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NELLA LUNGA TRATTATIVA SUI DAZI, TRUMP VUOLE FAR CEDERE L’EUROPA PER SFINIMENTO – I NEGOZIATORI DELL’UE AMMETTONO CHE, NONOSTANTE LE TANTE CONCESSIONI FATTE A WASHINGTON, “SI MUOVONO AL BUIO”. DALL'AUTOMOTIVE ALL'AGRICOLTURA, DALLA FARMACEUTICA ALL'ACCIAIO, BRUXELLES NON HA ANCORA CAPITO QUALI SIANO LE REALI INTENZIONI DELLA CASA BIANCA, OLTRE AI DAZI GENERALIZZATI DEL 10% – IL COMMISSARIO AL COMMERCIO, MAROS SEFCOVIC, SI È LASCIATO SCAPPARE: “TRUMP VUOLE I SOLDI” – AVANZA LA LINEA TEDESCA PER RAGGIUNGERE UN'INTESA A TUTTI I COSTI, ANCHE PIÙ SFAVOREVOLE RISPETTO A QUELLA RAGGIUNTA DAL REGNO UNITO...

UE E USA TRATTANO A OLTRANZA. 'NESSUNA LETTERA IN ARRIVO'

Estratto dell’articolo di Valentina Brini per www.ansa.it

 

DONALD TRUMP MOSTRA LA TABELLA CON I NUOVI DAZI

I due giorni evocati da Donald Trump per recapitare all'Europa la lettera sui dazi sembrano già dilatarsi in una lunga maratona negoziale. Il confronto tra le sponde dell'Atlantico si consuma a ritmo serrato, sospeso tra i tentativi di Bruxelles di evitare lo scontro frontale e la linea dura di Washington, che non arretra sulla tariffa generalizzata del 10% e lascia intravedere margini minimi per sconti sui dossier sensibili di auto, acciaio, alluminio, agroalimentare, alcolici e farmaceutica.

 

[...]

 

Fermezza e apertura al dialogo restano la bussola di Ursula von der Leyen che, davanti all'Europarlamento, ha richiamato i "contatti proficui" con l'inquilino della Casa Bianca, tornando comunque ad assicurare che l'Ue è pronta "a qualsiasi scenario".

 

DONALD TRUMP VS URSULA VON DER LEYEN - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK

A testimoniare la complessità della partita sono arrivate anche le parole di Giancarlo Giorgetti, convinto che la trattativa proseguirà "giorno e notte", fino al gong del primo agosto.

 

Lo spettro di un dazio del 17% sull'agroalimentare "porta male" all'Italia, ha osservato il ministro con una punta di scaramanzia alla vigilia del summit sulla ricostruzione dell'Ucraina a Roma, che offrirà ai leader una cornice utile anche per scambi informali sul fronte commerciale.

 

A Bruxelles si scommette che la temuta missiva Usa con nuove stangate - arrivata nelle ultime ore anche a Filippine, Algeria, Brunei, Iraq, Libia e Moldavia con dazi tra il 20 e il 30% - non arriverà. Tutto ormai si gioca sulla "volontà" politica di giungere all'accordo. "Abbiamo dimostrato di essere disponibili a un'intesa di principio", ha ribadito un portavoce dell'esecutivo von der Leyen, rispedendo la palla nel campo di Washington.

 

Maros Sefcovic - foto lapresse

Le distanze, tuttavia, restano significative sui punti nevralgici del commercio continentale come l'automotive (e le ammiraglie tedesche) colpito da tariffe del 25%, e l'acciaio e l'alluminio gravati da tasse del 50%.

 

Qualche spiraglio si intravede soltanto per aerei e alcolici ma - nell'analisi del Financial Times - il compromesso al 10% che l'Europa si prepara a siglare sarà ben meno vantaggioso rispetto a quello strappato da Londra, nonostante le aperture europee ad aumentare l'acquisto di gnl e armi statunitensi.

 

MEME SU DONALD TRUMP GOLFISTA E DAZISTA

Il principio di reciprocità, evocato a più riprese, resta dunque vago e - soprattutto - divisivo per i Ventisette, con Berlino in pressing per un compromesso pragmatico e rapido e Parigi che invece rifiuta accordi "a ogni costo".

 

I contatti tra il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, e i negoziatori Usa, Howard Lutnick e Jamieson Greer, sono costanti. E, ha rivendicato lo slovacco - sono serviti a "evitare" altre supertasse.

