INCHIESTE INCROCIATE - DALL'INDAGINE SUL PORTO DI OSTIA SPUNTANO INTERCETTAZIONI SU UNIPOLSAI: AL CENTRO L'AVVOCATO ROMAGNOLI, IL GENERALE DELLA GDF SPAZIANTE (IERI ARRESTATO NELL'INCHIESTA SUL MOSE) E UN MISTERIOSO UOMO CHE CONDUCE A BOLOGNA
Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
Una possibile fuga di notizie, nel marzo 2013 tra Milano e Bologna, ai danni dell’inchiesta milanese sui derivati della compagnia assicurativa bolognese Unipol guidata da Carlo Cimbri: è la ragione per la quale il pm romano antimafia Ilaria Calò, che aveva in corso un’indagine sul porto di Ostia, scrive di aver trasmesso al collega milanese Luigi Orsi molte intercettazioni di quel fascicolo, suddivisibili in tre filoni.
Uno è l’origine dell’allarme: l’1 marzo 2013 Dario Romagnoli, avvocato dello studio Tremonti e consulente di Unipol, e Claudio Zulli, commercialista che in passato patteggiò una pena nell’inchiesta Antonveneta, discutono di come «trovare un modo per vederci» di persona e parlare con urgenza (tale da richiedere un incontro volante ai binari della stazione ferroviaria) di «quella cosa lì», «che riguarda pure il nostro amico?».
Tre ore dopo, Romagnoli sembra indicare la fonte dell’allerta in «quello lì» che «frequenta tutti i Palazzacci d’Italia (cioè i palazzi di giustizia, ndr), in particolare quello di Milano con cui è sempre accolto con i tappeti rossi».
Il secondo blocco di telefonate e sms di possibile interesse milanese è, secondo i pm di Roma, quello che mostra come mesi prima Romagnoli (d’intesa con Zulli) si sentisse con il generale GdF Emilio Spaziante, allora comandante del reparto aereo, poi vicecomandante della GdF, da poco in pensione e ieri arrestato nell’inchiesta di Venezia sul Mose che gli contesta 500.000 euro di tangenti.
Sms e telefonate combinano un incontro l’11 dicembre 2012 a Bologna (presente anche Zulli) del generale GdF e di Romagnoli con una persona importante: il nome non emerge, ma l’indirizzo al quale i tre convergono è lo stesso della sede di Unipol.
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Il giorno dopo, 12 dicembre 2012, c’è il terzo spunto, già accennato giorni fa nel decreto di perquisizione a Unipol: Romagnoli riferisce all’ex ministro Tremonti cosa gli è stato raccontato di una «guerra intestina a Consob» sul valore dei derivati Unipol, additando in «un tal Minnena» (il funzionario che oggi si sa in effetti fosse critico) l’ostacolo a una operazione sulla quale invece il presidente Consob Vegas «non è mai stato negativo». Tremonti risponde: «Intanto avvertiamo anche Vegas... proviamo a dirglielo».