FORZA POLPETTA! - MCDONALD’S È IN CRISI, MA L’HAMBURGER (GOURMET) È OVUNQUE. E SBANCA WALL STREET - MODE CULINARIE IN CRESCITA: CHIPS ALLA BELGA, POLPETTE, CACIO&PEPE. IN CALO: ANATRA E MACARON

1. SHAKE SHACK, IL PANINO GOURMET?OSCURA BIG MAC E SBANCA WALL STREET

Francesco Semprini per “La Stampa

 

Dopo aver conquistato il palato, fa breccia nei mercati finanziari. Shake Shack, la catena Usa di “boutique burger”, sbarca in Borsa e mette a segno, nella prima seduta di scambi, un rialzo del 119% che fa volare il titolo a quota 45,90 dollari. Oltre 16 milioni di azioni passate di mano in una sessione, e una capitalizzazione di mercato a fine contrattazioni salita a più di 1,6 miliardi di dollari. ??

shake shack quotazione in borsashake shack quotazione in borsa

 

È la legittimazione di Wall Street a quello che viene definito “un sogno americano”, quello di un carrettino di panini comparso la prima volta nel 2001 a Madison Square Park, nel cuore di New York, e divenuto una catena con 63 ristoranti in otto città Usa, in Medio Oriente, Turchia e Gran Bretagna.

 

Ma soprattutto un nuovo modo di fare e mangiare gli hamburger, un fast-casual (ma nemmeno troppo fast, come tiene a precisare il Ceo, Randy Berutti) capace di sfidare giganti come McDonald’s (già in difficoltà come dimostra il cambio di Ceo). ?Basti pensare che nelle 39 settimane terminate il 24 settembre i ricavi di Shake Shack sono cresciuti del 41% a 83,8 milioni di dollari, con un rialzo del 20% dei profitti a 3,5 milioni, e 20 nuove boutique burger aperte.

 

shake shack shake shack

 Apparentemente una lotta tra Davide e Golia, se si pensa che McDonald’s in un giorno incassa quanto ricavato da Shake Shack in un anno. Il punto però è che in termini di valore un ristorante Shak (questo il ticker sul Nyse) vale 26 milioni di dollari a fronte dei 2,5 milioni per ognuno dei 36.258 punti vendita McDonalds. Un sogno americano quindi nato dal genio di un visionario della ristorazione come Danny Mayer, Ceo del colosso Union Square Hospitality.?

 

Una storia la sua che passa per l’Italia, a Roma in particolare, prima come guida turistica con il padre e poi come studente di politica internazionale. E’ li che impara il gusto e lo applica in tutte le sue creazioni, come i “boutique burger”, di cui è l’ideatore e proprietario: venerdì pomeriggio la sua quota di maggioranza del 21% valeva da sola oltre 340 milioni.

 

shake shack  quotazione in borsashake shack quotazione in borsa

Tra le caratteristiche vincenti ci sono la qualità della carne, il rispetto per gli allevamenti e il raffinato casual style nell’accoglienza. ?I prezzi? Uno Shack Burger costa 5,19 dollari, a fronte dei 4,69 di un Deluxe Quarter Pounder di McDonalds, anche se la convenienza di quest’ultimo è nelle offerte dei “Menu”. Da Shake Shack è possibile tuttavia gustare anche birra e vino. Insomma un nuovo modo di fare hamburger.

 

 

 

2. HAMBURGER ALLE STELLE E MACARON IN CADUTA ECCO IL BORSINO DEL GUSTO

Andrea Cuomo per “il Giornale

 

shake shack  shake shack

L'hamburger non si vende più, e McDonald's licenzia l'amministratore delegato. La notizia è allo stesso tempo vera e falsa. Perché effettivamente il colosso mondiale dei panini ha nei giorni scorsi cambiato i vertici per cercare di invertire il trend che vede da due anni un calo delle vendite nei fast food con la grande M gialla negli Usa (gli utili netti nell'ultimo anno sono scesi del 15 per cento).

randy garutti, david swinghamer e danny meyer da shake shackrandy garutti, david swinghamer e danny meyer da shake shack

 

