margrethe vestager alitalia

ALITALIA A UN BINARIO MORTO – IL PIANO INDUSTRIALE DI FERROVIE E MEF POTREBBE TROVARSI DAVANTI UN FRENO CHIAMATO VESTAGER: LA COMMISSARIA UE ALLA CONCORRENZA HA APERTO UN’INCHIESTA SUL PRESTITO PONTE EROGATO DAL TESORO E SULL’INGRESSO NEL CAPITALE DEL NUOVO VETTORE, SU CUI SI BASA IL NUOVO SALVATAGGIO (SONO GIA' PRONTE LE SANZIONI) – I BUONI RAPPORTI DELLA LEGA CON LUFTHANSA, LE SPARATE DI LUIGINO E IL NODO DEI BENETTON...

 

Francesco Pacifico per www.lettera43.it

 

Vestager

Già prima delle elezioni europee la Ue potrebbe mettersi di traverso sull'operazione Alitalia. La commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager frena e vorrebbe intervenire dopo il 26 giugno, ma complici le pressioni di AirFrance-Klm e di alcuni vettori low cost Bruxelles potrebbe comunicare prima di quella data l'esito di un'inchiesta che i suoi uffici hanno aperto nel 2018 sul prestito ponte da 900 milioni erogato dal Mef alla sua ex compagnia di Stato.

 

EMBRAER E-175 ALITALIA

A maggior ragione dopo che lo stesso Mef è pronto a entrare nel capitale della futura Alitalia, convertendo gli interessi (circa 200 milioni) di quel prestito. Da ambienti vicini al colosso franco-olandese fanno sapere che, in ogni caso, la Ue non vuole fare sconti. Bruxelles non avrebbe nulla da ridire sulla modalità d'ingresso dello Stato italiano - anche in AirFrance-Klm sono presenti come azionisti i rispettivi governi - ma è pronta a sanzionare il nostro Paese sia per la durata del commissariamento, sia per la mancata restituzione del prestito, prorogata da oltre due anni. Il primo nodo si può risolvere con un rilancio industriale della compagnia, l'altro no, soprattutto se quella cifra finirà tra i debiti da trasferire alla prossima bad company che il governo si appresta a costituire.

 

danilo toninelli gianfranco battisti

FERROVIE PRENDE TEMPO

Le prossime ore potrebbero essere decisive per il futuro dell'ex vettore di bandiera. Il 30 aprile, Ferrovie dovrebbe comunicare ai tre commissari di Alitalia (Daniele Discepolo, Stefano Paleari, Enrico Laghi) l'esito del suo scouting per trovare nuovi soci per il rilancio della compagnia. Proprio da Piazza della Croce Rossa è stato comunicato nelle ultime ore che «il Consiglio di amministrazione di Fs Italiane ha preso in esame nella seduta odierna il tema della proroga del termine del dossier Alitalia». Dovrebbero essere chieste tre settimane in più, ma è probabile che si arrivi a un mese.

 

SALVINI ALITALIA

Da Varsavia Luigi Di Maio si è vantato che il governo «non cerca capitani coraggiosi» ed «è riuscito nel suo intento: la presenza massiccia dello Stato nella newco che permetterà di rilanciare Alitalia». Parole che hanno creato non poco imbarazzo nello stesso governo, dove l'operazione sembra naufragare giorno dopo giorno. Tanto che l'esecutivo avrebbe chiesto a Lufthansa di rientrare nella partita: ci sarebbero stati due incontri nell'ultimo mese a Roma tra i massimi vertici del vettore e la controparte italiana, uno di 15 minuti al Mise al quale avrebbe partecipato anche Di Maio e l'altro con funzionari della presidenza della Consiglio, mandati lì direttamente da Giuseppe Conte. In entrambe le riunioni i tedeschi avrebbero ribadito lo stesso concetto: non siamo interessati al dossier fino a quando al governo ci saranno i cinque stelle.

 

I BUONI RAPPORTI TRA LUFTHANSA E LEGA

DI MAIO VOLA IN ECONOMY

Lufthansa ha buoni rapporti con la parte "verde" della maggioranza: lo dimostra anche la decisione di rafforzare a Verona il quartier generale della controllata Air Dolimiti. Sempre dal fronte tedesco - e dopo aver visto i conti di Alitalia - fanno intendere che la compagnia avrà risorse per andare avanti fino all'inizio dell'autunno, mentre i tre commissari sono convinti che ci sia "benzina" per tutto il 2019. Eppure nel mondo del trasporto nessuno crede davvero che i tedeschi abbiano riposto nel cassetto il dossier: lo dimostrerebbe il fatto che è stato congelato il progetto di creare una base d'armamento a Fiumicino con cinque o sei macchine di lungo raggio, sempre sotto la livrea di Air Dolomiti. Di Maio è convinto che, grazie al matrimonio con Ferrovie, l'Italia si doterà presto «la prima azienda ad avere al suo interno gomma, ferro e aereo, così da sviluppare una rete intermodale che permetterà ai turisti di atterrare in Italia e usare una rete che si farà concorrenza. Questa è la nostra idea di piano industriale dei prossimi 40 anni». In realtà, le cose non sono così lineari come fa intendere il ministro.

Lufthansa sciopero

 

Ferrovie, che in queste ore avrebbe dovuto delineare il nuovo azionariato del vettore, avrebbe fatto sapere al governo che non intende versare i 300 milioni annunciati in un primo momento e avrebbe chiesto uno sconto. Delta, l'unico partner industriale finora trovato, non supererà la quota del 15% e un investimento di non oltre 150 milioni. Ma soprattutto ha posto una serie di paletti molto complessi da superare per il governo: in primo luogo le nuove rotte che Alitalia vorrà aprire fuori da quelle concordate nell'alleanza Skyteam saranno a totale carico della Magliana. Ma soprattutto gli americani si sarebbero lamentati della crescita sul mercato interno di Air Italy, controllata da Qatar Airways.

 

IL NODO DELLE TRATTATIVE CON ATLANTIA

DELTA AIRLINES1

L'ingresso del Mef attraverso la conversione in azioni degli interessi al prestito permette a Di Maio e a Ferrovie di sistemare un altro 20 o 25% dell'azionariato della compagnia, ma tutte le controllate del Tesoro che Di Maio pensava di coinvolgere (Eni, Enel, Poste, Fincantieri, Leonardo fino alla Cdp) al momento hanno respinto l'invito. Da ultimo, ma non meno centrale, le trattative con Atlantia: anche qui il vice premier grillino aveva chiesto un investimento intorno ai 300 milioni, ma il prezzo chiesto in cambio dai Benetton sarebbe troppo oneroso per il governo, cioè garanzie di rinnovare le concessioni autostradali di Alitalia e quelle aeroportuali in capo ad Aeroporti di Roma per almeno 20 o 30 anni. E Di Maio è il primo a sapere che non potrà sostituire Atlantia con la famiglia Toto.

riccardo toto 3i meme sui benetton e il crollo del ponte di genovaMARGRETE VESTAGERLufthansa scioperoMARGRETHE VESTAGER

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO