FINCHÉ C’È FINMECCANICA C’È TANGENTE - DAGLI APPALTI DELL´ENAV CON I 200MILA EURO ALL´UDC DI CASINI AL RICICLAGGIO PER L´ACQUISTO DELLA DIGINT IMBASTITO DAL VECCHIO FASCISTA MOKBEL, LE MANI DEI PARTITI A SPOLPARE L´ULTIMO GRANDE GRUPPO MANIFATTURIERO D´ITALIA” - ORSI E RICORSI STORICI: UNA POLPA CHE NON HA MAI TRASCURATO NESSUNO, FIN DAI TEMPI DELL´ANTICO PRESIDENTE CAMILLO CROCIANI, FUGGITO ALL´ESTERO PER LO SCANDALO LOCKHEED…

Alberto Statera per "la Repubblica"

La Lega di Lotta e di Sottogoverno, cultrice dei riti celtici tra i bravi valligiani del nord, dove mai poteva incistarsi se non nell´antico residuale dinosauro delle Partecipazioni Statali sopravvissuto a Tangentopoli.

Mutuando con destrezza a Roma ladrona gli usi e gli abusi che della Finmeccanica, pur campione nazionale tecnologico nel settore degli armamenti, hanno fatto per decenni la sentina della prima e della seconda Repubblica.

«Orsi e ricorsi», ci dice oggi un superstite degli storici boiardi di Stato, ironizzando sul cognome del nuovo presidente e amministratore delegato Giuseppe Orsi, collocato su quelle poltrone dopo l´ultimo epico scontro tra Gianni Letta, lord protettore del predecessore Pier Francesco Guarguaglini, e Giulio Tremonti, titolare col suo protegé Marco Milanese dell´ufficio di collocamento dei nuovi, famelici boiardini padani.

«Guarguaglini ha fatto grande questa azienda nel mondo», proclamava Letta mentre nuovi scandali avviluppavano quotidianamente il palazzo romano di piazza Montegrappa, percorso da faccendieri, impostori, mediatori internazionali, ladri e sicofanti. «Non si discute, tocca a noi», replicava Giancarlo Giorgetti, ex bocconiano di Cazzago Brebbia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, riservato capo dell´ala diciamo «tecnocratica» del Carroccio - sottogoverno e poltrone - che aveva già collocato nel consiglio d´amministrazione Dario Galli, presidente della provincia di Varese, di sicuri e sani sentimenti xenofobi: «I profughi - asseriva quando i poveretti morivano come mosche in mare - se li prendano quelli che votano centrosinistra e che hanno grandi case». Ma sugli affari opachi africani non aveva mai da ridire.

Orsi, era già nella retrovia leghista alla Agusta Westland, pronto a fare il salto, con la promessa di trasferire poco a poco l´asse di comando verso il nord, possibilmente Varese, città fatale del Carroccio. Promessa subito onorata dopo la promozione, con lo spostamento della sede legale di Alenia da Pomigliano d´Arco, quell´abisso terrone, a Venegono. Non è lì, poi, che lavora da dirigente Emilia, la consorte di Roberto Maroni, capo in pectore delle armate leghiste?

Ora l´accusa dice che forse il presidente e amministratore delegato per favorire la propria promozione in Finmeccanica ha dovuto anche mettere insieme una provvista di una decina di milioni per i partiti e segnatamente per la Lega, attraverso la vendita di dodici elicotteri Agusta AW 101 all´India. La fonte non è propriamente tra le più affidabili, è quel Lorenzo Borgogni, dispensatore di tangenti a se stesso e ai partiti, che Marco Milanese definisce «ladro di polli» - il bue che dà del cornuto all´asino - ma visti i precedenti non si fatica a crederci.

L´affaire India è soltanto l´ultimo - per ora - di un intrico di scandali e inchieste giudiziarie nel quale non è più facile orientarsi. Dagli appalti dell´Enav, ente cadetto, con i 200mila euro all´Udc di Pier Ferdinando Casini, al riciclaggio per l´acquisto della Digint imbastito dal vecchio fascista Gennaro Mokbel; dalla corruzione internazionale per le commesse in America Latina con le navi da guerra regalate a Panama per ottenere un appalto da 165 milioni a Telespazio, con i buoni uffici di Valterino Lavitola che finalmente in galera ha da raccontarne delle belle, fino alle consulenze affidate ai resti delle notti di Berlusconi, come ha scolpito l´ex amministratore della Selex Marina Grossi, consorte di Guarguaglini.

