LA FIAT (PER ORA): “NON C’È NESSUNA TRATTATIVA CON VOLKSWAGEN”. E PURE DA WOLFSBURG NEGANO - TRANQUILLI: LA DITTA È GIÀ STRANIERA, CAMBIEREBBE POCO – COSTA MOLTO ALL’ITALIA IL TRASLOCO DELLA FIAT IN OLANDA

1. VOLKSWAGEN, SECONDO RIVISTA VUOL COMPRARE FIAT, MA TUTTI SMENTISCONO

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN

 (Reuters) - Volkswagen è interessata a rilevare Fiat, ma l'accordo sull'eventuale prezzo è ancora lontano. Lo scrive, sul sito web, la rivista tedesca Manager Magazin, citando fonti societarie anonime. Ma, a stretto giro di posta, sono arrivate le smentite di Exor e delle stesse Fiat e Volkswagen.

 

Un portavoce della holding ha negato che ci siano stati colloqui con la casa tedesca. Pochi minuti dopo è stata Fiat a diffondere una nota che riporta le dichiarazioni di un portavoce: "Fiat non ha intrattenuto discussioni con Volkswagen in merito a una possibile fusione".

Infine, è stata la volta di un portavoce di Volkswagen: "Non ci sono, al momento, progetti di acquisizioni in programma", ha detto. "Siamo focalizzati sul miglioramento delle efficienze all'interno del gruppo".

 

OPERAI TEDESCHI VOLKSWAGENOPERAI TEDESCHI VOLKSWAGEN

Secondo il mensile, il presidente e maggiore azionista di Volkswagen, Ferdinand Piech, e le famiglie Elkann e Agnelli, con i rispettivi negoziatori, hanno già avuto alcuni colloqui sul tema. Le due famiglie, con la Giovanni Agnelli & C. al vertice della catena partecipativa, detengono il 30,055% di Fiat.

 

L'operazione riguarderebbe un'acquisizione totale o parziale di Fiat Chrysler.

La rivista sottolinea che ci sono, tuttavia, una serie di ostacoli al raggiungimento di un accordo: oltre alla distanza di posizioni sul prezzo, l'AD di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, starebbe esplorando ipotesi alternative.

 

FIAT POMIGLIANOFIAT POMIGLIANO

Inoltre, Volkswagen starebbe valutando le acquisizioni di altre società nel settore dei mezzi pesanti, ma tutte le operazioni assieme non sarebbero sostenibili.

Il mensile aggiunge che i proprietari di Fiat avrebbero intenzione di concentrarsi sul marchio di lusso Ferrari e abbandonare la tradizionale attività nel settore auto.

 

Volkswagen sarebbe interessata a un'integrazione con Chrysler perché, in questo modo, potrebbe risolvere i problemi sul mercato nordamericano.

Alla conferenza stampa annuale di marzo, l'AD di Volkswagen, Martin Winterkorn, aveva detto che il gruppo non aveva piani di espansione attraverso ulteriori acquisizioni. La casa automobilistica tedesca, però, in passato aveva espresso, in diverse occasioni, un interesse per Alfa Romeo, sempre respinto da Marchionne.

 

MEDIOBANCAMEDIOBANCA

La rivista con l'intero articolo sarà diffusa domani.

Sulla scia delle indiscrezioni stampa Fiat ha accelerato in borsa, per poi frenare sulle smentite: attorno alle 15,15, il titolo della casa torinese guadagna l'1,05%, a 7,68 euro, dopo aver segnato un massimo di 7,99 euro. Exor, l'accomandita della famiglia Agnelli che detiene il 30% della casa automobilistica italiana, sale dell'1,21%, a 30,1 euro, dopo aver toccato un picco di 30,89 euro. Volkswagen cede l'1,82%, a 185,65 euro, dopo aver registrato un minimo di 183,45 euro.

 

A seguito dell'acquisizione a gennaio della restante partecipazione in Chrysler, Fiat si appresta a fondersi con la società americana. L'assemblea che dovrà dare l'ok al progetto di fusione si terrà l'1 agosto prossimo.

 

 

2. L’ADDIO DI FIAT AFFOSSA L’ITALIA IMPRESE NANE ED EXPORT GIÙ

Camilla Conti per “il Fatto Quotidiano”

 

Quanto costerà all’Italia il trasloco della Fiat in Olanda? Un rapporto di R&S Mediobanca ha provato a fare i calcoli, partendo dal peso delle quattordici multinazionali industriali che nel nostro Paese sono già piccole, poco competitive, meno orientate all’export, meno solide e meno redditizie delle concorrenti estere.