Ma il fatto è che l'hamburger non è affatto in crisi. Anzi, non ha mai goduto di tanta salute. Dovunque nel mondo tira ed è finito anche nelle carte di ristoranti stellati. Come Trussardi alla Scala o Pisacco di Milano, dove lo chef Andrea Berton già da qualche anno propone con successo un hamburger a un prezzo almeno 10 volte superiore a quello di «Mac». La differenza sta nella qualità degli ingredienti, naturalmente. In Italia se n'è accorta la stessa McDonald's, che propone in certi periodi dell'anno hamburger con carne Chianina e Marchigiana. Panini top che vanno a ruba.

 

shake shackshake shack

Il cibo è come l'haute couture. Ha le sue tendenze che durano spesso una stagione e che a volte si legano a mode più ampie: l'invasivo lifestyle hipster, ad esempio, si è accompagnato oltre alle barbe supercurate e ai risvolti ai pantaloni a una grande attenzione al bio, ai germogli, al vegano, ai semi.

 

Nel borsino di Piazza Affami, ci sono titoli in grande rialzo. Rischia di essere sospesa per eccesso di rialzo, ad esempio, la Cacio&Pepe. Primo di origine romana, pasta lunga (ideali i tonnarelli) condita con pecorino romano e pepe. Semplice e difficile al contempo. Al punto da diventare terreno di disfida per grandi chef. Che quasi mai rinunciano a infilarne in carta una versione ortodossa o riveduta. E sempre più spesso nell'alta cucina sbarca anche il Baccalà, un tempo considerato ingrediente vernacolare e oggi apprezzato per la sua duttilità.

OBAMA HAMBURGEROBAMA HAMBURGER

 

Altro cibo che sta conquistando l'Italia è il Fish&Chips, il fritto all'inglese di pesce e patate che però, sottratto all'ambientazione british, e senza la carta di giornale ad avvolgerlo, perde fascino. Le grandi città si stanno poi riempiendo di locali che propongono le Patatine fritte secondo il modo belga: quindi al cartoccio, grosse e irregolari, e accompagnate da una vasta scelta di salse.

 

Gli analisti consigliano anche di acquistare azioni del Pollo al forno (meglio se ruspante), che sta tornando di moda anche grazie al flexitarianesimo, un approccio non talebano al vegetarianesimo che suggerisce una riduzione (e non l'abolizione) della carne nella dieta e la sostituzione di quelle bianche a quelle rosse. E già che parliamo di carne, polpette e polpettone da cibi della nonna sono oggi à-la-page, con locali dedicati come AllBiOne a Roma e The Meatball Family (di Diego Abatantuono) a Milano.

Chipstar 
Amsterdam
Chipstar Amsterdam

 

Il segno stabile è invece applicato su cibi sbarcati nei nostri piatti anni fa e la cui moda si è dimostrata tutt'altro che passeggera: il Sushi, ormai diventato familiare come l'amatriciana o la cassoeula, al punto che a Milano c'è un ristorante giapponese, Iyo, che da quest'anno vanta una stella Michelin. E il Lievito madre, ormai un totem senza il quale non si concepisce più arte bianca di qualità. E dalla morente cultura hipster resterà probabilmente la passione per la Quinoa, una sanissima e versatile pianta erbacea da molti scambiato per cereale.

 

Chipstar 
Amsterdam
Chipstar Amsterdam

Naturalmente le mode, anche a tavola, arrivano e passano senza salutare. Quindi esiste anche una Spoon River delle gastrotendenze declinanti. Come il Petto d'anatra (ma anche il Piccione) che anni fa era inesorabile nei menu che contavano e oggi ha lasciato il posto a piatti meno impegnativi. E poi i dolci di design, che per anni hanno costituito la via femminile al dessert: i frivoli Cupcake, gli estetizzanti Macaron. E che il dio della tavola ci salvi dal ritorno dei Tortino caldo di cioccolato: ne abbiamo fatto indigestione nella sua epoca d'oro.

polpettine per gli ospitipolpettine per gli ospitiCupcakes assortiti di Peter Anton Cupcakes assortiti di Peter Anton

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")