1. LA CASTA DEI BANCARI-BANCHIERI (QUELLA CHE NON APPARE MAI SUL “CORRIERE” DEBORTOLIANO DI RIZZO & STELLA). ECCO L’AUSTERITA’ SECONDO LA MEDIOBANCA DI NEGO NAGEL: NEL 2012, HA DISTRIBUITO LA BELLEZZA DI 44 MILIONI DI BONUS A 119 MANAGER! 2. FINMECCANICA: I BASTONI DEL COMANDO SARANNO DISTRIBUITI TRA PANSA E ZAMPINI, DUE UOMINI CON TESTE, STRATEGIE E AMBIZIONI DIVERSE. ALLA CONVENTION DELLA FIERA DI MILANO L’OMBRA PIÙ LUNGA È STATA SICURAMENTE QUELLA DI ROBERTO MARONI, IL GRANDE DIFENSORE DI ORSI CHE INASPETTATAMENTE SI È SEDUTO IN PRIMA FILA 3. MALAGO-MEGALÒ E ALE-DANNO UNITI NELLA LOTTA: ROMA CANDIDATA OLIMPIADI 2024

1. FINMECCANICA: I BASTONI DEL COMANDO SARANNO DISTRIBUITI TRA PANSA E ZAMPINI
Anche gli uscieri di Finmeccanica hanno voluto partecipare con una delegazione ristretta alla Convention dei dirigenti che si è tenuta venerdì dentro un capannone della Fiera di Milano.

Per raggiungere la città hanno viaggiato nella seconda classe di un treno sbirciando i dirigenti romani che salivano a Milano seduti nelle altre carrozze in ossequio alla direttiva dell'amministratore delegato Alessandro Pansa che ha proibito l'uso dell'aereo. Per passare il tempo gli uscieri hanno riletto ad alta voce alcune pagine del libro "La prevalenza del cretino", un'opera di grande attualità scritta nel 1985 dalla coppia Fruttero & Lucentini.

Una volta arrivati a Milano hanno raggiunto il capannone della Fiera dove hanno capito subito che i manager presenti erano a occhio e croce meno numerosi delle Convention precedenti. Il "Corriere della Sera" ha scritto che erano presenti 1.700 manager, ma questo dato è apparso comunque irrilevante agli uscieri desiderosi di sentire il Verbo dell'uomo che ha raccolto l'eredità di Orsi.

Non è sbagliato parlare di Verbo perché il discorso di Pansa ha avuto era zeppo di citazioni pronunciate in tono quasi evangelico e in certi momenti ecumenico. È chiaro che il comandante supremo di Finmeccanica ha preferito la retorica e non se l'è sentita di fare annunci clamorosi quando mancano poco meno di tre settimane all'Assemblea nella quale si dovrà decidere il futuro organigramma del Gruppo. Questo spiega perché abbia preferito spendere parole accorate sulla necessità di fare squadra per recuperare credibilità sui mercati.

La parola più ricorrente è stata "integrazione" che Pansa ha ripetuto dicendo con tono chiaramente polemico: "c'è molta storia individuale in questa azienda e poca storia di Gruppo", e per spiegare meglio il concetto ha fatto un'analogia con gli Stati Uniti dove c'è una confederazione di stati ma un vertice decisionale molto forte.

Per quanto riguarda la strategia industriale il capo di piazza Monte Grappa si è ben guardato da squillare le trombe sull'imminente vendita di Ansaldo Energia e di Ansaldo Sts. Così aveva fatto anche in America pochi giorni prima durante gli incontri con gli investitori e gli uscieri sono convinti che nessun annuncio potrà essere fatto prima di aver fatto i conti con il governo. Nella loro infinita modestia ,che si regge sulla prosa di Fruttero & Lucentini, i conti li hanno fatti, e hanno capito che alla fine della musica la vendita dei due gioielli potrebbe portare in cassa 200-300 milioni per Ansaldo Energia dai coreani di Doosan e non più di 600 per Ansaldo Sts dai giapponesi di Hitachi.

Questo non significa affatto che Pansa, privo del suo referente al ministero del Tesoro Vittorio Grilli, abbia rinunciato all'idea di smantellare il settore delle attività civili per portare sangue nelle casse dell'azienda che nell'ultimo anno hanno perso 786 milioni.

