UNA SOBRIA GRANDE COALIZIONE PURE A CONFINDUSTRIA - IERI SQUINZI SI È RECATO NELLA SEDE DELLA BREMBO PER CONCORDARE CON BOMBASSEI UNA SQUADRA CONDIVISA DA PRESENTARE IL 19 APRILE IN ASSEMBLEA - BOMBASSEI AVREBBE CHIESTO DI FAR ENTRARE NELLA COMMISSIONE PER LA RIFORMA GIAMPIERO PESENTI RICEVENDO LA TOTALE DISPONIBILITÀ DI SQUINZI - LA DELEGA PRESTIGIOSA DELLE RELAZIONI SINDACALI POTREBBE ANDARE A UN ESPONENTE DI FEDERMECCANICA - EMMA, LA GRANDE MEDIATRICE…

1 - SQUINZI, IL 19 PRESENTERO' LA MIA SQUADRA - CON BOMBASSEI COLLOQUIO CORDIALE E COSTRUTTIVO
(ANSA) - Il presidente designato di Confindustria, Giorgio Squinzi, dopo un incontro "cordiale e costruttivo" con l'ex rivale Alberto Bombassei, si prepara a presentare il prossimo 19 aprile alla giunta Confederale quella che "sarà la mia squadra". Lo ha detto a margine dell'assemblea di Confindustria Mantova, rispondendo alla domanda se alla guida della Confederazione ci sarà una squadra 'ecumenica'.

Squinzi ha poi spiegato che, dopo il primo incontro con il numero uno della Brembo, "non c'é ancora nulla, penso però che alla fine si troverà un modus vivendi tranquillo" correggendo chi gli chiedeva se si troverà 'la quadra'. "Io - ha aggiunto - sto preparando un programma e una squadra, il 19 aprile saprete tutti i dettagli, è ancora tutto in elaborazione e non posso anticipare nulla". Alla domanda poi se tra i due ex rivali si sia ritrovata la concordia, l'industriale patron della Mapei, ha replicato: "me lo auguro, i programmi erano molto simili". Riguardo invece a differenze tra i due punti di vista, Squinzi ha detto: "credo nella continuità con i cambiamenti richiesti dal mutare continuo delle situazioni".

2 - SQUINZI, NO A GUERRE DI RELIGIONE, SERVE CONCORDIA
(ANSA) - Sull'articolo 18 "non è il momento giusto per fare le guerre di religione". Lo sostiene il presidente designato di Confindustria, Giorgio Squinzi, che a margine dell'assemblea degli industriali mantovani precisa come "fino al 25 maggio non ho le competenze per inserirmi in questo discorso, perché la responsabilità è di Emma Marcegaglia, e ho anche la speranziella che il problema venga risolto prima, entro il 24 maggio".

3 - CONFINDUSTRIA: MARCEGAGLIA,C'E' UNITA' DOPO DIALETTICA FORTE
(ANSA) - La contrapposizione tra Giorgio Squinzi e Alberto Bombassei alla presidenza di Confindustria ha visto svilupparsi "un dibattito, una dialettica anche forte, ma adesso si ritrova la giusta l'unità che è la vera forza di Confindustria". Lo ha detto la presidente degli Industriali Emma Marcegaglia. "Ho sempre pensato - ha aggiunto - che lasciati da parte i tifosi, i due imprenditori siano serissimi e anche molto simili per storia imprenditoriale" e che "avrebbero trovato una situazione di tranquillità".

Parlando a margine dell'assemblea degli Industriali di Mantova, Emma Marcegaglia ha sottolineato che "ha vinto Squinzi, si sono visti, e Bombassei è una persona di grande valore e contribuirà ad alcune scelte che farà Squinzi". "Mi pare - ha concluso - che si stia ripristinando una giusta unità che è poi la vera forza di Confindustria".


4 - SQUINZI BOMBASSEI, VERTICE A SORPRESA PER TRATTARE SQUADRA E PROGRAMMA
Roberto Mania e Luca Pagni per "la Repubblica"

Prove di unità in Confindustria. A sorpresa, dopo essersi sfidati all'ultimo voto una settimana fa, il presidente designato Giorgio Squinzi e il rivale Alberto Bombassei si sono incontrati ieri a Milano nella sede della Brembo. Il patron della Mapei e il numero uno della Brembo hanno deciso di avviare un confronto, che proseguirà nei prossimi giorni, per cercare di arrivare a una proposta condivisa per la gestione dell'associazione, da presentare già alla prossima riunione della giunta di Confindustria prevista per il prossimo 19 aprile.

Del resto, è accaduto quello che in molti si aspettavano. Confindustria non si era mai divisa così radicalmente per l'elezione del presidente: la votazione della scorsa settimana si è chiusa con una differenza minima di 11 voti (93 a 82).

Con in più l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, che si è attributo il ruolo di ago della bilancia, rivelando di aver fatto convergere all'ultimo momento i 5 voti del suo gruppo in direzione di Squinzi per evitare quello che, a suo dire, avrebbe determinato un pericoloso equilibrio tra i due schieramenti. Ma un modo per rivendicare anche il peso delle aziende controllate dal Tesoro all'interno del governo di Confindustria. Così da disegnare un'associazione condizionata dai grandi gruppi pubblici (Eni, Enele la stessa Finmeccanica) con un baricentro spostato verso il centro e sud Italia.

«Si sono incontrati due imprenditori del nord che parlano una lingua comune e che conoscono i problemi degli industriali»: è invece il commento che è trapelato ieri dai rispettivi entourage.

Squinzi e Bombassei hanno dunque deciso di non delegare più nessuno in questa partita di riavvicinamento, proprio per azzerare il clima polemico della campagna elettorale. In cima all'agenda di entrambi una riforma (Bombassei parlò addirittura di «rifondazione» di Confindustria) dell'organizzazione interna, per sburocratizzare il sistema, azzerare le duplicazioni, migliorare i servizi.

Bombassei avrebbe chiesto di far entrare nella commissione per la riforma Giampiero Pesenti ricevendo la totale disponibilità di Squinzi. L'emergenza dell'autoriforma è stata riconosciuta ieri dalla stessa presidente uscente, Emma Marcegaglia: «Ho ridotto il budget del 20 per cento - ha detto da Cernobbio - ma ho il rammarico di non aver fatto di più».

Definite le linee di una nuova governance confindustriale, si passerà alla squadra. Scontato a questo punto la presenza di un rappresentante dei bombasseiani. La casella individuata dovrebbe essere quella del vicepresidente con la delega prestigiosa alle relazioni sindacali, un posto che in un primo tempo sembrava destinato ad Aurelio Regina (presidente di Unindustria Roma) e uno dei king maker del successo di Squinzi. Più probabile invece che quella funzione venga attribuita a un industriale proveniente dalla Federmeccanica vicino a Bombassei.

Soltanto martedì scorso il presidente della Brembo aveva riunito i suoi sostenitori in un albergo di Milano fondando - forte del sostegno che gli era arrivato da pezzi importanti dell'industria del nord, Veneto compreso - una sorta di corrente («Impresa al centro»), mandando il messaggio di essere pronto a sfidare Squinzi sia nella giunta del 19 aprile (chiamata a dare un parere favorevole a programma e squadra) sia all'assemblea di maggio che eleggerà il nuovo presidente. Ora tutto sembra rientrato.

 

 

 

 

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