 

Dal febbraio scorso, tuttavia, il 70% del commercio Ue è già vittima dell'asimmetria di tariffe "senza precedenti", ha evidenziato von der Leyen, rilanciando la volontà di definire una cornice chiara e stabile "su cui costruire". Un'espressione ormai ricorrente nel lessico della Commissione europea, a rimarcare come l'intesa di principio sarebbe soltanto il primo tassello di un accordo da blindare.

 

Tanto che il Parlamento europeo - per bocca del suo capo della commissione per il Mercato interno, il socialista tedesco Bernd Lange - chiede una clausola automatica di salvaguardia per neutralizzare eventuali - e imprevedibili - colpi di mano unilaterali di Washington nel libo tra il via libera politico e la firma definitiva. La pressione politica è alta anche sul fronte delle contromisure. [...]

 

DAZI, BRUXELLES SI PREPARA A FARE PIÙ CONCESSIONI "NIENTE LETTERA IN ARRIVO"

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

donald trump e ursula von der leyen dopo il bilaterale al g7 in canada

«Accordo nei prossimi giorni». La frase è ripetuta come un mantra da tutti gli esponenti Ue che stanno trattando sui dazi con gli Usa. Da von der Leyen a Sefcovic la parola d'ordine è ottimismo. Ma riservatamente i "negoziatori" ammettono che nonostante le tante concessioni fatte a Washington, in realtà gli europei «si muovono al buio».

 

Dall'automotive all'agricoltura, dalla farmaceutica all'acciaio, in concreto la Ue non ha ancora capito quali siano le reali intenzioni di Donald Trump. «Vuole i soldi», si è lasciato scappare il commissario al Commercio rispondendo a un eurodeputato uscendo ieri dall'aula del Parlamento europeo.

 

friedrich merz e donald trump alla casa bianca foto lapresse 6

[...]  E se nel frattempo il presidente americano ha mandato le lettere di "messa in mora" ad altri sette Paes (stangata al 50% per il Brasile), il Vecchio Continente spera di poter chiudere comunque la partita. Anche se l'intesa fosse peggiore di quella siglata dagli States con il Regno Unito (le tariffe per Londra potrtebbero essere più basse di quelle riservate a Bruxelles), nell'Unione sta prevalendo la linea tedesca secondo la quale è meglio un cattivo accordo che nessun accordo.

 

Perché in assenza di un quadro stabile, la situazione è destinata a peggiorare. Soltanto se le condizioni imposte dal tycoon fossero davvero insopportabili – ad esempio tariffe superiori al 10 per cento sulle auto e sull'agricoltura – allora solo in quel caso l'Europa sarà costretta a dire no.

 

sefcovic trump

Sapendo comunque che per diversi settori si supererà quella quota. Tra l'altro in maniera non esplicita stanno giungendo agli "emissari" comunitari anche dei sondaggi su come l'Europa possa partecipare all'acquisto del debito pubblico americano.

 

Ieri Sefcovic ha di nuovo sentito al telefono il rappresentante statunitense Greer per incanalare il dialogo e ottenere qualche dettaglio in più. Sapendo che ormai la data-limite è diventata il primo agosto e che per il momento Trump non intende spedire la sua missiva a Bruxelles.

 

[...]

 

giorgia meloni - meme by vukic

Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha espresso un «cauto ottimismo» pur dilatando i tempi dell'accordo alla fine del mese: «Il nostro obiettivo è raggiungere un'intesa con i dazi più bassi possibili il più rapidamente possibile. Non è facile da raggiungere a causa delle attuali richieste del governo Usa».

 

[...]

 

Tra le tante richieste già accolte dall'Ue e molto apprezzate da Washington anche la riforma delle "stablecoin", le criptovalute che potrebbero avere una circolazione facilitata in Europa.

 

Uno strumento su cui Trump ha investito e investirà molto nei prossimi anni. L'Europa è convinta di poter concedere molto all'alleato d'Oltreoceano perché dagli studi fatti in Commissione, almeno il 75% delle perdite in termini di export con gli Stati Uniti dovrebbero essere recuperate attraverso gli accordi commerciali con il Mercosur, l'India e la Cina. E infatti a fine mese una delegazione dell'Ue, guidata da von der Leyen e Costa, volerà a Pechino per incontrare Xi Jinping.

friedrich merz e donald trump alla casa bianca foto lapresse 1

Maros sefcovic

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