evasione fiscale

TU EVADI, E IO PAGO! – IN ITALIA OGNI ANNO LA SPESA PUBBLICA TOTALE, DALLA SANITÀ ALL’ISTRUZIONE FINO ALL’ORDINE PUBBLICO, AMMONTA A 871 MILIARDI DI EURO, OVVERO 14.500 EURO PER ABITANTE. PECCATO CHE SOLO IL 5% DEGLI ITALIANI VERSI UN’IRPEF SUPERIORE AI 15MILA EURO, E QUINDI UNA MINIMA PARTE DELLA POPOLAZIONE SI RITROVA A PAGARE PER TUTTI – NON SAREBBE IL CASO DI AUMENTARE I CONTROLLI CONTRO L’EVASIONE INVECE DI CIANCIARE DI 'PACE FISCALE' E CONDONI?

Estratto dell’articolo di Alberto Brambilla per www.corriere.it

 

tasse in italia

È vero: la ricchezza di un Paese dovrebbe essere prodotta da imprenditori, aziende, lavoratori e cittadini, non dallo Stato. A quest’ultimo compete una parte di questa ricchezza prodotta che, sotto forma di imposte, ha il compito di redistribuire come un buon padre di famiglia a quella parte della popolazione che è in stato di bisogno, necessità e rischio (per utilizzare una definizione di welfare state). Nel far questo lo Stato non deve opprimere con un eccessivo peso fiscale chi produce e chi lavora eliminando il più possibile anche complessità e burocrazia.

 

tasse in italia

Questo in estrema sintesi è il pensiero della presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, espresso in occasione della presentazione alla Camera dei deputati della riforma fiscale. Tutto condivisibile e da sottoscrivere, ma… Se da queste ottime enunciazioni passiamo a quello che effettivamente oggi avviene nel nostro Paese, qualche riflessione occorre pur farla anche perché […] il livello di assistenza sociale è degenerato e ha perso le connotazioni per cui era stato progettato.

 

[…]  La prima domanda è: «Quanto denaro viene redistribuito in Italia e a chi?». Sulla base delle fonti citate possiamo calcolare il valore della redistribuzione per l’anno 2021, ultimo dato fiscale disponibile.

 

GIORGIA MELONI E LE TASSE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Iniziamo con la sanità la cui spesa totale nel 2021 è stata di 117,834 miliardi pari a 1.989 euro per ogni cittadino italiano (pro capite). Per garantire i servizi sanitari al 55,75% di italiani che in totale versano 12,9 miliardi di Irpef, occorrono 52,749 miliardi che sono a carico soprattutto del 13,94% della popolazione che dichiara redditi da 35 mila euro in su e che versa il 62,5% dell’Irpef.

 

Assistenza sociale e istruzione

Poi viene la spesa per assistenza sociale a carico della fiscalità generale che nel 2021 è ammontata a 144,215 miliardi, pari a 2.434,57 euro pro capite. Si tratta di un pro capite tutto teorico e sottostimato in quanto non ne beneficiano i redditi sopra i 35 mila euro e che serve per garantire tutte le assistenze alla famiglia, ai soggetti privi di reddito, ai pensionati assistiti (circa il 47% dei 16,1 milioni di pensionati), ai disoccupati e agli invalidi con bonus, sussidi e reddito di cittadinanza.

 

tasse - dichiarazione dei redditi

Per finanziare la parte di spesa non coperta dal 42,59% degli italiani senza redditi e da quelli che versano una imposta inferiore a 4.424 euro (sanità più assistenza fanno 4.424 euro) occorrono altri 78,19 miliardi che sono a carico prevalentemente del solito 13,94% cioè di 5,783 milioni di contribuenti pari a 8.254.759 di cittadini e in parte del 22,10%, che autosufficiente per la sanità con una imposta media di 2.935 euro, concorre all’assistenza per il 39% cioè 946 euro su 2.435, lasciando il resto ai contribuenti di fascia più elevata.

 

Potremmo proseguire ma ci fermiamo all’istruzione, una spesa pari al 4,1% del Pil, che vale circa 73,1 miliardi con un costo pro capite di 1.233 euro, questa volta a totale carico del 13,94%, per una redistribuzione pari a 62,9 miliardi.

 

Effetto ridistribuzione

maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti

Per queste sole tre funzioni, seppur di rilevante importo (le pensioni sono escluse in quanto quelle vere pagate dai contributi sono in equilibrio), la ridistribuzione totale è pari a 193,84 miliardi su circa 598,941 miliardi di entrate al netto dei contributi sociali (dato relativo al Def 2021) di cui 253 di imposte dirette (il valore è relativo ai redditi 2021); in pratica viene redistribuito il 75,6% di tutte le imposte dirette che va totalmente a beneficio del citato 55,75% di popolazione.

 

giancarlo giorgetti lorenzo fontana giorgia meloni maurizio leo

Poi c’è tutto il resto: ordine pubblico, giustizia, amministrazione, viabilità ecc, tutto a carico di pochi cittadini e del debito pubblico che ogni anno aumenta spaventosamente tra la totale indifferenza. È una enorme ricchezza di cui i cittadini beneficiari, probabilmente non si rendono nemmeno conto sentendo i politici che continuano a proporre sussidi e parlare di disuguaglianze al solo scopo di poter promettere ulteriori agevolazioni per guadagnare consensi elettorali.

 

Facendo la riprova, sulla spesa pubblica totale pari, per il 2021 a 871,003 miliardi, la spesa pro-capite è di 14.561 euro per abitante e solo il 5,01% dei cittadini versa un’Irpef da 15.042 a 177.701 euro e che quindi sarebbe più che autosufficiente.

 

La riduzione del carico

giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli

Se si considera che le restanti imposte dirette (Ires, Irap e Isost) sono prevalentemente a carico di poco più del 13% dei contribuenti e che le imposte indirette sono proporzionate ai redditi dichiarati, la percentuale di redistribuzione aumenta ancora. La ridistribuzione non è solo tra cittadini ma anche tra zone geografiche; la Lombardia con circa 10 milioni di abitanti versa più Irpef di tutto il Mezzogiorno (8 regioni e oltre 20,2 milioni di abitanti).

 

Alla luce di questi dati ha ancora senso parlare di riduzione del carico fiscale e di redistribuzione per mitigare le disuguaglianze? O sarebbe meglio aumentare i controlli, parlare di doveri e non solo di diritti e «prendere in carico» i cittadini che si dichiarano bisognosi (5,6 milioni di poveri assoluti e 8,6 di poveri relativi) e assisterli al fine di farli uscire dalla povertà?

 

maurizio leo giorgia meloni

Una provocazione: se si vuole ridurre la povertà (finta) e aumentare di un milione quelli che lavorano, sospendiamo per due anni l’Isee; il reddito di cittadinanza docet (650 mila nuovi occupati).

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?