FATTA LA LEGGE, TROVATO IL CAVILLO! IL TAGLIO AGLI STIPENDI DEI MANAGER PUBBLICI NON VALE PER TUTTI: I VERTICI DI FERROVIE, CDP E POSTE SALVI GRAZIE ALLA SOLITA LEGGINA

Gianni Dragoni per "Il Sole 24 Ore"

Arriva il tetto agli stipendi, ma non per tutti. Il governo fa un nuovo tentativo, dopo quelli andati a vuoto dai governi precedenti, di porre un limite agli stipendi dei manager delle società pubbliche non quotate in Borsa. Il tetto è pari al trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione, cioè 302.937 euro lordi annui secondo le ultime comunicazioni ministeriali (in precedenza era di quasi 294mila).

Questo è previsto dallo schema di decreto ministeriale inviato in Parlamento, per il parere delle commissioni, dal ministro dell`Economia, Fabrizio Saccomanni, che dà attuazione a una norma del decreto «salva Italia» del dicembre 2o11 del governo di Mario Monti. Secondo il salva Italia, che ha introdotto un analogo tetto per gli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione già in vigore, occorreva un successivo atto ministeriale che ripartisse le società per fasce secondo «dimensioni economiche» e «complessità organizzativa e gestionale» e calibrasse gli stipendi massimi degli amministratori con deleghe in funzione di tali parametri.

Secondo una simulazione allegata al provvedimento di Saccomanni, nella prima fascia, quella delle società con almeno un miliardo di valore della produzione, 500 milioni di investimenti e 5.000 dipendenti, secondo la media degli esercizi 2009-2011, ci sono solo Anas, Ferrovie dello Stato e Rai. In queste società sono consentite le retribuzioni più alte, senza superare il 100% dello stipendio del numero della Cassazione, quindi 302.937 euro lordi annui. Nelle altre società pubbliche il tetto è più basso, oscillerà tra il 50 e l'80% del valore massimo, cioè tra 151.468,5 e 242.350 euro annui.

Questo farebbe scattare immediatamente un taglio per i compensi di molti amministratori delegati e per qualche presidente. Ma non sarà così per tutti. Intanto perché una recente norma, approvata in sordina, ha equiparato alle quotate le società che emettono obbligazioni, ai fini dell`esclusione dal tetto agli stipendi. Questo esclude dal tetto oltre alla Cassa depositi e prestiti (Cdp) due società che di recente si sono buttate sul mercato dei bond: Poste Italiane e Ferrovie.

Così sono salvi gli stipendi dell`a.d. delle Poste Massimo Sarmi (2,2 milioni lordi nel 2012, comprensivi di 638.746 euro di competenza 2011, secondo i dati del ministero dell`Economia) e del presidente Giovanni Ialongo (903.611 euro nel 2012, comprensivi di 298.611 euro di competenza 2011). Salvo anche lo stipendio di Giovanni Gorno Tempini, a.d. della Cdp (1,035 milioni lordi nel 2012), mentre il presidente Franco Bassanini ha percepito 280mila euro.

È salva anche la busta paga di Mauro Moretti, a.d. delle Fs (873.666 euro nel 2012), il cui presidente Lamberto Cardia ha percepito 300mila euro tondi. Poiché le norme si dovrebbero applicare ai futuri incarichi, il tetto non dovrebbe colpire il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi (650mila euro annui di stipendio e indennità). Da verificare se la tagliola scatterà per i manager il cui mandato è stato rinnovato in agosto, come Pietro Ciucci presidente dell`Anas (750mila euro lordi nel 2012) e Domenico Arcuri a.d. di Invitalia (788.985 euro nel 2012).

Supera il tetto anche l`ex d.g. Rai ora a.d. di Consap, Mauro Masi (473.768 euro nel 2012). Tra le altre società per le quali è previsto il tetto Consip, Coni Servizi, Enav, Poligrafico dello Stato, Gse, Sogei, Expo 2015, Eur, Istituto Luce Cinecittà, Italia Lavoro e loro controllate.

Restano escluse le controllate del Tesoro quotate in Borsa, come Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e Snam e le relative controllate. Sono le società con gli stipendi più alti. Guidano il plotone gli ad. dell`Eni Paolo Scaroni (6,52 milioni lordi nel 2012) e dell`Enel Fulvio Conti (3,948 milioni lordi), il cui mandato scadrà nella primavera 2014.

 

mauro moretti foto mezzelani gmt MAURO MORETTI CON UN CANE MASSIMO SARMI domenico arcuri foto mezzelani gmt Maurizio Tamagnini Giovanni Gorno Tempini Gubitosi Luigi

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…