1- LA VITTORIA DEL PARTITO ITALIANO (MONTI) E STRANIERO (OBAMA) DELLE PRIVATIZZAZIONI CHE HA SFRUTTATO LE VICENDE GIUDIZIARIE PER PORTARSI A CASA A BASSO COSTO I BOCCONI MIGLIORI DI FINMECCANICA (ORSI PROMOSSO PER ESSERE RIMOSSO) 2- LA LEGA DI LOTTA NON RINUNCIA PERÒ A ESSERE ANCHE LEGA DI POTERE, E QUI LO SCONTRO È SOPRATTUTTO CON “COMUNIONE & FATTURAZIONE” BY FORMIGONI PER IL RINNOVO DELLE CARICHE NEL SISTEMA SANITARIO LOMBARDO. UN BUSINESS CHE CON LE NUOVE COSTRUZIONI PREVEDE APPALTI PER 500 MILIONI DI EURO (VARESOTTO IN CRISI) 3- STOP ALLA CAMPAGNA DI RUSSIA: PERISSIROTTO NON RIDE PIÙ (AVEVA RAGIONE GERONZI) 4- TECNICI DI MONTI: I CONTI TRA LA LUISS DI CELLI E LA BOCCONI TORNANO IN EQUILIBRIO 5- L’ALTRA SERA A BALLARO' COSTAMAGNA HA PERORATO UNA PATRIMONIALE AL 20% PER I REDDITI PIU' SCANDALOSI. NESSUNO DEI GIORNALISTI PRESENTI HA AVUTO IL CORAGGIO DI CHIEDERGLI SE RITENEVA GIUSTA LA FAVOLOSA PARCELLA CHE GERONZI GLI PAGO' AI TEMPI DELLA FUSIONE CAPITALIA-UNICREDIT PER POCHE SETTIMANE DI CONSULENZA

1 - LA VITTORIA DEL PARTITO ITALIANO E STRANIERO DELLE PRIVATIZZAZIONI CHE HA SFRUTTATO LE VICENDE GIUDIZIARIE PER PORTARSI A CASA A BASSO COSTO I BOCCONI MIGLIORI DI FINMECCANICA
Gli analisti e i ragazzi con le bretelle che si rovinano la vita davanti ai monitor della Borsa non hanno esultato per il nuovo vertice di Finmeccanica, anzi questa mattina il titolo è stato addirittura sospeso al ribasso poi si è ripreso con un piccolo apprezzamento rispetto ai valori di ieri.

È venuta a cadere l'attesa di una rivoluzione totale che era stata alimentata nei giorni scorsi quando erano circolati i nomi di don Vito Gamberale e quello meno credibile del ferroviere Moretti. A cadere è stata anche la candidatura dell'ammiraglio Guido Venturoni per la presidenza del Gruppo, e questa non appare certo una disgrazia alla luce delle dichiarazioni grossolane che il marinaretto aveva rilasciato il giorno prima al "Corriere della Sera" quando aveva detto che l'eventuale nomina sarebbe stata per un breve periodo "poiché si tratta di mettere in atto un tentativo di dare stabilità a un'azienda che sta soffrendo molto".

Parole come queste da parte di un Ceo in pectore hanno creato sconcerto anche nei corridoi del ministero dell'Economia e questo spiega perché dal cilindro del pallido Vittorio Grilli sia uscita la doppia promozione di Giuseppe Orsi, il manager che otto mesi fa con l'aiuto della Lega di Bobo Maroni e soprattutto di Pierfurby Casini è diventato amministratore delegato.

L'operazione è firmata da un governo che si dice tecnico, ma ricorda certi maneggi dell'era democristiana quando il "promoveatur" suonava come il preludio di un "amoveatur". La voglia di stabilità con la duplice medaglia sul petto di Orsi, non allontana infatti il sospetto della provvisorietà che potrebbe portare da qui al 2013 a nuove sorprese.

Il fatto certo è che Monti (ridicolizzato ieri sera in maniera più che ridicola da Marco Travaglio nella trasmissione di Santoro) non se l'è sentita di fare un ribaltone e si è limitato a mandare a casa il comandante supremo Guarguaglini. Come Dagospia aveva preannunciato il manager di Castagneto Carducci non è decaduto per mano dei consiglieri di amministrazione, ma si è dimesso per non perdere la liquidazione e per dimostrare la spontaneità del suicidio.

Adesso potrà giocare a tennis in uno dei circoli meno prestigiosi di Roma con a bordo campo la moglie Marina Grossi che presto lo raggiungerà per portargli un tè caldo. Esce così di scena e nel modo peggiore l'ultimo rappresentante di quel mondo delle Partecipazioni Statali che non ha saputo gestire l'impresa pubblica senza aprire gli occhi sulla ragnatela di faccendieri corrotti e di manager guardinghi.