 

FABBRICA CHRYSLER DI TOLUCA IN MESSICO FABBRICA CHRYSLER DI TOLUCA IN MESSICO

La loro incidenza sul Pil nazionale è infatti la minore in Europa: 26,7 per cento. Ma scenderà al 19,6% se la casa automobilistica confermerà il suo addio a Torino. Così come scenderà l’incidenza del fatturato delle multinazionali tricolore sul totale di quelle europee; dal 7,5% attuale al 5,5% contro il 24% del Regno Unito, il 22% della Germania e il 15% della Francia.

 

Fiat-Chrysler, che vale 7,1% del Pil, oggi è al diciottesimo posto nel mondo nella graduatoria per il totale di attivo, comandata nuovamente da Gazprom (293,1 miliardi) che ha superato la Toyota nel 2012. Fiat arriva a 108 miliardi, ed è preceduta tra le italiane solo dall’Eni, che è 14esima a quota 134 miliardi. In tutto sono dodici le multinazionali italiane prese in considerazione da Mediobanca (che senza Fiat sono al 64,8% in mani pubbliche) e danno lavoro a 49.924 persone in Italia. Gli occupati scenderebbero a 36.992 se escludessimo Fca.

 

FABBRICA  CHRYSLER FABBRICA CHRYSLER

   Idem per la bilancia delle esportazioni: se a fine 2013, comprendendo Fiat-Chrysler, nel settore della manifattura le nostre multinazionali nel 2013 hanno esportato l’85,9%, senza il Lingotto si sarebbe scesi, secondo Mediobanca, al 75,5%, quasi undici punti in meno rispetto alla media Ue che è dell’86,4 per cento. La quota nazionale di vendite salirebbe dal 14,1% al 24,5%, con un crollo di 18 punti percentuali dell’export verso gli Usa, tornando ai livelli del 2010-2011. Ma gli effetti più allarmanti, quando Fiat migrerà, si avranno sulle statistiche relative al costo unitario del lavoro, il cosiddetto Clup, che grazie al gruppo torinese tra 2003 e 2012 è sceso del 13,9%, ma senza Fca sarebbe cresciuto del 3,1%.

 

Marchionne e Obama nella fabbrica Chrysler Marchionne e Obama nella fabbrica Chrysler

Per fare un raffronto, in Germania il calo è stato del 17,3%. Il valore aggiunto per dipendente scende infatti senza la Fiat da 64mila euro a 61.500, ed aumenta il costo del lavoro da 49.200 euro a 52.100, con un differenziale positivo che scende da 14.800 euro a 9.400 euro. Ecco l’effetto Marchionne che si manifesta anche quando l’analisi di Mediobanca si concentra sul settore automotive.

 

   Nel 2012, il 7,3% dei ricavi globali delle quattro ruote sono finiti in Italia, ma se si scorpora la sola Chrysler si scende al 2,8%, meno del 3,8% che il nostro Paese rappresentava a livello globale nel 2004.Lo scenario mondiale dal 2004 ad oggi è cambiato: il Giappone con Toyota e la Germania con Volkswagen hanno scalato la classifica dei produttori, a discapito degli Stati Uniti che con General Motors e Ford hanno perso posizioni, invertendo la tendenza rispetto a dieci anni fa. Corre invece la Corea del Sud con Hyundai e Kia.

ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN FOTO LA PRESSE ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN FOTO LA PRESSE

 

Fiat rimane all’undicesimo posto con 67,3 miliardi, ma dal 2012 è stabilmente davanti alla Peugeot. Volkswagen conquista il mercato mondiale delle vendite crescendo di 6 punti percentuali dal 2004 e arrivando al 15%. Segue Toyota con il 13,5% mentre Fiat è sesta con il 6,6%, in crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2004.

 

   Il mercato italiano delle quattro ruote ha comunque beneficiato dell’effetto Chrysler: i ricavi del settore in Italia sono saliti dal 3,8% al 7,3% nell’ultimo decennio (senza Chrysler la quota sarebbe invece scesa al 2,8%). Il peso sul totale dei ricavi delle multinazionali italiane, che nel 2004 era del 27,1%, sale al 33,8% (senza Chrysler peserebbe il 15,6%). Rispetto alla situazione stagnante dell'industria, i giganti dell'automotive nel primo trimestre del 2014 segnano una ripresa del fatturato del 7,7 per cento.

 

FOTO MARCHIONNE ELKANN FOTO MARCHIONNE ELKANN

Fiat si piazza sopra la media mondiale di 4,6 punti percentuali e segna un +12,3% grazie alle vendite Chrysler in Nord America e Messico. Diminuisce complessivamente il rapporto debiti finanziari su capitale netto, solo il gruppo di Marchionne lo aumenta in maniera evidente: +80,5 punti percentuali.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...