GUERRA ALLA PROCURA DI MILANO SULL’INCHIESTA SEA - IL FASCICOLO SULLA VENDITA DELLA QUOTA DEGLI AEROPORTI MILANESI LASCIATO PER MESI IN UN CASSETTO. SCONTRO TRA BRUTI LIBERATI, GRECO E ROBLEDO - LA TRATTATIVA “OPACA” GAMBERALE-TABACCI, CONSULENTE ALESSANDRO PROFUMO

1. LA TRATTATIVA "OPACA" GAMBERALE-TABACCI
Sandro De Riccardis per Repubblica-Milano

È uno «scenario opaco», quello che emerge dall'inchiesta del Pm Alfredo Robledo sulla vendita del 29,75% di Sea. Un «continuo interloquire» tra i soggetti protagonisti della gara, vinta da F2i, che non avrebbero dovuto parlare tra loro.

E invece nell'indagine che vede indagati per turbativa d'asta l'ad di F2i, Vito Gamberale, il manager del fondo Mauro Maia e l'indiano Behari Vinod Sahai, uomo degli sconfitti Srei, tutti parlano con tutti. Tanto da conoscere, per la procura, elementi della gara che dovrebbero sapere solo il 17 novembre 2011, quando il bando diventa pubblico.

LE TELEFONATE
È Gamberale a dire al pm di aver «incontrato per la prima volta Bruno Tabacci (assessore al Bilancio al momento dei fatti, non indagato), se non ricordo male, il 12 settembre 2011. Da qui ebbe inizio il nostro dialogo - racconta l'ad - sulle condizioni per individuare una base di reciproca possibilità d'interesse per definire l'operazione Sea».

Da un'intercettazione della procura di Firenze tra Gamberale e Maia, parte l'inchiesta milanese. «Bisogna capire che profilo chiederanno a questo fondo, che abbia un profilo come il nostro», dice Gamberale. «Questo lo faranno per noi, uguale al nostro direi» dice Maia. Agli atti, dal 3 novembre 2011 - due settimane prima del bando - al 18 dicembre 2011 - due giorni dopo la vittoria di F2i - il Nucleo di polizia tributaria della Gdf annota decine di telefonate tra Tabacci e Gamberale.

In una mail del 21 ottobre, da Maia a Gamberale, «è trasmessa la bozza dell'offerta per Serravalle e Sea. Maia - annota la Finanza - riferisce a Gamberale che "lunedì l'appuntamento è alle 12.30 al tuo hotel con Tabacci e Profumo"».

"LE INFORMAZIONI A F2I"
In procura viene sentito Isidoro Lucciola, socio della Appeal Strategy& Finance del banchiere Alessandro Profumo. «L'incarico di consulenza fu conferito da Sea dal presidente Giuseppe Bonomi. Dopo un primo incontro, nel settembre 2011, ve ne fu uno successivo con Bonomi, Tabacci e il suo collaboratore Luca Ungaro. (...) Fummo incaricati, da Bonomi e Tabacci, di prendere contatti con F2i, in quanto interessato alle partecipazioni del Comune. Aderimmo all'invito e dopo la metà di settembre 2011 iniziai ad avere incontri con Mauro Maia di F2i, relazionandomi parallelamente con Ungaro, come referente del Comune. (...) Mi è capitato di fornire informazioni che avevo recepito nel corso di riunioni in Comune, a Maia. Il tutto era coerente con le indicazioni emerse nella riunione del 12 settembre alla presenza di Tabacci, Ungaro e Bonomi. Mi era stato, in buona sostanza,
riferito di fornire tali informazioni a F2i».

LE MAIL CON LE BOZZE DI BANDO
Per la Finanza, che sequestra le mail tra Maia e Gamberale, i due si scambiano il 7 luglio 2011, documentazione sui bandi per la vendita delle quote Serravalle «identico nella struttura a quello pubblicato l'11 ottobre 2011, salvo per il diverso valore a base d'asta». Per Sea, «è evidente che la possibilità di acquisire una quota è resa pubblica dal Comune il 17 novembre 2011», mentre «si paventava nelle mail, già nel luglio 2011, una tale possibilità».

