putin esercitazioni russe

LA GUERRA NON E’ PIU’ REDDITIZIA – L’ANALISI DEL PREMIO NOBEL PAUL KRUGMAN: “IN UN'ECONOMIA GLOBALE, È DIFFICILE CONQUISTARE UN ALTRO PAESE SENZA ESTROMETTERSI DAI CIRCUITI INTERNAZIONALI. E POI LA GUERRA MODERNA FA USO DI UNA QUANTITÀ INVEROSIMILE DI RISORSE. GLI ESERCITI PREMODERNI USAVANO UNA QUANTITÀ LIMITATA DI MUNIZIONI E POTEVANO VIVERE DELLE RISORSE DELLA TERRA. LA GERMANIA NAZISTA OCCUPÒ ALTRE NAZIONI DAL PIL PREBELLICO DOPPIO RISPETTO AL SUO MA LE SPESE DI GUERRA NON FURONO MAI RIPAGATE. ANCHE SE L’UCRAINA DOVESSE CADERE, LA RUSSIA SI TROVEREBBE A CERCARE PER ANNI E ANNI DI TENERE A FRENO UNA POPOLAZIONE OSTILE”

Articolo di Paul Krugman pubblicato da “la Stampa” - Traduzione di Anna Bissanti

 

paul krugman 4

Il miracolo ucraino potrebbe non durare. Il tentativo di Vladimir Putin di vincere in fretta e con poca spesa, conquistando le città più importanti con forze relativamente leggere, ha dovuto far fronte a una considerevole resistenza, ma i carri armati e le armi pesanti stanno guadagnando terreno. E, malgrado l'incredibile eroismo del popolo ucraino, è ancora più plausibile che implausibile che, alla fine, tra le macerie di Kiev e di Kharviv sarà piantata la bandiera russa. Anche se ciò dovesse accadere, tuttavia, la Federazione Russa si ritroverebbe più fragile e più povera di prima dell'invasione. La conquista non paga.

 

esercitazione militare russa

Perché? Se si risale indietro nella Storia, ci si accorge di innumerevoli esempi di potenze arricchitesi con il valore militare. Di sicuro, i Romani trassero grandi benefici dalla conquista del mondo ellenistico, come fu poi per la Spagna con la conquista di Aztechi e Incas. Il mondo moderno, però, è diverso e per "moderno" mi riferisco quanto meno all'ultimo secolo e mezzo.

 

Nel 1909 l'autore britannico Norman Angell diede alle stampe il suo famoso saggio "La grande illusione" nel quale sosteneva che la guerra era diventata obsoleta. Il suo libro perlopiù fu frainteso: si pensò che dicesse che una guerra non poteva più scoppiare, dichiarazione rivelatasi tragicamente errata nelle due generazioni successive. Di fatto, Angell aveva scritto che nemmeno i vincitori di una guerra potevano più ricavare benefici dal loro successo militare.

 

esercitazioni esercito ucraino

Non ci sono dubbi: aveva pienamente ragione. Siamo tutti grati agli Alleati che hanno avuto la meglio nella Seconda guerra mondiale, ma la Gran Bretagna ne uscì come una potenza minore e soffrì anni di austerità cercando di superare la penuria di valuta estera. Perfino gli Stati Uniti ebbero un periodo di assestamento postbellico più difficile di quanto molti si siano resi conto, e dovettero far fronte a un picco di aumenti dei prezzi che per un certo periodo spinsero l'inflazione sopra al 20 per cento.

 

esercito russo

Viceversa, nemmeno una disfatta completa riuscì a impedire a Germania e Giappone di conseguire alla fine una prosperità senza precedenti. Perché e quando la conquista divenne non remunerativa? Angell sosteneva che tutto era cambiato con l'affermarsi di una «vitale interdipendenza tra le nazioni», che «superava trasversalmente le frontiere internazionali», e suggerì che quel fenomeno «fosse in buona parte l'esito degli ultimi quarant' anni», un processo iniziato dunque intorno al 1870.

 

il missile s 300 lanciato durante un esercitazione vicino astrakhan 1

Sembra una supposizione corretta: intorno al 1870, le reti ferroviarie, i battelli a vapore e il telegrafo resero possibile la creazione di quella che alcuni economisti chiamano la prima economia globale. In un'economia globale di questo tipo, è difficile conquistare un altro Paese senza estrometterlo a caro prezzo (ed estromettersi) dalla distribuzione

internazionale del lavoro, per non parlare del sistema finanziario internazionale.

 

Oggi questa è la dinamica in atto in Russia sotto i nostri occhi mentre ne parliamo. Angell puntualizzava anche i limiti delle espropriazioni in un'economia moderna: non è possibile impossessarsi di asset industriali come i conquistatori preindustriali fecero in un lontano passato con la terra, perché le espropriazioni arbitrarie annientano gli incentivi e il senso di sicurezza che una società avanzata ha bisogno che restino produttivi. Ancora una volta, la Storia rende giustizia alla sua analisi.

militari russi 6

 

Per un certo periodo, la Germania nazista occupò altre nazioni dal prodotto interno lordo prebellico complessivo più o meno doppio rispetto al suo ma, nonostante uno sfruttamento spietato, sembra che i territori occupati abbiano ripagato le spese di guerra della Germania soltanto nella misura del 30 per cento circa, in parte perché molte economie che la Germania cercò di dissanguare a suo vantaggio crollarono sotto quel peso.

opere portate via durante il sacco nazista 2

 

Piccola digressione: non è impressionante e orribile ritrovarci in una situazione in cui i fallimenti economici di Hitler ci insegnano qualcosa di utile riguardo le prospettive per il futuro? Tuttavia, è questo il punto in cui ci troviamo. Grazie, Putin. Vorrei aggiungere altri due motivi che spiegano perché le conquiste sono inutili. La prima è che la guerra moderna fa uso di una quantità inverosimile di risorse.

 

opere portate via durante il sacco nazista 1

Gli eserciti premoderni usavano una quantità limitata di munizioni e potevano, in certa qual misura, vivere delle risorse della terra. Ancora nel 1864, il generale dell'Unione Army William Tecumseh Sherman poteva sganciarsi dalle linee dei rifornimenti e marciare attraverso la Georgia portandosi dietro razioni militari per soli venti giorni. Gli eserciti moderni, invece, richiedono enormi quantità di munizioni, di pezzi di ricambio e, soprattutto, di carburante per i loro veicoli.

 

militari russi 5

In effetti, dalle ultime valutazioni del Ministro britannico della Difesa risulta che l'avanzata russa su Kiev si sia temporaneamente fermata «in conseguenza, probabilmente, di continue difficoltà logistiche». Ciò che questo implica per gli aspiranti conquistatori, qualora avessero poi la meglio, è un costo altissimo, con pochissime probabilità di essere pagato. In secondo luogo, oggi viviamo in un mondo di nazionalismo infervorato. Nell'antichità e nel Medioevo i contadini probabilmente non facevano caso più di tanto a chi li sfruttava. Gli operai di oggi sì.

 

militari russi 1

Il tentativo di Putin di impossessarsi dell'Ucraina sembra basarsi non soltanto sul principio secondo cui una nazione ucraina non esiste, ma anche sul presupposto che gli stessi ucraini possano essere convinti a considerarsi russi. Sembra molto improbabile che una cosa del genere possa accadere.

 

Quindi, anche se Kiev e altre importanti città ucraine dovessero cadere, la Russia si troverebbe a cercare per anni e anni di tenere a freno una popolazione ostile. Una conquista, pertanto, è una prospettiva perdente. Ciò è vero da almeno un secolo e mezzo ed è ovvio a chiunque sia disposto a guardare ai fatti di più di un secolo. Peccato che vi siano ancora pazzi e fanatici che si rifiutano di crederci, e che alcuni di loro comandino nazioni ed eserciti.

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)