1- ORA SONO DOLORI E DOLLARI DA SGANCIARE PER LA COSTA CROCIERE: SCHETTINO AVRA’ PURE FATTO IL PIRLA DEI SETTE MARI CON IL FAMIGERATO “INCHINO” MA LA ‘’SCATOLA NERA’’ RIVELA CHE LA NAVE ERA IN AVARIA GIA’ QUATTRO GIORNI PRIMA DEL NAUFRAGIO AL GIGLIO. E, SECONDO IL CODICE DI NAVIGAZIONE, NON DOVEVA ASSOLUTAMENTE SALPARE 2- I RISULTATI DELLA PERIZIA DEL TRIBUNALE E LO SCAMBIO DI MAIL TRA LA COMPAGNIA E LA DITTA DI MANUTENZIONE. ALCUNI SISTEMI DI CONTROLLO DELLA COSTA CONCORDIA NON ERANO FUNZIONANTI E LE PORTE TAGLIAFUOCO ERANO APERTE (CONTRO LE REGOLE) 3 - IL BLACKOUT ELETTRICO DEL SISTEMA MARTEC POTREBBE AVER CAUSATO QUATTRO MORTI 4- ORA TOCCA ALLA MAGISTRATURA VALUTARE IL PESO DI CIO’ SULLE CAUSE DELLA TRAGEDIA

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Alcuni sistemi di controllo della Costa Concordia non erano funzionanti. La nave affondata la sera del 13 gennaio scorso di fronte all'Isola del Giglio viaggiava con le porte stagne aperte e con mappe «non approvate», ma l'anomalia più grave - almeno secondo quanto verificato dai periti - riguarda la «scatola nera».

È stato infatti accertato che il macchinario era in avaria dal 9 gennaio, ben quattro giorni prima del naufragio che provocò la morte di trentadue persone. I consulenti nominati dal giudice di Grosseto lo hanno verbalizzato il 4 aprile scorso evidenziando di poter quindi analizzare esclusivamente i dati contenuti nel computer di servizio. E di dover lavorare su documentazione incompleta visto che dalle 23.36 del 13 gennaio non c'è più alcuna registrazione. E questo vuol dire che gran parte della fase di abbandono della nave è avvenuta «al buio».

Circostanze che risultano pure dai verbali di testimoni e indagati interrogati in questi mesi. Ma soprattutto dalle mail acquisite dai pubblici ministeri che indagano sul comportamento del comandante Francesco Schettino e sulle eventuali responsabilità dei vertici della Compagnia. Le missive tra Pierfrancesco Ferro, il responsabile del settore tecnico di Costa, e la ditta di manutenzione dimostrano infatti che si era deciso di intervenire per la riparazione del guasto il 14 gennaio quando la nave fosse arrivata nel porto di Savona. Troppo tardi. E adesso sarà la magistratura a dover valutare quanto tutto questo abbia pesato sulle cause della tragedia, tenendo conto che il codice della navigazione vieta alle imbarcazioni di salpare in queste condizioni.

LE EMAIL CON LA DITTA
Allegata agli atti c'è una mail spedita il 22 gennaio - nove giorni dopo il disastro - da Ferro al direttore generale Gianni Onorato che precedentemente gli aveva chiesto spiegazioni su quanto accaduto. Scrive Ferro: «Le allego copia di tutte le comunicazioni intercorse tra la nave, me e la ditta. Dalle mail si evince che la segnalazione dalla nave è stata fatta alle ore 18.02 del 10 gennaio. Io ho letto e inoltrato la mail alla ditta alle 10.46 dell'11 gennaio. L'intervento è stato programmato alle ore 14.34 dell'11 gennaio per il giorno 13 a Civitavecchia o al più tardi per il 14 a Savona. Successivamente la ditta mi ha comunicato telefonicamente che sarebbe intervenuta a Savona».

Le missive dimostrano come non fosse la prima volta che la «scatola nera» entrava in avaria. Nella mail con la quale si chiede l'intervento della ditta «Fabio Fiorucci srl» per riparare il guasto Ferro scrive infatti: «Buongiorno, per l'ennesima volta il Vdr del Concordia è andato nuovamente in fault per il problema sull'Hd. La situazione sta diventando veramente insostenibile e non è pensabile continuare a fare service su service spendendo così tanti soldi senza ottenere un risultato». In realtà, come si comprende leggendo la risposta, il danno è ben più grave perché è relativo alla «capsula».

L'ASSENZA DI DATI
Le conseguenze, secondo quanto hanno accertato i periti, riguardano la mancata rilevazione e archiviazione dei dati. Il sistema prevede che una «copia conforme» delle informazioni siano registrate contemporaneamente sul computer di servizio. Ma, a differenza della «scatola nera», si tratta di un mezzo accessibile e dunque bisognerà verificare se il materiale acquisito possa essere stato in qualche modo «lavorato». In ogni caso manca completamente la registrazione di quanto accaduto dopo le 23.36 e dunque la fase dell'abbandono della nave, come rilevato dal professor Bruno Neri, docente di Elettronica delle Telecomunicazioni presso l'università di Pisa, che rappresenta numerose parti civili.

Secondo il codice della Navigazione le navi non possono salpare se non hanno la strumentazione perfettamente funzionante. Il Codacons - che assiste alcuni passeggeri - ha presentato una denuncia alla procura di Grosseto firmata dall'avvocato Carlo Rienzi che chiede di «effettuare nuove verifiche anche sul blackout del sistema Martec che potrebbe aver provocato la morte di alcuni passeggeri».

Si tratta infatti del meccanismo di controllo della nave che regola, tra l'altro, l'erogazione di energia elettrica. E al momento non si può escludere che proprio il cattivo funzionamento abbia provocato, tra l'altro, un guasto alle porte di uno degli ascensori, che avrebbe provocato la caduta di quattro passeggeri. Persone che sono morte proprio perché precipitate nel vano interno dopo l'impatto con gli scogli.

LE PORTE TAGLIA FUOCO
Le norme di sicurezza impongono che tutte le porte stagne vengano chiuse a meno che non ci sia una deroga concessa dalla capitaneria di porto. Ma questo «attestato», pur richiesto da Costa, non sarebbe stato rilasciato. Sono gli ufficiali di bordo a confermare che invece i dispositivi erano aperti perché, come dichiara a verbale Simone Canessa che era in plancia, «si trattava di una prassi utilizzata durante la navigazione per favorire il flusso delle persone che dovevano lavorare».

Sono le registrazioni effettuate nella sala comandi a dimostrare che effettivamente i varchi furono lasciati liberi. Non a caso, 40 minuti dopo l'impatto il primo ufficiale di coperta Ciro Ambrosio ordina di chiudere le porte stagne. Una disposizione che non è possibile eseguire perché i comandi non rispondono, forse proprio per l'avaria del Martec. Drammatiche sono le grida dell'ufficiale di guardia Giovanni Iaccarino che poco dopo l'urto con gli scogli grida: «C'è acqua che entra dalle porte taglia fuoco, continua a entrare acqua dalle porte taglia fuoco».

 

 

NAUFRAGIO CONCORDIA IL RECUPERO DELLA SCATOLA NERA NAUFRAGIO CONCORDIA TURISTI DELLORRORE IL NAUFRAGIO DELLA CONCORDIA NAUFRAGIO CONCORDIA LE SDRAIO ROVESCIATE francesco schettino MOLDAVA SCHETTINOLA MOLDAVA ATTOVAGLIATA CON SCHETTINOil direttore generale costa crociere gianni onoratoPIER LUIGI FOSCHI AD DI COSTA Ciro Ambrosio

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...