roberto gualtieri

LE PODEROSE RISORSE PROMESSE DA CONTE? IN REALTÀ SONO UN DECRETO A SALDO ZERO – GUALTIERI FA IL GIOCO DELLE TRE CARTE: SI VANTA DEI FONDI STANZIATI PER PAGARE I DEBITI DELLE PA (12 MILIARDI), MA SI TRATTA DI SOLDI CHE GIÀ SPETTAVANO ALLE IMPRESE – ALLE REGIONI CHE CHIEDONO DI POTERSI INDEBITARE IL GOVERNO RIMANDA ALLE CALENDE GRECHE DEL RECOVERY FUND (CHE ARRIVERÀ NEL 2021, MA CON UN BOTTINO PIUTTOSTO MAGRO...)

 

 

Claudio Antonelli per “la Verità”

 

Roberto Gualtieri

Lunedì sera si è tenuto un incontro molto defilato tra governo, Conferenza delle Regioni e Province autonome. Le parti non vogliono alzare i toni dello scontro. D' altronde gli Enti hanno recentemente ottenuto un extra versamento da parte del governo centrale portando la cifra a circa 6 miliardi di euro.

 

Le tensioni non sono però del tutto cessate anche perché a causa del Covid il braccio operativo dell' Anci ha stimato per il 2020 un buco di gettito di circa 7 miliardi, con una probabilità che si si allarghi a 9. Resterebbero così scoperti servizi e welfare per circa 3 miliardi di euro. Non a caso nell' incontro virtuale di lunedì sera le Regioni e gli enti autonomi hanno avanzato l' idea di indebitarsi per per sostenere gli investimenti.

giuseppe conte roberto gualtieri 9

 

«Le Regioni hanno chiesto di potersi indebitare molto di più, e a più lungo termine di quanto consentito finora. I rappresentanti del governo si sono però mostrati riluttanti, poiché un' alternativa a questo potrebbe essere il ricorso al Recovery fund, il Fondo europeo di ripresa economica recentemente proposto dalla Commissione europea per gli Stati più colpiti da Covid-19», recita la nota della Provincia autonoma di Bolzano per conto presidente altoatesino, Arno Kompatscher.

giuseppe conte meme 1

 

Arno Kompatscher

Invece di indebitarsi, le Regioni potranno beneficiare dei fondi di questo programma comunitario. Per farlo, tuttavia, l' Italia deve prima definire le linee guida a livello statale per il ricorso al fondo, così come chiesto dall' Ue, redigendo un Recovery plan. Questa è stata in sintesi la risposta di Roberto Gualtieri e del suo vice Antonio Misiani. Una risposta che lascia esterrefatti. Gli enti locali pongono un problema immediato. Il buco si è aperto già per il 2020. A quello si aggiunge la necessità di avviare mutui per immettere nuove infrastrutture nell' economia locale e tenere in piedi nei fatti il Pil.

 

roberto gualtieri

Il governo sa bene che i soldi del Recovery fund se non sono come quelli del monopoli poco ci manca. Non arriveranno prima del prossimo anno e saranno solo un magro antipasto. Nel 2021 gli esborsi previsti dalla proposta di regolamento del Recovery plan valgono solo il 5,9% dell' intero pacchetto, quindi i pagamenti salgono al 15,8% nel 2022, mentre quasi metà dei 600 miliardi verrebbe erogata solo nel 2023 e nel 2024 (con una coda fino al 2026). «Nel caso dell' Italia è possibile stimare che l' anno prossimo i trasferimenti diretti di bilancio (quelli impropriamente definiti a fondo perduto) non varranno più di 4 miliardi di euro, mentre sotto forma di prestiti ne dovrebbero arrivare altri 8», scrive sul Corriere della Sera, Federico Fubini che non è certo un sovranista.

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

 

Al freddo calcolo si aggiunge la Recovery and resilience facility che - peggio ancora - va a calibrare i versamenti in base al reddito nazionale. Che, inutile sottolinearlo, quest' anno vedrà un sostanziale crollo in parallelo all' andamento del Pil.

 

Eppure i numeri non bastano a far comprendere la realtà a chi continua a vederla con gli occhi dell' ideologia o della necessità politica di rispettare i diktat di partito.

GIUSEPPE CONTE E IL BONUS MONOPATTINO

Il riferimento è al Pd che pur di portare avanti la logica del Mes e dei parametri del Patto di stabilità (nonostante sia stato sospeso) arriva a imporre il gioco delle tre carte linguistico al ministro dell' Economia Gualtieri. Ieri il capo del Mef ha celebrato un grande passo avanti per erogare liquidità agli enti locali e alle imprese. «Con la convenzione firmata tra Mef e Cdp 12 miliardi vengono messi subito a disposizione degli Enti locali per pagare i debiti della Pubblica amministrazione», ha detto Gualtieri.

roberto gualtieri e dario franceschini all'abbazia di contigliano

 

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

«Un' iniezione importante di liquidità per tante imprese, utile e necessaria, oggi più che mai». La cifra è certamente importante e il merito va ricondotto a Cdp. Ma non è corretto dire che il governo eroga liquidità. Questi sono soldi che già spettavano alle imprese e che già la Pa avrebbe dovuto versare pagando in tempo le fatture. Il Covid non c' entra nulla. Già nel lontano 2014 Matteo Renzi aveva promesso di saldare i debiti. Non l' ha fatto.

massimo d'alema con roberto gualtieri

 

A gennaio secondo Bankitalia l' ammontare residuo è ancora di 50 miliardi con un tempo medio di 46 giorni (più di 67 secondo la società Intrum) contro i 30 previsti dall' Ue e pure dal nostro Parlamento. Non a caso pure la Corte di giustizia ha multato l' Italia.

Dunque, c' è poco da vantarsi. I 12 miliardi nono sono certo un regalo né per gli Enti locali e né per le aziende. Tanto più che il governo dovrebbe aver il buon gusto di tacere.

Perché chiede a Cdp di intervenire per riparare a una furbata fatta ad aprile in occasione del dl Liquidità.

roberto gualtieri luigi di maio

 

Le poderose risorse promesse da Conte sono in realtà un decreto a saldo zero. I 2,7 miliardi messi a disposizione del Fondo di garanzia del Mediocredito centrale provengono dal Cura Italia emesso a marzo. Il miliardo destinato a Sace è stato pescato da un fondo messo in pista nel 2014 - in pieno governo Renzi - per sostenere quelle aziende in attesa di ricevere i pagamenti della Pubblica amministrazione. Questo sì è il gioco delle tre carte. Ad aprile il governo depaupera le aziende di una importante leva per incassare i crediti e un mese e mezzo dopo si vanta di poterle pagare.

Ultimi Dagoreport

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...