Al settimo piano di piazza Monte Grappa si devono pulire le stanze dagli intrecci perversi e si deve sgombrare l'anticamera dalla pletora di postulanti politici. Le forbici sono nelle mani di Orsi e di Alessandro Pansa, il 49enne direttore finanziario che dopo la laurea alla Bocconi e gli studi all'università di New York, ha lavorato in banca e tiene le redini finanziarie del Gruppo.

Il compito di questi due manager è di tenere a bada le ansie degli ambienti italiani e internazionali che vogliono spacchettare Finmeccanica con uno spezzatino che metterebbe a repentaglio il valore complessivo della società. È presumibile che nei prossimi giorni molti rappresentanti di merchant bank e fondi di investimento prendano l'ascensore di piazza Monte Grappa per salire nell'ufficio di Orsi e di Pansa.

Dentro l'azionariato di Finmeccanica si trovano già i fondi americani BlackRock e First Reserve Corporation, ma se prevarrà la strategia dello spezzatino l'assalto sarà ancora più massiccio. Il compito di Orsi appare quindi molto delicato, in ballo c'è il futuro di Ansaldo Breda, la cessione di Ansaldo Energia dove a marzo è entrato con il 45% il Fondo First Reserve, e pezzi di Drs, il colosso americano delle armi sul quale Cola ha rimediato una provvigione milionaria.

La partita è aperta e Orsi dovrà scegliere la casacca da indossare: ripuliture oppure macellaio che fa lo spezzatino del grande gruppo industriale. In tutti e due i casi non dovrà dare troppa corda a quel partito italiano e straniero delle privatizzazioni che ha sfruttato le vicende giudiziarie per portarsi a casa a basso costo i bocconi migliori di Finmeccanica.

2 - LA LEGA DI LOTTA NON RINUNCIA PERÒ A ESSERE ANCHE LEGA DI POTERE, E QUI LO SCONTRO È SOPRATTUTTO CON "COMUNIONE&FATTURAZIONE" PER IL RINNOVO DELLE CARICHE NEL SISTEMA SANITARIO LOMBARDO
Per i "barbari" della Lega è il momento di fare un bilancio.

La doppia promozione di Giuseppe Orsi può rallegrare il Carroccio, ma il ritiro sull'Aventino nella nuova fase della politica italiana apre una stagione di lotta per affermare il maggior radicamento sul territorio. Per quanto riguarda la lotta i "barbari" devono fare i conti con il declino produttivo della loro provincia di elezione: Varese, la città dove secondo i dati della Camera di Commercio le procedure fallimentari che nel 2010 erano 180 stanno toccando per il 2011 nuovi record.

Negli ultimi tre anni sono stati persi 4mila posti di lavoro che hanno colpito insediamenti storici del varesotto. Solo quest'anno aziende multinazionali come la Whirlpool hanno annunciato il licenziamento di 500 operai e 100 impiegati mentre altre società come la Indra (storica azienda di termosanitari) ne ha liquidati 230, e l'Inca, specializzata in packaging, ha congedato 100 maestranze mettendone altre 300 in cassa integrazione.

Il discorso tocca anche l'Aermacchi del gruppo Finmeccanica dell'amico Orsi con l'annuncio di 200 licenziamenti e la riduzione successiva a 95 unità. Ma si potrebbe parlare di tante altre aziende farmaceutiche piuttosto che tessili e arrivare fino alla grave crisi in cui si dibatte l'aeroporto di Malpensa della Sea, presieduta e amministrata dal leghista Giuseppe Bonomi. Le cose non vanno meglio nel triveneto come testimoniano gli studi presentati il 24 novembre all'università di Padova in un convegno organizzato dalla delegazione di Venezia della Banca d'Italia.

La Lega di lotta non rinuncia però a essere anche Lega di potere, e qui lo scontro è soprattutto con "Comunione&Fatturazione" per il rinnovo delle cariche nel sistema sanitario lombardo. In questo momento è in corso un braccio di ferro per i consiglieri da inserire nelle quattro fondazioni sanitarie della regione, ma le mire sono soprattutto indirizzate sul Policlinico che oltre al giro d'affari per le prestazioni mediche vanta un patrimonio immobiliare di 1,5 miliardi di euro. La struttura è presieduta da due uomini di "Comunione&Fatturazione", Giancarlo Cesana (presidente) e Luigi Macchi (direttore generale), che la Lega punta a sostituire con un proprio manager.

Sullo sfondo la pattuglia leghista vede la creazione di una "cittadella della salute" che unifichi le quattro fondazioni sanitarie della regione. Un business che con le nuove costruzioni prevede appalti per 500 milioni di euro.

