GIÙ LE MANI DAI CONTI CIPRIOTI! VE LO DICE DE BENEDETTI

Carlo De Benedetti per "Il Sole 24 Ore"

È senz'altro un bene che l'accordo finale su Cipro non contempli il prelievo sui depositi bancari sotto i 100mila euro, ma non basta questo ripensamento a diradare la nebbia del dubbio su come è stata gestita questa crisi e sulla stessa soluzione che alla fine è stata individuata. Trovo quanto meno bizzarro che dopo aver immesso centinaia di miliardi di euro nella crisi greca, l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale abbiano di fatto negato a Cipro un intervento da 10 miliardi, a meno di un prelievo forzoso sui conti correnti.

Un diktat assurdo, anche in considerazione del fatto che proprio il collasso greco è stato la causa principale delle difficoltà delle banche cipriote, che avevano largamente investito nel Paese ellenico dopo l'ingresso nell'euro nel 2008. Cipro, in qualche modo, è vittima della Grecia e, soprattutto, dei falliti tentativi da parte della trojka di evitare lo scivolamento di Atene verso il disastro. Certo Cipro non è la Grecia, per dimensioni, peso politico, Pil. È stato notato che la Cina crea, in termini di prodotto, una Cipro ogni settimana. Ma la crisi di questa piccola isola può avere effetti non meno gravi sul sistema dell'euro. Vanno sempre ricordate le origini della grande crisi finanziaria di questi anni.

Quando nel giugno 2007 falliscono due piccoli hedge fund di Bear Sterns che investivano in real estate, pochi capiscono quello che sta per succedere. Nove mesi dopo, però, nel marzo del 2008, salta Bear Sterns e dopo altri sei mesi tocca a Lehman Brothers. La crisi diventa in breve tempo sistemica. È l'esempio di come piccoli eventi possono produrre, con il diffondersi della paura, danni molto più estesi. È con questa consapevolezza che bisogna guardare al caso di Cipro. Nel cuore della crisi che stiamo vivendo, diffondere incertezza circa la capacità delle banche di restituire i depositi può produrre danni generalizzati e molto ampi.

Non è un caso che negli Stati Uniti e in Europa siano previste assicurazioni per i correntisti, rispettivamente fino a 250mila dollari e a 100mila euro. «Safe» and «sound» sono le parole che spesso si usano per attirare i depositi. Cosa può accadere se i risparmiatori e le imprese capiscono che quei depositi non sono più né «safe» né «sound»? Negli Stati Uniti la Fed in questi anni ha sempre enfatizzato la sicurezza dei depositi. Dopo il collasso di Lehman il governo federale ha offerto un'assicurazione speciale su tutti i depositi, senza soglie massime e senza interessi. Immaginate solo cosa succederebbe se negli Usa o in uno qualunque dei principali Stati europei si diffondessero rumors su un prelievo del 10% sui depositi.

La corsa agli sportelli sarebbe inevitabile, le banche chiuderebbero per giorni, imprese e famiglie cesserebbero di fare pagamenti. Il collasso per tutta l'economia occidentale sarebbe immediato. Se questo è il rischio, perché i leader europei, dopo aver speso una fortuna in altri salvataggi, nel caso di Cipro non mollano l'ipotesi della tassazione dei depositi, seppure con una soglia più alta rispetto alle prime ipotesi? C'è certamente la comprensibile volontà di far pagare anche chi, da fuori dell'Europa, ha sfruttato con disinvoltura questo piccolo paradiso fiscale in zona euro (ricordiamo sempre che a Cipro i depositi sono arrivati a 93 miliardi di euro, otto volte il Pil, e appena un terzo fa capo a soggetti residenti).

Comprensibile, certo, ma allora qualcuno dovrebbe spiegare come è stato possibile tollerare che si sviluppasse un paradiso fiscale, utile a ogni riciclaggio, nel cuore dell'Europa. E qualcuno dovrebbe anche giustificarsi per i ritardi nell'Unione bancaria, con il suo corollario di mancata vigilanza e regole comuni. Ma la verità è che dietro quella scelta c'è ancora una volta il prevalere degli interessi nazionali sulle convenienze comuni, le Nazioni prima dell'Europa.

C'è la scarsa lungimiranza di chi in Germania, vedendo avvicinarsi le elezioni, vuole dare segnali di intransigenza al proprio elettorato. Cosa di meglio, allora, che mostrarsi severi con la piccola Cipro, con i suoi poco graditi ospiti russi? E tuttavia dare il messaggio che in Europa i depositi non sono sicuri, significa giocare con il fuoco. Soprattutto in Paesi come il nostro e come la Spagna, che già vedono sistemi bancari in grande sofferenza, l'impatto può essere disastroso.

E non ci sarebbe riparo, a quel punto, in nessuno dei paesi dell'euro. Il mondo ha bisogno di sapere che per il risparmio c'è almeno un luogo sicuro. Se non vogliamo pensare che quel luogo sia il materasso di casa, almeno sui depositi dobbiamo mettere uno scudo sicuro.

P.S.: Nessuno ci ha detto quando e se a Cipro verrà ripristinata la libertà di movimento di capitali.

 

CARLO DEBENEDETTI Carlo De Benedetti CARLO DE BENEDETTI Cipro-dice-no-al-prelievo-sui-depositiPROTESTE A CIPRO - CIPRO NON E' IN VENDITAgreciaProtesta di Pensionati e studenti greci Atene Crisi Grecia lehman brothers merkel-mangia

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…