MEDIOSBANCA! - NAGEL RESTA. PER ORA - LO SCARICABARILE SU GERONZI-BOLLORÉ-PROFUMO FATTO AI PM GLI È TORNATO INDIETRO COME UN BOOMERANG, CON MEDIOBANCA CHE HA DOVUTO PRECISARE CHE “È IL MANAGEMENT A DECIDERE, NON GLI AZIONISTI” - DA QUI A DICEMBRE SI DECIDERÀ IL RIASSETTO DELLA BANCA, ORMAI SCHIACCIATA DAI RIVALI STRANIERI, E PER NAGEL LA PROSSIMA FERMATA E’ IL CAPOLINEA…

1- SCANDALO FONSAI-MEDIOBANCA, IL CDA SALVA NAGEL (PER ORA)
Giovanna Lantini per il "Fatto quotidiano"

Mediobanca prende atto della versione di Alberto Nagel sulla vicenda del "papello" con le richieste dei Ligresti e attende l'esito delle indagini della Procura di Milano. Si è chiusa con un freddo comunicato del cda della banca d'affari l'intensa giornata dell'amministratore delegato di Piazzetta Cuccia, che a fine luglio è finito nel registro degli indagati del pm Luigi Orsi per ostacolo all'attività di vigilanza nell'ambito dell'inchiesta sul tracollo del gruppo Premafin-Fonsai.

Nel mirino della Procura, dopo le rivelazioni e le registrazioni nascoste dei figli di Salvatore, il documento di due pagine con la "buonuscita" richiesta dai Ligresti per uscire di scena dando il via libera alla fusione Premafin-FonSai-Unipol, caldamente sostenuta da Mediobanca, creditrice della compagnia di assicurazione per oltre un miliardo di euro in prestiti subordinati (cioè in caso di fallimento rimborsabili solo dopo il pagamento degli altri creditori).

Sul piatto la famiglia del costruttore aveva messo 43 milioni di euro, oltre ad un ufficio, un autista, una segretaria e una cascina per Salvatore, una liquidazione per la figlia Jonella, il mantenimento delle posizioni in Francia e Svizzera per gli altri figli Giulia e Paolo e le vacanze gratis per tutta la famiglia al Tanka Village in Sardegna. Un elenco che lo stesso Nagel aveva ammesso di aver siglato, ma solo "per presa di conoscenza", dopo un lungo interrogatorio del pm.

Da allora Nagel ha fatto solo due interviste, a Repubblica e Wall Street Journal, mentre una girandola di indiscrezioni parlavano di malumori tra i soci di Mediobanca, pronti a mettere Nagel alla porta. Nonostante il suo diritto a un'indennità di quattro annualità in caso di uscita concordata , licenziamento senza giusta causa o dimissioni per giusta causa. Accordo che si traduce in oltre 10 milioni di euro, visto che il banchiere nel 2010-11 ha percepito uno stipendio di quasi 2,94 milioni, che all'inizio del 2012 è stato ridotto del 40% anche se non è chiaro a decorrere da quando.

Ed eccoci all'appuntamento di ieri, che è stato preceduto, martedì, dalla diffusione da parte di Reuters della versione di Nagel. Ovvero di stralci dell'interrogatorio del primo agosto, puntualmente ripresi dal Corriere della Sera, che per secondo socio ha proprio Mediobanca.

Secondo quanto riportato, Nagel pur rivendicando l'autonomia del rapporto bancario con le società della famiglia siciliana, avrebbe dichiarato a Orsi che quel "rapporto privilegiato" di Ligresti con l'ex presidente di Piazzetta Cuccia, Geronzi, con Alessandro Profumo ai tempi di Unicredit e con l'azionista Vincent Bolloré, "avrebbe impedito ai manager di Mediobanca di fare pressioni sui Ligresti in occasione delle tante operazioni che la famiglia realizzava con Fondiaria Sai". In sostanza "c'era un sostegno reciproco tra Ligresti, Geronzi, Profumo e Bolloré, con Mediobanca presa in mezzo".

Affermazioni che indicano chiare violazioni del codice civile, come minimo, e che infatti sono state smentite non solo da Geronzi ("È fin troppo evidente che le dichiarazioni del dottor Nagel, riguardanti la mia persona, tendono, più che a descrivere la realtà dei fatti, a trovare una giustificazione al suo operato. Insomma, una scoperta ricerca di diversivi"), ma anche da Mediobanca stessa: "L'operatività caratteristica dell'istituto è sempre stata svolta sotto l'esclusiva responsabilità del management".

A rincarare la dose, alla fine dell'incontro, il finanziere franco-tunisino vicino a Berlusconi, Tarak Ben Ammar, che a proposito dei rapporti tra Bollorè e la famiglia Ligresti, ha detto ai giornalisti: "Siete sicuri che Nagel abbia detto quelle cose? Io no. Il comunicato dice chiaramente che il management è responsabile di tutte le decisioni di credito. Nessun azionista ha mai chiesto o sollecitato il management sui crediti".


2- MEDIOBANCA: CDA UNANIME ATTENDE CON FIDUCIA ESITO INDAGINE
Radiocor - Il consiglio di amministrazione di Mediobanca ha 'espresso soddisfazione per lo stato di avanzamento del progetto di integrazione Unipol/Fondiaria-Sai e della connessa ricapitalizzazione'. 'In questo contesto - prosegue la nota diffusa al termine del cda - ha altresi' preso atto dell'informativa dell'amministratore delegato (Alberto Nagel, ndr) in ordine alla vicenda di cui all'inchiesta presso la Procura di Milano. Il consiglio unanime, sulla base delle informazioni a sua disposizione, attende con piena fiducia l'esito delle indagini'.

3- MEDIOBANCA: CONSIGLIERE,GRANDE TEMA PROSSIMI MESI RIASSETTO BANCA
Radiocor - Il grande tema dei prossimi mesi per Mediobanca sara' il riassetto dell'istituto. Lo ha detto un consigliere di Piazzetta Cuccia all'uscita dell'odierno Cda, dove, ha precisato, peraltro non e' stata affrontata la questione. Una riorganizzazione - ha spiegato - 'nel senso di capire dove andra' Mediobanca, che e' un istituto molto importante a livello nazionale' ma rispetto ai grandi competitor internazionali non ha le stesse vie di accesso al funding. In quest'ottica, ha inoltre indicato la fonte, sara' valutata anche la collocazione delle partecipazioni detenute dall'istituto.

4- MEDIOBANCA: UNIPOL DOVRA' CEDERE TITOLI BANCA ENTRO FINE 2013
Radiocor - Unipol dovra' cedere i titoli di Mediobanca ereditati nell'ambito dell'operazione di integrazione con Fonsai entro il 31 dicembre 2013. Lo ha riferito un consigliere di Mediobanca al termine dell'odierna riunione del Cda riferendosi a quanto ha deciso l'Antitrust per dare il via libera all'integrazione tra le due compagnie assicurative. In base al patto di sindacato i titoli vanno offerti in prelazione agli altri soci aderenti al gruppo B dell'accordo. Finsoe detiene il 3,87% di Mediobanca, di cui solo lo 0,036% in capo a Unipol gruppo Finanziario e precedente all'operazione FonSai.

 

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