Ex fasci, ex diccì, ex piesseì e leghisti, tutti insieme appassionatamente a spolpare l´ultimo grande gruppo manifatturiero d´Italia, secondo solo alla Fiat, con 18 miliardi di fatturato e 75 mila dipendenti, nato nel 1948, ma che con l´Ansaldo ha già le sue radici a Genova nel 1853. Non manca quasi nessuno nell´album di famiglia. Vai un po´ a spulciare e trovi anche il giro Formigoni.

Orsi, cattolico fervente non lontano da Comunione e Liberazione, è appena reduce da un processo con l´accusa di aver pagato 50mila euro alla Condonly per l´acquisto di elicotteri Agusta dall´Avio Nord, controllata dalla Regione Lombardia e per vendere velivoli a Cuba. Ne è stato assolto, ma - guarda un po´ - questa Condonly è la stessa protagonista dello scandalo Oil for Food, il petrolio dispensato a suo tempo da Saddam Hussein, che produsse una girandola di tangenti. Una parte finì sul conto "Paiolo" di Alberto Perego, grande amico e coinquilino di Formigoni nella santa casa milanese dei Memores Domini.

Lasciamo pure perdere le assunzioni clientelari, peccato diciamo veniale rispetto al resto, come ad esempio quelle dei figli di Massimo Ponzellini, l´ex prodiano di ferro di cui Bossi disse: «L´abbiamo messo noi presidente della Banca Popolare di Milano» (dove, come al solito, ha combinato pasticci per i quali è indagato) per spiegare come funziona da sempre il sistema Finmeccanica attraverso le parole di un suo dirigente, tale Domenico Lunanuova, che in una telefonata a Giampy Tarantini, fornitore di "patonza" all´infoiato di Arcore lo avverte: «La carne ce la mangiamo tutti... Però se so che tu ti fai la parte che è la polpa e io mi devo fare l´osso, sappi che un pezzo di polpa me lo devi dare».

Più esplicito di così. Una polpa che non ha mai trascurato nessuno, fin dai tempi dell´antico presidente Camillo Crociani, l´ex insegnante di educazione fisica fuggito all´estero per lo scandalo Lockheed che terremotò ante litteram la prima Repubblica. La sua signora Edoarda Vasselovsky, alias Edi Vessel detta miss «Due miliardi», è rimasta in Italia azionista di maggioranza della Vitrociset, con la Finmeccanica socio di minoranza, partecipando finora al lavorio indefesso delle cricche.

Oggi il vecchio dinosauro delle Partecipazioni statali percorso per decenni da losche vicende, perde due miliardi e mezzo di euro, impiombando il Tesoro che ne controlla il 32 per cento e gli azionisti, che hanno perduto in dodici mesi circa il 70 per cento dei loro risparmi. Nel 2000 La partecipazione pubblica fu ridotta da D´Alema, che non volle la privatizzazione per evitare che il gruppo fosse rivenduto pezzo per pezzo ai concorrenti europei.

Orsi stava adesso preparando un piano di dismissioni di almeno un miliardo per evitare di colare a picco, vendendo il settore civile, a cominciare dai treni dell´Ansaldo Breda. «La mediocrità di tenere dentro tutto - aveva detto - ci porta al fallimento». Ma, a parte il fatto che, come la storia dimostra, la proprietà privata non garantisce più onestà di quella pubblica, Mario Monti ha spiegato nel suo recente road show londinese: «Lo Stato non ha necessità di andare sul mercato. Gli attuali prezzi di mercato non inducono il governo a privatizzare società pubbliche».

Per di più, il governo non affiderebbe mai un´operazione del genere a Orsi, fiduciario catto-leghista che il ministro Corrado Passera, con molti suoi colleghi, vede come il fumo negli occhi. Per cui il suo destino è segnato. Si andrà forse a un ballottaggio tra Alessandro Pansa sostenuto da Vittorio Grilli (ma non era già lì nei corridoi dei faccendieri di ogni risma?), Franco Bernabè o chissà chi altri. Mentre l´ala "tecnocratica" del Carroccio, ben omogenea all´ala "Cerchio Magico", finirà di affossare le residue ambizioni elettorali. «Per la Lega - ha detto Bossi - è stato un errore andare a Roma. Spero che nessuno vada più a fare il deputato a Roma, compreso me».
Ogni promessa è un debito.

 

Giuseppe Orsi GIANNI LETTAFoto Arturo Ghergo ARCHIVIO GHERGO PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI GIULIO TREMONTI MARCO MILANESE giancarlo giorgetti lega nordDARIO GALLIELICOTTERO AGUSTA WESTLAND Lorenzo Borgogni GENNARO MOKBEL PIERFERDINANDO CASINI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONA – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO