DOLORI PER FACEBOOK - LE NUOVE REGOLE IMPOSTE DAL GOVERNO USA SULLA NOSTRA PRIVACY CHE ZUCCONE ZUCKERBERG VENDE ALLE AZIENDE POTREBBERO CONDIZIONARE LA QUOTAZIONE APPENA ANNUNCIATA: SENZA LA CUCCAGNA DEI DATI PRIVATI, IL SOCIAL NETWORK NON VALE AFFATTO 100 MLD $ - ANCHE L’EUROPA VUOLE IMPEDIRE CHE LE INFORMAZIONI VENGANO CONSEGNATE AD AZIENDE E PUBBLICITARI (COME AVVIENE ORA)…

1- FACEBOOK, IMPEGNO STORICO: FAREMO I BRAVI CON LA PRIVACY...
Valerio Porcu per " http://www.tomshw.it "

Facebook ha siglato un accordo storico con la FTC (Federal Trade Commission) che cambierà radicalmente la gestione della privacy sul social network più grande al mondo. L'azienda di Mark Zuckerberg ha acconsentito a sottoporsi a revisioni biennali per i prossimi vent'anni, e da ora in avanti gli utenti dovranno accettare le modifiche sulla privacy prima che Facebook le possa applicare.

Novità sostanziali, in un accordo che vuole anche essere un primo passo per rimediare ai passi falsi fatti fino ad ora. "Sono il primo ad ammettere che abbiamo fatto molti errori" scrive infatti Zuckerberg. "In particolare, credo che pochi errori di alto profilo, come Beacon quattro anni fa e la mediocre applicazione delle modifiche alla privacy due anni fa, abbiano spesso messo in ombra il buon lavoro che abbiamo fatto".

La FTC, l'autorità statunitense che si occupa di proteggere i consumatori e la concorrenza, ha fatto notare come più volte Facebook abbia violato le norme in tema di privacy. Nel 2009 la lista di amici divenne pubblica senza preavviso per gli utenti, poi ci fu un caso in cui i canali pubblicitari potevano recuperarne l'identità; la lista potrebbe diventare davvero molto lunga.

La FTC ha reputato piuttosto grave il fatto che più volte Facebook non ha mantenuto le promesse fatte agli utenti, facendo affermazioni rassicuranti ma false sulla gestione della privacy - un esempio su tutti la vendita dei dati ai network pubblicitari. Violazioni che per la FTC non dovranno più ripetersi, perché "l'innovazione di Facebook non dev'essere a spese della privacy dei consumatori. La FTC si assicurerà che non accada", come ha detto il presidente della FTC, Jon Leibowitz.

L'accordo - che non è ancora definitivo - "probisce a Facebook di fare altre affermazioni mendaci sulla privacy, obbliga l'azienda a ottenere l'approvazione degli utenti prima di modificare il modo in cui vengono condivise le informazioni, e impone una revisione indipendente e periodica delle pratiche sulla privacy per i prossimi vent'anni", si legge nel comunicato della FTC.

L'accordo è ora aperto ai commenti pubblici per trenta giorni, dopo i quali la commissione potrà modificarlo nuovamente o renderlo definitivo. Questo "nuovo corso" di Facebook potrebbe essere sufficiente anche per soddisfare le più stringenti normative europee, ma se così non fosse Bruxelles potrebbe spingere Facebook a bere nuovamente dal calice amaro entro poche settimane.

Secondo i primi osservatori la pubblicazione dell'accordo non ha nulla a che vedere con l'ormai quasi certa quotazione in borsa di Facebook. Può darsi, ma è innegabile il fatto che un maggior rispetto della privacy si traduce in spazi pubblicitari meno interessanti per gli inserzionisti, e quindi in una potenziale riduzione del fatturato.


2- UNA NUOVA DIRETTIVA UE FA TREMARE FACEBOOK...
Philip Di Salvo per "Wired.it"

Il modo in cui gestisce i dati dei suoi utenti potrebbe essere la nuova spina nel fianco di Facebook, almeno in Europa. Una nuova Direttiva europea in fatto di pubblicità e dati sensibili potrebbe costringere i social network a un giro di vite sulla gestione a fini commerciali delle informazioni degli iscritti. E proprio il sito di Mark Zuckerberg è il primo indiziato.

Facebook utilizzerebbe software sofisticati per raccogliere quanti più dati possibili dai profili con lo scopo di girare queste informazioni - preziosissime per il direct marketing e la pubblicità mirata - alle aziende, senza che gli utenti ne siano effettivamente consapevoli. La nuova direttiva, che dovrebbe essere promulgata in gennaio mira a bloccare questa pratica, a meno che l'utente non faccia esplicita richiesta o accetti di essere utilizzato come fonte di dati pubblicitari.

La stessa Viviane Reding, vice presidente della Commissione Europea, ha dichiarato che la nuova direttiva andrà a emendare la legislazione corrente in fatto di protezione dei dati, aggiornandola al progresso tecnologico e facendo riferimento esplicito ai social media: " Mi appello ai provider, e in special modo ai social media,affinché siano più trasparenti sul modo in cui operano. Gli utenti devono essere a conoscenza di quali dati vengono raccolti, utilizzati e per quali scopi".

Le informazoni messe in magazzino da Facebook andrebbero infatti ben oltre le nostre preferenze commerciali (I nostri Like sul sito) ma interesserebbero anche i dati sensibili relativi al nostro orientamento politico o religioso, il background culturale o i mutamenti nello stile di vita. E persino il contenuto delle nostre conversazioni private. Tutto quello che facciamo online su Facebook lo faremmo, in sostanza, per Facebook e per il suo sviluppo commerciale.

L' Article 29 Data Protection Working Party, il watchdog della Ue sui dati personali si riunirà la prossima settimana per discutere di un eventuale controllo su Facebook in Irlanda, dove hanno sede gli uffici internazionali dell'azienda. Sotto investigazione potrebbero finire cose come le condizioni di utilizzo e le loro 4mila parole date da leggere al momento dell'iscrizione ai nuovi utenti, che sarebbero fumose e poco chiare, e di certo non invoglierebbero alla lettura.

A questo proposito si è espresso anche un portavoce dello Uk Information Commissioner, che fa parte per del working party Ue, dicendo che " se i dati personali sono girati a terze parti o usati per pubblicità mirata, questo dovrebbe essere reso più noto agli utenti al momento dell'iscrizione al sito e ribadito quando gli utenti sono invitati a utilizzare un'applicazione".

Facebook traccerebbe i nostri movimenti sul network con il classico sistema dei cookies, registrando i nostri likes o semplicemente le nostre visite a determinate pagine, facendo uno screening delle nostre attitudini, generando così buona parte dei suoi introiti, in massiccia parte generati dalla pubblicità online.


3- FACEBOOK E LE BOLLE, INVITO ALLA PRUDENZA...
Da "Il Sole 24 Ore"

Potrebbe essere l'avvento d'una nuova era in Borsa. Ma il rischio è che diventi l'ultimo, il più eclatante e pericoloso caso di bolla speculativa a Wall Street. Il moltiplicarsi di indiscrezioni - e di cifre - su un prossimo collocamento iniziale di Facebook impone cautela: la capitalizzazione di mercato ora ipotizzata, oltre cento miliardi di dollari, rappresenta oltre venti volte il giro d'affari previsto quest'anno, già raddoppiato rispetto al 2010.

Al confronto Apple, con la sua storia di innovazione e società leader della market cap nel settore tecnologico, non vale neppure tre volte il fatturato. A questi valori la scommessa sul colosso dei social network conta su crescita sfrenata e capacità di trasformarla in attività, a cominciare dalla pubblicità, che pagano. Segni di prudenza, a ben guardare,stanno affiorando sulla nuova frontiera calda di Internet: dopo un Ipo di successo a inizio novembre, il gigante dei coupon online Groupon ha sofferto bruschi declini.

Obsoleto scetticismo sul futuro, dei nuovi media o di Facebook? No, solo l'attualissima lezione di vecchi e meno vecchi eccessi: invita investitori che sognassero azioni di Facebook alla stregua di biglietti vincenti della lotteria a più miti consigli, pazienti verifiche di cifre di bilancio e modelli di business.

 

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