E qui si ripropone la sottile dialettica che lo vede contrapposto a Giuseppe Zampini, il manager che i coreani di Doosan vorrebbero mantenere al vertice di Ansaldo Energia per i meriti che gli sono riconosciuti anche da tutti i manager delle altre aziende di Finmeccanica.

Durante la convention Zampini non ha affondato il coltello per far capire una volta per tutte che accanto a una visione finanziaria deve esserci un progetto industriale che salva l'integrità del Gruppo senza privilegiare quel core business delle attività nel settore della difesa che in America come in Italia e' falcidiato dai tagli dei budget governativi.

Zampini,uomo parco di parole e di costumi,i è limitato a dire "il Gruppo bisogna saperlo fare, e in passato non l'abbiamo fatto perché abbiamo introdotto procedure complesse" mentre Sergio De Luca, l'amministratore di Ansaldo Sts, ha lanciato a Pansa (così ha scritto Antonella Baccaro sul "Corriere") il messaggio subliminale "primum non nocere...".

Gli uscieri di Finmeccanica che da da anni erano abituati a leggere power point incomprensibili in lingua inglese, sono rimasti un po' spiazzati non tanto per la traduzione dal latino del famoso detto di Ippocrate quanto per l'allusione al cattivo equilibrio che si è stabilito durante la gestione Orsi di cui Pansa è stato inequivocabilmente un grande supporter.

Dopo il buffet è cominciata la fuga dei 1.700 manager che tra di loro hanno parlato soprattutto del prossimo organigramma. Le uniche cose certe sono la pervicacia con cui l'ammiraglio Guido Venturoni, classe 1934, si sta battendo per mantenere la sua carica di presidente che gli è stata conferita a febbraio dopo la decapitazione di Orsi.

Ma sullo sfondo si vedono i movimenti abbastanza scomposti dell'ex-ambasciatore a Washington Giovanni Castellaneta, attualmente presidente di Sace, che ritiene di avere le carte in regola per ricucire i rapporti con l'amministrazione americana.

Per il resto si pensa che i bastoni del comando saranno distribuiti tra Pansa e Zampini, due uomini con teste, strategie e ambizioni diverse. Se ne parlerà a fine mese ma non è stata certa la convention della Fiera di Milano a fare luce. Le differenze e le ombre sono rimaste, e l'ombra più lunga è stata sicuramente quella di Roberto Maroni, il grande difensore di Orsi che inaspettatamente si è seduto in prima fila.

Una presenza istituzionale, ma inopportuna per chi come gli uscieri di Finmeccanica ricorda i dialoghi del dicembre 2011 tra il governatore leghista e il grande imputato di piazza Monte Grappa.


2. LA CASTA DEI BANCARI-BANCHIERI: L'AUSTERITA' SECONDO LA MEDIOBANCA DI NAGEL: NEL 2012 ,44 MILIONI DI BONUS A 119 MANAGER
Tra i personaggi che hanno deciso di uscire dallo sciocchezzaio di Twitter c'è anche Roberta Furcolo, la donna 46enne sposata con il pallido Alberto Nagel di Mediobanca.
La decisione di abbandonare il mondo virtuale è stata presa molto tempo prima di Enrichetto Mentana, esattamente alla fine di febbraio, quando l'intraprendente signora che da 24 anni lavora nei servizi finanziari e assicurativi, durante un incontro a piazza Affari con 400 rappresentanti della finanza e dell'industria chiese a bruciapelo al povero Mario Monti che cosa il governo intendesse fare contro la Casta.

Da quel momento l'uccellino di Twitter e' impazzito e sulla Furcolo si è abbattuta una valanga di critiche da parte di chi condannava le chiedeva di condannare non solo la Casta della politica ma anche quella dei banchieri.

È davvero un peccato che la moglie del pallido Nagel abbia messo il silenziatore perché avrebbe potuto dare qualche risposta in 140 caratteri a proposito delle incredibili notizie sui bonus che sono stati riconosciuti agli uomini di Mediobanca dopo i risultati dei primi nove mesi. Questi risultati non sono affatto brillanti perché l'utile al 31 marzo è stato di 37 milioni contro i 105 dello scorso anno, e i ricavi si sono ridotti del 23,7%.

