KILL THE RATING! - IL PARLAMENTO EUROPEO VARA LA RIFORMA, MA NON CREA UN’AGENZIA COMUNITARIA PER SOSTITUIRE IL CARTELLO DELLE TRE SORELLE: “TROPPO COSTOSO” - D’ORA IN POI LE AGENZIE NON POTRANNO SPARARE RATING A OROLOGERIA, DARE “CONSIGLI” POLITICI AGLI STATI, SCHIVARE LE CAUSE LEGALI IN CASO DI NEGLIGENZA - OBIETTIVO: FAR VALUTARE ALLE BANCHE IL RISCHIO CREDITIZIO, ED ENTRO IL 2020 FAR SPARIRE IL RIFERIMENTO AL RATING NELLE LEGISLAZIONI EUROPEE…

1- L'EUROPA VARA LA RIFORMA DEI RATING - BRUXELLES: SOLO NEL 2016 IL PIANO DI UN'AGENZIA CHE ROMPA L'OLIGOPOLIO DI S&P, MOODY'S E FITCH
Beda Romano per "Il Sole 24 Ore"

Dopo mesi di difficili negoziati, il parlamento europeo ha approvato ieri qui a Strasburgo un atteso giro di vite nel delicatissimo settore delle agenzie di rating. L'obiettivo del nuovo regolamento è di limitare il rischio che la pubblicazione dei rapporti sulla solidità creditizia dei paesi possa provocare incertezze e tensioni sui mercati finanziari. In più di una occasione in questi ultimi anni, le agenzie di rating sono state accusate di avere peggiorato la crisi debitoria.

Il nuovo testo legislativo è stato approvato a larga maggioranza dell'assemblea parlamentare: 579 sì, 58 no, 60 astenuti. Relatore del documento è stato Leonardo Domenici, deputato del Partito democratico: «Le novità introdotte sono pienamente coerenti con l'ispirazione di fondo di questo provvedimento che è quella di favorire il rating interno, di avere una pluralità di voci affidabili e di mettere in discussione l'oligopolio che ha caratterizzato fino ad oggi l'offerta del rating».

La riforma prevede che le agenzie potranno pubblicare i propri rapporti sui debiti sovrani europei solo in tre periodi dell'anno, e comunque dopo la chiusura dei mercati europei. Il regolamento comunitario precisa che le agenzie di rating possano essere trascinate in tribunale ogni qualvolta c'è il sospetto di negligenza o dolo. Finora questa possibilità era prevista solo da alcuni ordinamenti nazionali, come ha fatto notare ieri il Commissario al mercato interno Michel Barnier.

Domenici aveva proposto il divieto del rating sovrano e la nascita di un'agenzia di rating europea indipendente. Idee che non hanno avuto successo, anche perché il Parlamento era diviso su ipotesi ritenute da molti troppo radicali. La stessa Commissione stima che la creazione di una agenzia di rating europea avrebbe un costo per la mano pubblica di 300-500 milioni di euro su un periodo di cinque anni. Ciò detto, l'esecutivo comunitario dovrà presentare entro il 2016 un rapporto su questa ipotesi.

«Il capitolo del nuovo regolamento che più influenzerà il nostro lavoro sarà quello che introduce controlli e limiti sui rating sovrani», ha detto a Bloomberg News Ian Linnell, un dirigente di Fitch Ratings. Nei fatti il tentativo del provvedimento europeo è di rendere le agenzie di rating più responsabili, introducendo maggiore concorrenza in un mercato che in questo momento è controllato al 90% da appena tre società, oltre a Fitch, Moody's e Standsrd & Poor's.


2- ECCO LE NOVITÀ: PIÙ TUTELE PER STATI E INVESTITORI
Luca Davi per "Il Sole 24 Ore"

Stop alla pubblicazione di downgrade a sorpresa. Basta ai diktat alle politiche dei singoli governi. Ma anche più trasparenza nel processo di formazione delle decisioni delle agenzie o sugli intrecci azionari tra i proprietari delle case di rating. La normativa sulle agenzie di rating cambia faccia. Dopo il voto di ieri dell'Europarlamento, manca il via libera del Consiglio Ue (ma si tratta solo di un passaggio formale) e, 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il regolamento sarà legge. Ecco nel dettaglio le principali novità.

DEBITI SOVRANI PIÙ PROTETTI
Non ci sarà più spazio per cambi di giudizio imprevisti sui rating. Le agenzie di rating dovranno rispettare un calendario, stilato alla fine di ogni anno, dei 12 mesi successivi in cui fisseranno le date di pubblicazione dei rating sovrani e dei relativi outlook. Tutto dovrà essere emesso venerdì, a mercati chiusi. I rating non richiesti dallo Stato non potranno essere più di tre. Le agenzie potranno pubblicarne di più, ma solo giustificando in maniera dettagliata la decisione, e comunque ciò non potrà avvenire abitualmente.

Gli Stati (e le imprese) dovranno essere avvisati almeno un giorno lavorativo prima (oggi bastano 12 ore) così da permettere eventuali contestazioni o correzioni. Accantonata invece l'ipotesi di sospedere il rating sovrano in casi eccezionali (quando un paese si trova sotto programma di salvataggio o lo sta negoziando), perchè l'effetto sui costi di finanziamento potrebbe essere negativo.