3 - LO STOP ALLA CAMPAGNA DI RUSSIA: PERISSINOTTO (PER GLI AMICI PERISSIROTTO) NON RIDE PIÙ
Giovanni Perissinotto (per gli amici Perissirotto) non ride più.
Il manager che dieci anni fa è diventato amministratore delegato delle Generali di Trieste sembra aver perso sul volto paffuto l'aria felice che aveva all'indomani della cacciata di Cesarone Geronzi, e che ostentava quest'estate quando con un'orrenda canottiera andava a pesca sull'Adriatico.

A togliergli il buonumore sono i guai provocati dalle svalutazioni che la Compagnia di Trieste ha dovuto fare per 329 milioni sui bond della Grecia e per 143 in Telco, la scatola che controlla TelecomItalia. Oggi il titolo della centenaria Compagnia galleggia intorno ai 12,5 euro, un anno fa era a 17, due anni fa a 19, cinque anni fa a 35. Il declino è legato certamente alla crisi dei mercati che ha toccato tutte le compagnie, ma è materia che fa irrigidire i muscoli già tesi di soci come Caltariccone e Pelliccioli.

Accanto a questa problematica ne è spuntata un'altra che fa soffrire il manager nato 58 anni fa in provincia di Ravenna, ed è lo stop alla campagna di Russia che fino a pochi mesi fa Perissinotto annunciava con accordi trionfali.

Ancora alla fine di settembre parlava di un'intesa entro fine anno con la banca Vtb per una joint-venture che avrebbe dovuto spalancare le porte dell'Est. Adesso l'operazione è stoppata e i vertici di Generali cominciano a pensare che l'alleanza sia compromessa. A rendere la strada più difficile è lo sganciamento dell'alleato cecoslovacco Petr Kellner, l'imprenditore di Praga che dopo aver partecipato alle privatizzazioni nel suo Paese ha creato un impero in diversi settori industriali e finanziari.

Agli occhi di Perissirotto quest'uomo avrebbe dovuto essere la chiave di volta per stringere l'accordo con i russi ma Kellner continua a vendere le azioni di Generali che l'avevano portato a superare la soglia del 2%, e sembra alle prese con problemi tali da compromettere la sua partecipazione alla campagna di Russia.

Per amore della cronaca va detto che su questa operazione tanto magnificata a Trieste, il decapitato Geronzi aveva sollevato forti riserve. Ma questa è storia d'altri tempi.

4 - CON MONTI, I CONTI TRA LA LUISS E LA BOCCONI (LA MADRE DI TUTTI I SAPIENTONI) TORNANO IN EQUILIBRIO.
Chi ha visto stamane Pierluigi Celli, il direttore generale della Luiss, è rimasto sorpreso.
In tutti i corridoi dell'università di Confindustria il buon Celli, armato di scotch e di puntine, ha attaccato un articolo del quotidiano "ItaliaOggi" in cui si elencano i nomi dei professori che sono entrati nel governo con il ruolo di viceministri e sottosegretari.

Per Celli è motivo d'onore far sapere agli studenti che nella compagine di Monti sono entrati cinque docenti che si chiamano Paola Severino, Michel Martone, Enzo Moavero, Saverio Ruperto, Vieri Ceriani (quest'ultimo è finito al ministero dell'Economia).

La rosa degli eletti si arricchisce con il nome di Tonino Catricalà (ormai soprannominato a Palazzo Chigi CatricaLetta) che alla Luiss insegna diritto dei consumatori.
Da questo momento i conti tra l'università romana e la Bocconi (la madre di tutti i sapientoni) tornano in equilibrio.

5 - QUANTO COSTA UNA CONSULENZA DI POCHE SETTIMANE DI COSTAMAGNA?
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i Signori naviganti che nei pei pub e nella City c'e' molta preoccupazione per il destino professionale di Claudio Costamagna, l'ex-golden boy della finanza che fino al 2006 ha lavorato alla Golman Sachs di Londra. Il 55enne banchiere che si incazza quando gli ricordano che era amico di Prodi, partecipa con sempre maggiore frequenza ai talk show e nei giorni scorsi si e' lanciato nell'attivita' di consulenza finanziaria con la societa' Advise Only che offre consigli a grandi risparmiatori e alle vecchiette.

L'altra sera e' apparso a Ballaro' dove ha perorato una patrimoniale al 20% che colpisca i redditi piu' scandalosi. Nessuno dei giornalisti presenti ha avuto il coraggio di chiedergli se riteneva giusta la favolosa parcella che Geronzi gli pago' ai tempi della fusione Capitalia-Unicredit per poche settimane di consulenza."

 

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