A dire il vero la colpa del crollo è stata attribuita da Nagel alla svalutazione delle partecipazioni in Generali (-139 milioni nell'ultimo trimestre), in Telco (-95 milioni) e nella disastrata Rcs (-37,6 milioni). Forse è questa la ragione per cui i quotidiani hanno steso tappeti di bava sui risultati di Mediobanca che a onor del vero ha rafforzato la sua struttura patrimoniale e aumentato la raccolta grazie e soprattutto ai depositi in Che Banca! cresciuti del 6%.

C'è da chiedersi comunque per quale ragione di fronte a un crollo dell'utile così vistoso, l'Istituto dal quale Enrico Cuccia se ne è andato senza una lira abbia pensato di distribuire nel 2012 ,44 milioni di bonus a 119 manager. La domanda dovrebbe essere rivolta al Comitato Remunerazioni presieduto dal 71enne commercialista Angelo Casò, ma dalla lettura del delle 33 pagine elaborate dal Comitato sulle politiche si capisce benissimo che la decisione sui bonus è presa dal vertice della banca.

A questo punto è inutile fare del populismo di bassa lega. Resta il fatto che 119 fortunati si sono spartiti 44 milioni di euro che equivalgono a 336mila euro a testa. In realtà non è così perché la fetta più grossa è andata a 6 unità del vertice, mentre 9 unità appartenenti ai desk dell'Area Mercati sono stati ringraziati con 500mila euro, e la stessa cosa ad altri 17 manager che hanno lasciato le briciole a 87 dirigenti senior.

Che cosa avranno fatto mai di tanto pregevole questi bankers in un contesto in cui la crisi del credito attanaglia le imprese e le famiglie mentre l'Europa ha deciso il 21 marzo scorso di mettere vincoli stringenti ai bonus dei banchieri? La moglie del pallido Nagel non può dircelo, ma a Piazzetta Cuccia fanno presente,senza alcun pudore, che 44 milioni di quest'anno rappresentano la metà di quanto i magnifici bancari-banchieri hanno percepito nel 2011.

E anche sabato durante la lunga e noiosissima Assemblea che Unicredit ha tenuto all'Auditorium dell'Eur di Roma, il tema ha solleticato il prurito di alcuni azionisti che si sono chiesti perché tra il 2011 e il 2012 la banca del roseo Ghizzoni abbia spalmato 40 milioni di bonus. L'amministratore piacentino almeno una risposta ce l'aveva perché ha presentato all'Assemblea un bilancio con un utile netto di 449 milioni e una cedola per gli azionisti di 9 centesimi.

Peanuts che non servono a salvare la faccia della Casta dei bancari-banchieri.


3. MALAGO-MEGALÃ’ E ALE-DANNO UNITI NELLA LOTTA: ROMA CANDIDATA OLIMPIADI 2024
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che la poltrona di presidente del Coni comincia a procurare vertigini a Malago-Megalò.

Dopo aver abbandonato qualsiasi passione per l'universo femminino dove ha dato testimonianze magistrali, Giovannino si è calato nella parte di numero 1 dello sport e ha ripreso in mano la fiaccola per la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024.
Durante la presentazione di un libro del sindaco dalle scarpe ortopediche, Gianni Alemanno, al Circolo Canottieri Aniene, il neopresidente del Coni ha rilanciato l'idea di Roma come sede dei Giochi dicendo: "sarebbe una candidatura forte e molto apprezzata".

Poi ha messo le mani avanti e ha aggiunto: "non siamo degli incoscienti, aspettiamo di vedere se vincerà Madrid".

Qualcuno dovrebbe spiegare a Malagò che oltre ai 945 romani indicati dalle statistiche con un patrimonio superiore ai 30 milioni di euro, esistono circa 60 milioni di italiani che sperano di arrivare vivi al 2024".

 

Alessandro PansaPANSA E ORSI LOGO ANSALDOVITTORIO GRILLI FOTO ANSA Zampini GiuseppeGUIDO VENTURONIGIOVANNI E LILLA CASTELLANETA Roberto Maroni giuseppe orsi Alberto Nagel article ALBERTO NAGEL E ROBERTA FURCOLOmediobanca Federico Ghizzoni Unicredit alemanno presidente malago foto mezzelani gmt GIANNI ALEMANNO GIOVANNI MALAGO - copyright Pizzi

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