philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

Fabio Corsico Franco Caltagirone matteo Piantedosi

DAGOREPORT

Oltre all’Unicredit di Orcel (vedi articolo a seguire), nella incandescente partita del Leone di Trieste irrompe anche Assogestioni che, spinta da Anima Sgr (il cui vice presidente è il caltagironiano Fabio Corsico), vuole presentare una lista di due o tre nomi per il Cda di Generali che potrebbero sottrarre voti alla lista di Mediobanca che ricandida il presidente Sironi e l’Ad Donnet, aiutando così il duplex di Palazzo Chigi, Calta e Milleri, a provare a vincere l’assemblea.

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

 

Al cda del prossimo 24 aprile, quale sarà la scelta di Orcel? Potrebbe scegliere la lista di Mediobanca (e magari in futuro aver via libera da Donnet su Banca Generali). altra ipotesi: astenersi (irreale) oppure potrebbe sostenere la mini-lista di Assogestioni, che gestisce il voto dei piccoli azionisti. Ma se Orcel aggiunge anche il suo 10%, Assogestioni, potrebbe riuscire ad eleggere due o tre consiglieri.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI

 

A quel punto, potrebbe diventare realtà il sogno dell'ottagenario Caltagirone: anche se non ottine la maggioranza dei 13 posti in palio per il Cda, gliene bastano 5 o 6 per spacchare in due la governance della compagnia. A quel punto, per Donnet inizierà una agonia quotidiana fino a quando Calta & Milleri non porteranno a termine l’Opa di Mps su Mediobanca, che ha in pancia il 13% di Generali.

 

Sul perché Calta ha presentato una lista di minoranza di 5 o 6 nomi, il motivo è semplice: lo statuto di Generali richiede che una lista di maggioranza deve obbligatoriamente indicare i nomi del presidente e dell’amministratore delegato. Ma i candidati che frullano nella mente di Calta non possono permettersi di porre il loro nome sulla lista senza la certezza di essere eletti, avendo tutti un posto da tenersi buono.

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

 

(Il nome che gira di più è quello di Marco Morelli, già Ad del Monte dei Paschi e ora presidente esecutivo di Axa Investment Managers), compagnia di assicurazioni francese rivale di Generali.

 

UNICREDIT AGO DELLA BILANCIA NELLA BATTAGLIA PER GENERALI

Giuliano Balestreri per “La Stampa”

 

Nella prossima assemblea di Generali, l'ago della bilancia sarà Unicredit. La banca guidata da Andrea Orcel detiene il 5,2% del Leone, una partecipazione che in Piazza Gae Aulenti definiscono «puramente finanziaria», ma secondo diverse fonti finanziarie l'istituto sarebbe in manovra per presentarsi al record date degli azionisti con una quota «vicina, ma inferiore» al 10 per cento.

assogestioni

 

Limite che può essere superato solo dopo aver ottenuto il via libera del regolatore, da Bankitalia all'Ivass. Di certo Generali e Unicredit hanno diversi accordi di distribuzione in est Europa e inoltre il contratto tra Amundi e la banca di Orcel sul risparmio gestito è in scadenza: nulla vieta di pensare che il Leone possa candidarsi a diventare il nuovo partner del gruppo. Anche alla luce dell'accordo con Natixis. Che la partecipazione sia finanziaria o industriale, però, poco cambia ai fini dell'assemblea che oggi il cda di Generali anticiperà al 24 aprile.

 

MARCO MORELLI

L'entrata in gioco di Unicredit sta rapidamente spostando gli equilibri. Anche perché gli acquisti di Orcel non sono fatti direttamente sul mercato, ma da fondi istituzionali: gli stessi che storicamente hanno sostenuto la lista di maggioranza.

 

Prima della comparsa di Gae Aulenti nel capitale di Generali, Mediobanca - che presenterà una lista di maggioranza guidata dal presidente uscente Andrea Sironi e dell'ad Philippe Donnet - poteva contare sul sostegno di gran parte degli istituzionali che avevano il 35% del capitale.

 

unicredit 2

Se davvero Orcel arriverà vicino al 10%, gli istituzionali scenderanno intorno al 25 per cento. Tre anni fa l'assemblea si era spaccata tra il voto dei grandi fondi che avevano sostenuto Mediobanca - la cui lista incassò il 39,6% dei voti - e i soci italiani che avevano votato per la lista sostenuta da Francesco Gaetano Caltagirone che proponeva Luciano Cirinà arrivando al 29,5 per cento.

 

Oggi lo scenario è cambiato radicalmente: nel 2022 Mediobanca aveva preso a prestito circa il 4% dei titoli e contava anche sul sostegno di De Agostini che nel frattempo ha venduto l'1,4 per cento. Tradotto: per confermare il risultato di tre anni fa, Piazzetta Cuccia dovrebbe incassare i voti di tutti i fondi istituzionali.

 

commerzbank 5

Motivo per cui sarà Orcel a definire l'esito della battaglia del Leone. Il banchiere potrebbe scegliere la terza e sostenere la lista di Assogestioni che nel 2022 si fermò all'1% del capitale non prendendo alcun consigliere; se balzasse oltre il 10% entrerebbe in consiglio.

 

Intanto, secondo Bloomberg, entro l'inizio della prossima settimana, Unicredit riceverà il via libera della Bce a salire fino al 29,9% di Commerzbank: Piazza Gae Aulenti, che di Commerz ha già il 9,5%, avrà così la facoltà di trasformare in azioni gli strumenti finanziari che detiene su un altro 18,6% del capitale, al cui interno si sono mossi anche Blackrock, i cui diritti di voto sono saliti dal 7,18 al 7,88%, e Bofa Merrill Lynch, che ha arrotondato la sua partecipazione, quasi interamente rappresentata da strumenti finanziari, dal 10,16% al 10,29 per cento.

GIUSEPPE CASTAGNA MASSIMO TONONI

 

Banco Bpm, invece, ha ricevuto i nulla osta di Ivass e Commissione europea, per il lancio dell'Opa su Anima. Una mossa che potrebbe far desistere Unicredit dalla scalata a Piazza Meda che - peraltro - non incontra i favori del governo. E parlando proprio della scalata di Unicredit, il presidente del Banco, Massimo Tononi, ha detto che «non bisogna fare il tifo ma le scelte giuste per l'economia italiana e tutte le componenti coinvolte, gli azionisti in primis ma poi anche i nostri clienti che sono tanti e hanno il desiderio di continuare a lavorare con noi».

 

Andrea Orcel giuseppe castagna

Secondo il banchiere «il venir meno del pluralismo» bancario «potrebbe essere un elemento di fragilità» per il sistema Paese. Considerazioni che rinviano alle scelte che farà il governo nell'ambito del golden power: «Il processo non è ancora terminato e aspettiamo le risultanze. Per me vale solo quello», ha chiosato Tononi.

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...