STATALI CON LE ALI - IN TRE ANNI BEN 85 MILA DIPENDENTI PUBBLICI SARANNO COTTARELLI A PUNTINO E ACCOMPAGNATI ALL’USCITA - ANCHE NEL 2014 BLOCCO DEL TURNOVER

Luisa Grion per ‘La Repubblica'

Ottantacinquemila statali in meno nel giro di tre anni: il popolo dei travet è di nuovo nella tempesta. Il governo deve tagliare la spesa pubblica e nell'elenco delle voci su cui intervenire, fra i costi della politica e quelli sulle auto blu, sono finiti anche loro, i 3 milioni 300 mila lavoratori dello Stato.

A chiamarli direttamente in campo è la bozza di proposte sulla spending review firmata dal commissario Carlo Cottarelli, che fa un calcolo dei possibili esuberi nella categoria da qui al 2016 e ne quantifica i relativi risparmi (3 miliardi di euro) per le casse pubbliche. Cifre che hanno fatto scattare polemiche e proteste che il commissario stesso e il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia hanno invano tentato di far rientrare, ricordando che al momento si tratta solo di ipotesi.

I tagli - «sono solo una prima stima che va affinata», ha precisato Cottarelli - vanno ad assommarsi a quelli assorbiti dalla categoria negli ultimi cinque anni. Dal 2009 il settore è sottoposto ad un blocco del turnover e degli stipendi che continuerà per tutto il 2014. Il rischio, nella migliore delle ipotesi, è che lo stop alle sostituzioni del personale che va il pensione con un nuovi assunti continui nei prossimi tre anni (scuola e sicurezza ne sono esclusi, ma nelle altre categorie il rinnovo permesso arriva in media al 20 per cento).

Cottarelli, nella bozza presentata al governo, parla di infatti un «capienza» del blocco del turnover per altri 90 mila dipendenti, ma i sindacati rispondono con un «abbiamo già dato»: negli ultimi cinque anni sono stati tagliati quasi 300 mila posti di lavoro e molti servizi - assicurano - funzionano ormai solo grazie alla presenza dei 230 mila precari.
Che la partita non sia così facile lo sa anche il commissario, che nella sua proposta ammette come il blocco faccia alzare di non poco la già non verde età media dei dipendenti (oltre 48 anni, dati 2012).

Cottarelli precisa anche che «la stima va affinata in base alle effettive norme che dovranno essere chiarite nel corso del 2014». Una cautela rafforzata dalle parole del ministro Madia («interpretazione distorta del piano »), ma che non convince per nulla i sindacati. Le proposte messe sul tavolo del governo, per la Cgil, altro non sono che «un ennesimo attacco al sistema pubblico e del welfare». «Con il solo blocco dei contratti e delle buste paga il settore pubblico, dal 2009 ad oggi ha già dato 9 miliardi. Da dove nasce la cifra degli 85 mila?» si chiede Michele Gentile, responsabile del settore pubblico per la Cgil

«Nel disegno di legge Delrio sul riordino delle autonomie locali abbiamo già definito l'esigenza di una mobilità interna: dopo due anni di cassa integrazione chi non vorrà spostarsi se ne andrà, ma nel settore non ci sono esuberi ». Dello stesso parere Cisl e Uil, che parlano di «tagli lineari e settore pubblico usato come un bancomat».

Ma al di là dei tagli da esubero nel mirino del piano Cottarelli ci sono anche gli stipendi dei dirigenti pubblici, che il commissario intende ridurre dell'8-12 per cento. Il reddito dei dirigenti al vertice è dodici volte superiore a quello medio pro capite, negli altri paesi europei non va oltre le sei. Il risparmio atteso da questi tagli è di 500 milioni l'anno per il triennio 2014-2016, ma la bozza precisa che si può fare di più riducendo il numero dei dirigenti stessi. Previsto anche il divieto di cumulo fra pensione e retribuzioni offerte per cariche pubbliche: l'effetto della misura, precisa il piano, più che in termini di risparmi va letto in termini di equità.

 

COTTARELLI carlo cottarelliMATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE GIULIO ANDREOTTI CON VITTORIO DE SICA E ALBERTO SORDI ALLA BEFANA DEI FIGLI DEI DIPENDENTI PUBBLICI NEGLI ANNI CINQUANTA

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