STOP AI GIUDIZI POLITICI
Vietati i downgrade a grappolo immotivati e i giudizi politici. L'Ue impedisce infatti il rilascio di dichiarazioni che annunciano la revisione di un determinato gruppo di paesi qualora non siano corredate di relazioni sui singoli paesi. Non solo. Le agenzie sono tenute a spiegare i motivi fondamentali sottesi ai rating ma senza formulare conclusioni sugli indirizzi delle politiche nazionali (economiche, in materia di lavoro o altre). Insomma, non saranno più tollerate raccomandazioni dirette o esplicite alle entità sovrane.

NO A PARTECIPAZIONI INCROCIATE
La riforma intende bloccare anche eventuali intrecci azionari o partecipazioni rilevanti che possano creare conflitti di interesse, intaccando così la qualità dei rating. Sono quindi proibite partecipazioni superiori al 5% da parte di un unico azionista in più agenzie. Inoltre, l'agenzia di rating deve informare il pubblico se un azionista con il 5% o più del capitale detiene il 5% o oltre di una società valutata. È proibito infine a un azionista di un'agenzia con il 10% del capitale detenere il 10% o più di una società valutata (si veda articolo a pagina 18).

RICORSI PIÙ FACILI
Per l'Ue le agenzie devono agire «responsabilmente». Ecco perchè, secondo la riforma, potrà essere citata in giudizio l'agenzia qualora violasse le regole Ue intenzionalmente o incorresse in una grande negligenza causando danni agli investitori. Dopo ampie discussioni non è stato introdotto il più radicale "rovesciamento dell'onere della prova", ma è previsto che il giudice debba tenere conto che le informazioni che hanno portato a un giudizio "errato" sono in mano all'agenzia, e non all'emittente.

2020, RATING FORSE INUTILI
L'obiettivo è eliminare entro il 2020 il riferimento ai rating in tutte le legislazioni europee (a patto che ci siano alternative per valutare il rischio di credito) cosicchè gli emittenti non saranno più obbligati a vendere automaticamente titoli in caso di peggioramento del rating.Per ora l'Ue ha previsto genericamente che, per ridurre l'eccessivo affidamento sui rating, banche e imprese dovranno sviluppare al loro interno le capacità per valutare il rischio creditizio.

AGENZIA EUROPEA ACCANTONATA
La riforma Ue sulle agenzie ha introdotto anche l'obbligo di passaggio, ogni quattro anni, da un'agenzia all'altra per gli emittenti di prodotti di finanza strutturata con asset ricartolarizzati come sottostanti. Accantonata invece, almeno per ora, l'ipotesi della costruzione di una casa di rating europea indipendente. Se ne parlerà, forse, dopo luglio 2016.


I PUNTI PRINCIPALI DELLA RIFORMA VARATA DALL'EUROPARLAMENTO

DATE PRESTABILITE
Rating non richiesti sul debito sovrano potranno essere pubblicati due o tre volte l'anno, in date stabilite in precedenza dalle stesse agenzie alla fine dell'anno precedente. La pubblicazione avverrà di venerdì, l'entità valutata dovrà essere avvisata almeno un giorno lavorativo prima (oggi c'é il vincolo delle 12 ore)
per le nostre vie

PIATTAFORMA UE
Per valutare meglio il rischio di credito della finanza strutturata, gli investitori avranno libero accesso a una «piattaforma europea dei rating» nella quale saranno inseriti tutti i rating emessi. Esma pubblicherà sul sito web una pagina apposita per gli strumenti finanziari strutturati.

GIUDIZI POLITICI
Vietato il rilascio di dichiarazioni che annunciano la revisione di un determinato gruppo di Paesi «anche qualora siano corredate di relazioni sui singoli Paesi». Le agenzie devono divulgare gli elementi essenziali e «dovrebbero astenersi da qualsiasi raccomandazione diretta o esplicita sulle politiche delle entità sovrane».

RICORSI
Abbandonato il più radicale «rovesciamento dell'onere della prova», un'agenzia potrà essere citata in giudizio nel caso in cui violasse le regole Ue intenzionalmente o incorresse in una grande negligenza provocando danni a un investitore o a un emittente.

LIMITE AL POSSESSO
Un'agenzia dovrà astenersi dal pubblicare rating, o informare il pubblico sull'esistente conflitto d'interessi, nel caso in cui un socio, in possesso di almeno il 10% dei diritti di voto, abbia investito nel soggetto valutato. Viene impedito a qualsiasi persona di possedere più del 5% di diverse agenzie, salvo che queste non appartengano allo stesso gruppo.

MENO DIPENDENZA
Per ridurre l'eccessivo affidamento sui rating, i deputati chiedono ai privati di sviluppare al loro interno le capacità per valutare il rischio creditizio. La Commissione europea dovrebbe inoltre considerare la possibilità di sviluppare delle linee guida europee

ROTAZIONE
Un emittente di prodotti di finanza strutturata con asset ri-cartolarizzati sottostanti che paga per ottenere un rating dovrà passare a un'altra agenzia ogni quattro anni. Non solo: l'emittente di strumenti di finanza strutturata deve rivolgersi almeno a due agenzie diverse.

AGENZIA EUROPEA
Entro luglio 2016 la Commissione verificherà la situazione del settore. Per ora non nascerà una agenzia di rating europea pubblica. Ma viene lasciata aperta una porta: la Commissione valuterà la situazione e la possibilità di una valutazione del debito sovrano degli Stati membri da parte di un'agenzia di rating europea indipendente

 

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