2. GUERRA IN PROCURA SULL'INCHIESTA SEA - IL FASCICOLO SULLA VENDITA DELLA QUOTA DEGLI AEROPORTI MILANESI LASCIATO PER MESI IN UN CASSETTO. SCONTRO TRA IL PROCURATORE BRUTI LIBERATI, GRECO E IL PM ROBLEDO
di Marco Lillo per Il Fattoquotidiano.it

La pubblicazione delle carte dell'indagine per la turbativa d'asta sulla cessione della Sea, la società del comune che gestisce gli aeroporti di Milano, farà esplodere le polemiche che covano da tempo nella Procura di Milano. La spaccatura è profonda: da un lato il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati e il procuratore aggiunto Francesco Greco, dall'altro il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, competente sui reati della pubblica amministrazione.

Robledo si sente scavalcato dal suo capo che preferisce assegnare i fascicoli con i ‘suoi' reati, contro la pubblica amministrazione, al pool reati finanziari diretto dall'aggiunto Greco. Le frizioni sono all'ordine del giorno: dal San Raffaele alla vicenda Ruby tris. L'indagine sulla presunta turbativa d'asta della Sea però ha tutti gli elementi della scintilla che scatena l'incendio.

Quel fascicolo non solo è andato al procuratore aggiunto sbagliato ma è rimasto a dormire nel momento in cui avrebbe potuto dare grandi soddisfazioni ai pm. Tutto inizia il 25 ottobre del 2011 quando dalla Procura di Firenze arriva al protocollo per il procuratore capo di Milano un fascicolo con la trascrizione di un'intercettazione dell'amministratore di F2i Vito Gamberale che lascia intendere un tentativo di ottenere un bando di gara su misura per la gara Sea.

Il fascicolo non va a Robledo, competente sulle turbative, ma al procuratore aggiunto Greco che immediatamente lo affida al pm più esperto e stimato del suo pool: Eugenio Fusco e lo coaffida a sé stesso. Insomma i nomi dei pm e l'importanza della gara milanese (385 milioni) farebbero prevedere faville investigative.

Il 6 dicembre, dopo che esce un'indiscrezione della Reuters sull'esistenza del fascicolo, Fusco, correttamente, se ne spoglia con una lettera a Bruti "al fine di valutare la competenza di altro dipartimento". Bruti annuncia a Robledo, che gli consegnerà il fascicolo ma poi non lo fa. Eppure sarebbe il momento buono per fare le intercettazioni: sono i giorni della gara.

Solo 3 mesi dopo, a seguito di una seconda fuga di notizie, il fascicolo plana finalmente sulla scrivania di Robledo . È il 16 marzo 2012, il giorno dopo la pubblicazione su L'Espresso di un articolo sull'esistenza dell'intercettazione dimenticata.

Ora che le carte sono pubbliche è molto probabile che la vicenda approdi al Consiglio Superiore della Magistratura. La trascrizione finora inedita del colloquio tra Gamberale e il suo braccio destro, Mauro Maia, carpita il 16 settembre è stata trascritta in neretto dalla Finanza in questo passo:

Vito Gamberale (G): ecco ma fammi capire, dobbiamo capire come si aprirà questa gara

Mauro Maia (M): si ma eh, secondo me la gara sI aprirà che il comune dirà: faccio una gara per I'ingresso di un fondo

G: ecco ma bisogna capire che profilo chiederanno a questo fondo no?

M: si assolutamente dovranno...

G: e secondo me questo lo devi... lo devi valutare con Roli (avvocato del comune di Milano, ndr) no?

M: si si si assolutamente

G: per vedere se noi possiamo rientrarci o come no?

M: si si ma questo lo faranno per noi insomma, è evidente che (incomprensibile)

G: si però, però, ci devi lavorare Mauro eh!

M: si si si ma questo è...

G: Va bene?

M: assolutamente assolutamente, non... io la farei restrittiva o istituzionale, italiano, non operativo, tutte quelle cose li no?

G: Si si si ma deve essere italiano, con soci istituzionali di lungo periodo, insomma che abbia un profilo tipo il nostro

M: il nostro si, uguale al nostro direi (ride, ndr)

G: va bene.

Secondo il pm Robledo l'intenzione di influenzare il bando per ritagliarlo su misura di Gamberale fallì per l'opposizione degli inflessibili dirigenti del comune. Anche se Gamberale, sempre per il pm, ottenne ugualmente il suo risultato intervenendo sui competitori. La Procura intanto si dimenticava di lui.

 

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