sapelli

“L’UE STA CROLLANDO PERCHÉ HA UN MODELLO BASATO SOLO SULLE ESPORTAZIONI” - GIULIO SAPELLI: “APPENA C'È UN SUSSULTO SUL COMMERCIO MONDIALE, VIENE A MANCARE IL MERCATO INTERNO. CI HANNO COSTRETTI A FARE DELLE SVALUTAZIONI INTERNE, A TAGLIARE I SALARI. È QUESTO È IL VERO PROBLEMA, NON IL DEBITO. IL GIAPPONE HA IL 200% DI DEBITO E HA IL 3% DI DISOCCUPAZIONE. COME LA METTIAMO?”

Antonio Grizzuti per “la Verità”

 

 

GIULIO SAPELLI

Le indiscrezioni sul taglio delle prospettive di crescita relative al nostro Paese da parte della Commissione europea avevano iniziato a circolare già all' ora di pranzo di mercoledì. Sentire profferire l' annuncio dalla viva voce del commissario Pierre Moscovici fa comunque un' altra impressione. Indossato il suo sorrisetto beffardo, l' euroburocrate francese ha confermato che, con un risicato +0,2%, nel 2019 l' Italia sarà fanalino di coda in Europa. La Verità ha chiesto un parere all' economista e accademico Giulio Sapelli.

general electric

 

Professore, nella conferenza stampa di ieri la Commissione europea ha tagliato le stime di crescita per l' Italia, smentendo le previsioni di novembre.

«Che la recessione sia arrivata, io e pochi altri lo dicevamo già da un anno, così come che la Cina abbia smesso di crescere. E poi c'è un grosso problema legato all'economia americana: noi non prestiamo attenzione, guardiamo solo alla Borsa che continua a essere stabile perché le corporation comprano azioni proprie.

 

DAIMLER MERCEDES

Tuttavia, colossi come General electric e General motors sono in crisi. Soffrono anche grandi aziende come Daimler e Nissan, perché è caduto il mercato cinese e poi perché c'è un eccesso di regolazione, ambientale ad esempio. La vicenda del dieselgate sta provocando grossi guai al settore automobilistico, e se il settore automobilistico ha la tosse, tutti gli altri settori hanno la polmonite.

 

A ciò si aggiunga anche una crisi del settore immobiliare che ha in Cina il suo picco massimo, dal momento che ci sono città da 20 milioni di abitanti, abitate se non da 2 o 3 milioni di persone. Ma anche in Europa il settore immobiliare è in difficoltà per colpa, tra le altre cose, di politiche dissennate di pedonalizzazione».

 

GIULIO SAPELLI

Si parla tanto anche di grandi opere.

«Ci sono casi come quello italiano, per cui i lavori e le grandi infrastrutture non si fanno. Oppure la Germania, che ha metà del suo parco autostradale in crisi, ma non fa investimenti perché, per via di una presa di posizione ideologica, non vuole assolutamente fare debito. Quindi è chiaro che poi arriva la depressione. Non bisogna dimenticare, tra l'altro, che in Europa c'è una deflazione secolare, con una Banca centrale che non riesce nemmeno a raggiungere l'obiettivo del 2% di inflazione. Se calano i prezzi, calano anche i profitti delle imprese».

 

Nel frattempo, l'Unione europea ha bocciato la fusione Alstom-Siemens.

alstom

«Pierre Moscovici dovrebbe dire che c'è una politica assurda della regolazione, portata avanti da personaggi come il commissario europeo Margrethe Vestager che non sanno nemmeno cos'è la teoria dell' antitrust, ma che pretendono di decidere qual è la dimensione ottimale del mercato. Bloccare l'accordo tra Alstom e Siemens significa perdere 200.000 posti di lavoro e colpire al cuore due grandi industrie. È chiaro, dunque, che si tratta di una pazzia basata su posizioni ideologiche. Cosa c'entra la Cina? Abbiamo bisogno delle infrastrutture su ferro. Vogliono la green economy e poi non vogliono le infrastrutture su ferro? Ma si mettano d'accordo!».

 

vestager 3

Nel corso della sua analisi, Pierre Moscovici ha sottolineato il fatto che nell'attuale fase di rallentamento economico i fattori esogeni contano fino a un certo punto. Nel caso dell' Italia, invece, il commissario ha puntato il dito contro l'incertezza delle politiche di bilancio del governo gialloblù.

«Questo significa buttare fumo e nascondere la verità. Il vero problema non sono le politiche di bilancio, semmai l'assenza di mercato interno. Il signor Moscovici farebbe bene a riconoscere che il vero problema dell'Europa è che sta crollando il mercato interno.

 

Quando basi il modello economico di un intero continente sulle esportazioni, appena c'è un sussulto sul commercio mondiale, il risultato è che viene a mancare il mercato interno. Ci hanno costretti a fare delle svalutazioni interne, a tagliare i salari e ad abbassare i prezzi, è caduto il tasso tendenziale di profitto, ma non c'è mercato interno. È questo è il vero problema, non il debito. Il Giappone ha il 200% di debito e ha il 3% di disoccupazione. Come la mettiamo?».

moscovici

 

Dunque si tratta di una questione politica?

«Definirla una questione politica sarebbe quasi banale. Semmai, io parlerei di una questione ideologica. È una guerra dell'ideologia ordoliberista, la stessa sulla quale si è voluta costruire la Banca centrale europea, edificata a sua volta sulle orme della Bundesbank. È un'ideologia secondo la quale fare debito è peccato, quando invece il mondo è sempre andato avanti a debito».

 

Quali sono ora le prospettive future?

«Esiste la possibilità di un attacco speculativo. E ciò nonostante, si badi bene, questi personaggi non sanno cos'è l'economia ma si limitano a ripetere cose scritte per loro dai tecnocrati. Lo dimostra, ad esempio, il modo con cui viene condotta la politica economica europea. È questo il motivo per cui Moscovici non va preso sul serio.

 

Però l'attacco speculativo non deve diventare un'arma. Moscovici ha parlato? Bene. La migliore risposta è il silenzio, non fare dichiarazioni. Perché le aste dei titoli di Stato sono andate molto bene, perché c'è fiducia nello Stato, ma la fiducia cala se tu gli rispondi e ti metti ad abbaiare alla Luna».

di maio di battista gilet gialli

 

A proposito di silenzio, ieri la Francia ha richiamato il suo ambasciatore in Italia, aprendo quella che è stata definita da più commentatori la più grave crisi diplomatica dal dopoguerra fino a oggi.

«L'incontro di Luigi Di Maio con i gilet gialli è stata una mossa sbagliata. Non andava fatto proprio alcun incontro. Quando mai un vicepremier va dai manifestanti di un altro Paese? Oppure, per citarne un' altra, è sbagliato che il presidente della Camera decida di interrompere i rapporti con il Parlamento di un altro Paese (il riferimento è alle dichiarazioni di Roberto Fico sul caso Regeni, ndr). Credo che l'elettorato punirà questi atteggiamenti, perché c'è molto più buon senso in questo Paese di quanto non si pensi. La gente non vuole attacchi, vuole star tranquilla, vuole avere stabilità. Occorre andare d'accordo con tutti, anche con la Francia e la Germania».

Ultimi Dagoreport

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)