
GIORGETTI, CHE FACCIA DI BRONZO! – IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, ALL’ASSEMBLEA DELL’ABI, DECLAMA: “IL GOVERNO NON GUARDA ALLA NAZIONALITÀ DEI BANCHIERI MA SOLTANTO ALLA LORO CAPACITÀ A SVOLGERE LA LORO FUNZIONE”. QUALCUNO GLI RICORDI IL CASO DEL GOLDEN POWER IMPOSTO NELL’OPERAZIONE DELL’ITALIANA UNICREDIT SU BPM, APPENA SMONTATO DALL’UFFICIO STUDI DEL PARLAMENTO UE: “IL GOLDEN POWER SOLLEVA QUESTIONI CRITICHE DAL PUNTO DI VISTA LEGALE ED EVIDENZIA UN CONFLITTO POTENZIALMENTE GRAVE TRA APPROCCI REGOLATORI EUROPEI E NAZIONALI” – GIORGETTI HA BACCHETTATO GLI ISTITUTI, RICORDANDO IL CALO DEI PRESTITI ALLE IMPRESE NEGLI ULTIMI 15 ANNI: “IL MEF HA FATTO LA SUA PARTE, ORA MI ATTENDEREI CHE GLI ISTITUTI DI CREDITO TORNINO A FARE LE BANCHE"...
GIORGETTI, IL GOVERNO NON GUARDA NAZIONALITÀ DEI BANCHIERI
giancarlo giorgetti - assemblea abi
(ANSA) - MILANO, 11 LUG - "Il governo non guarda alla nazionalità dei banchieri ma soltanto alla loro capacità a svolgere la loro funzione". Lo afferma il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti all'assemblea dell'Abi ricordando il calo dei prestiti alle imprese negli ultimi 15 anni.
GIORGETTI, GOVERNO HA FATTO SUA PARTE, ORA TOCCA ALLE BANCHE
(ANSA) - MILANO, 11 LUG - "Il governo e il Mef" in questi anni "hanno fatto la loro parte" con la disciplina di bilancio che ha portato al calo dello spread e al miglioramento del rating, elementi "che hanno avuto effetti positivi per le banche" e quindi ora "mi attenderei che gli istituti di credito approfittino del quadro mutato e tornino a fare le banche".
Lo afferma il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti che ha esortato le banche a riconcentrarsi sull'attività di intermediazione e finanziamento dell'economia "guadagnando sul margine di interesse" e meno sulla gestione patrimoniale.
BRUXELLES SMONTA IL GOLDEN POWER
Estratto dell’articolo di Francesco Ninfole per “MF”
Il golden power nel caso Unicredit-Banco Bpm «solleva questioni critiche» dal punto di vista legale, «mina la logica» economica dell’operazione ed «evidenzia un conflitto potenzialmente grave tra approcci regolatori europei e nazionali». È questa l’opinione tecnica dell’ufficio studi del Parlamento Ue (che non rappresenta la posizione politica dell’istituzione), secondo quanto emerge in una nota preparata in vista di un’audizione della presidente della Vigilanza Bce Claudia Buch.
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Il golden power nella vicenda Unicredit-Banco Bpm è in fase di valutazione da parte della Commissione Europea e del Tar. L’analisi dell’unità Egov (Economic Governance and Emu Scrutiny) del Parlamento Ue, scritta da Ronny Mazzocchi e Kai Gereon Spitzer, rileva che a livello legale l’uso del golden power in un’operazione tra due banche italiane «estende significativamente la logica originale della disciplina che è stata concepita come uno strumento per limitare interferenze straniere in settori strategici.
Sebbene il quadro giuridico consenta il golden power anche per operazioni finanziarie domestiche, questo è il primo caso significativo in cui il governo ha imposto condizioni vincolanti in un deal tra banche italiane». Nel testo si osserva che l’offerta di Unicredit è stata l’unica finita sotto la lente del governo, nonostante siano presenti azionisti esteri anche in altre banche, come Credit Agricole in BancoBpm nell’operazione Anima.
giancarlo giorgetti - assemblea abi
Quanto al punto di vista economico, l’analisi osserva che le fusioni «mirano a generare sinergie, sbloccare efficienze di scala e consentire un’allocazione del capitale più agile», ma «le condizioni imposte dal governo italiano interferiscono con questi obiettivi».
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Nella nota si osserva poi che è «altrettanto problematico» l’obbligo per Anima di mantenere l’investimento in titoli di Stato italiani: «Imporre questa condizione obbligatoria trasforma ciò che dovrebbe essere una decisione di investimento basata sul mercato in uno strumento di policy de facto.
Inoltre tali condizioni distorcono l’indipendenza degli asset manager». L’analisi parlamentare rileva poi sul requisito di uscire dalla Russia in nove mesi che la chiusura o la vendita di attività bancarie nel Paese «non è esclusivamente sotto il controllo di Unicredit, ma è soggetta all’approvazione delle autorità russe».
Infine, riguardo al conflitto tra regole Ue e italiane, la nota sottolinea che la divergenza «potrebbe portare a un più ampio confronto legale con possibili procedimenti di infrazione o rinvii alla Corte di Giustizia» ed «evidenzia la sfida di conciliare gli interessi nazionali con i principi del mercato unico, in particolare in settori sensibili come quello bancario e finanziario».