbe presto contare su una liquidità enorme (circa 252 miliardi di dollari) grazie alla riforma fiscale di Donald Trump.

 

netflix appletv

Ma partiamo dall’inizio. Oggi Apple ha una capitalizzazione di mercato pari a 880 miliardi di dollari. La più alta al mondo, seguita da Alphabet, Microsoft e Amazon. E della gigantesca liquidità in mano al produttore degli iPhone si parla spesso. In più di una circostanza, inoltre, i retroscenisti della Silicon Valley hanno scritto di lusinghe più o meno celate da parte di Apple nei confronti di Netflix. Una trattativa vera e propria, tuttavia, non c’è mai stata. O comunque le due aziende non ne hanno mai parlato formalmente.

 

Il 2018, però, potrebbe essere l’anno buono. E secondo gli analisti di Citigroup, sarebbe merito della riforma fiscale varata dal presidente Trump, che prevede un abbassamento dell’aliquota corporate da 35 al 21% e una tassa una tantum (pari al 10%) sui profitti realizzati all’estero e rimpatriati negli Stati Uniti. Una mossa che per Apple potrebbe voler dire trovarsi in mano una liquidità di circa 252 miliardi di dollari. «Apple – scrivono i due analisti di Citi - ha tanti soldi e continua a incassare 50 miliardi di dollari l’anno. E questo è un bel problema».

jeff bezos e reed hastings all assalto di hollywood

 

La società di Cupertino ha «storicamente ha evitato di riportare i soldi negli Stati Uniti proprio per non dover pagare delle tasse così alte ma la riforma fiscale potrebbe rendere questi soldi disponibili. Con oltre il 90 per cento di liquidità all’estero, una tassa del dieci per cento per il rimpatrio potrebbe portare nelle casse di Apple 220 miliardi da investire anche nelle acquisizioni». Le casse di Cupertino, dunque, potrebbero ritrovarsi di colpo troppo piene, e un’acquisizione importante a quel punto sarebbe addirittura necessaria.

 

Da Shazam a Netflix

reed hastings netflix

È giusto ricordare che appena qualche settimana fa Apple ha acquistato Shazam, la nota applicazione per il riconoscimento della musica. Costo dell’operazione (non ancora confermato) pari a 400milioni di dollari. Netflix sarebbe di certo un’altra storia, e non solo per un fatto finanziario. L’operazione però confermerebbe il continuo interesse della casa di Cupertino nei confronti del mondo dei contenuti. L’azienda di Cook ha stanziato recentemente un miliardo di dollari nel settore della produzione di serie televisive, annunciando Amazing Stories, la prima serie originale made in Apple. Uno strenuo tentativo di entrare nel mondo della televisione on-demand.

 

Ma quanto costerebbe Netflix?

Netflix, inutile dirlo, sarebbe un vero e proprio colpaccio per Apple. La società con sede a Los Gatos è ormai leader incontrastata nella distribuzione online di contenuti televisivi, con tassi di crescita che vanno al di là delle attese. Il terzo trimestre del 2017 è stato chiuso con un incremento delle entrate pari al 30% (2,98 miliardi di dollari, 100 milioni più delle attese).

 

tim cook wwdc17

Gli utili, 130 milioni, sono più che raddoppiati. Ma soprattutto, nei tre mesi, il gruppo ha fatto sfoggio di un ulteriore aumento degli abbonati, e di molto: l’incremento netto è stato di circa 5,3 milioni contro i 4,5 milioni anticipati. Per un totale di 109,3 milioni di spettatori paganti nel mondo intero. Per questo, oggi, è quanto mai difficile capire quale possa essere il prezzo di Netflix. Sicuramente, una trattativa del genere sarebbe di tutt’altro livello – e difficoltà – rispetto a quella che Apple ha portato a termine per acquisire Shazam. Oggi la capitalizzazione di mercato di Netflix è di circa 85 miliardi di dollari. Una cifra astronomica che ne farebbe la più cara di sempre dell’industria tecnologica. E non è detto che sia sufficiente.

 

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....