elon musk tom zhu

CHE MAL DI TESLA! – IL TITOLO DEL GRUPPO FONDATO DA ELON MUSK CROLLA A WALL STREET (-14%) –  IL MERCATO NON SI FIDA PIÙ DELLO SVALVOLONE MUSK CHE, PER STARE DIETRO A TWITTER, SEMBRA ESSERSI DIMENTICATO DELL'AZIENDA (CHE PRODUCE MOLTE MENO MACCHINE DEL PREVISTO) – A PESARE SUL TITOLO ANCHE LA MULTA CHE IL GOVERNO SUDCOREANO HA IMPOSTO A TESLA PER PUBBLICITÀ INGANNEVOLE – MUSK PROVA A RASSICURARE I MERCATI CHIAMANDO TOM ZHU, SUPER MANAGER CHE..

1. URAGANO TESLA, IN BORSA FA -15% GIÙ LE CONSEGNE, MALE LA LOGISTICA

Francesco Semprini per “la Stampa”

IL CROLLO DI TESLA IN UN ANNO

 

Il 2023 non si apre all'insegna della buona sorte per Tesla che nella prima sessione di scambi di Wall Street brucia oltre il 14%, segnando il calo maggiore dal settembre 2020. Il titolo della società di Elon Musk subisce il peso dei dati trimestrali che descrivono un livello di consegne di vetture elettriche sotto le attese per il terzo quarto consecutivo.

 

Negli ultimi tre mesi del 2022 Tesla ha consegnato 405.278 auto, l'11% in più rispetto ai tre mesi precedenti ma sotto le 427.000 consegne attese dagli analisti, alimentando i timori di un rallentamento della domanda. Le consegne complessive nel 2022 sono state circa 1,31 milioni, a fronte degli oltre 1,4 milioni fissati negli obiettivi iniziali. A ciò si somma la multa di circa 2,2 milioni di dollari comminata dal governo sudcoreano per presunta comunicazione ingannevole ai clienti in merito all'autonomia dei suoi veicoli elettrici.

 

Tesla

Il titolo prosegue così il trend che lo ha caratterizzato per tutto il 2022 il peggiore in assoluto con un calo del 65% e oltre 700 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato bruciati tra le preoccupazioni degli investitori per le interruzioni della produzione, i timori sulla domanda e la "distrazione" di Musk per Twitter dopo l'acquisizione della piattaforma di microblogging per 44 miliardi di dollari.

 

Il tracollo segna una netta inversione di tendenza per un "ticker" che stava andando a gonfie vele sino a poco più di un anno fa. Il titolo di Tesla ricorda il Wall Street Journal, aveva raggiunto il massimo storico nel novembre 2021 ma da allora Musk ha venduto più di 39 miliardi di dollari di azioni, ed anche questo ha contribuito al calo di fiducia.

Il Ceo di Tesla Elon Musk

 

«I fondamentali a lungo termine sono estremamente forti. La follia del mercato a breve termine è imprevedibile», ha twittato Musk. La critica è però che parte dell'inversione di tendenza sia avvenuta negli ultimi mesi dopo l'acquisizione di Twitter e con ricadute di immagine sul marchio della casa automobilistica per alcuni suoi commenti postati sul social.

 

Allo stesso tempo, l'azienda sta assistendo a una maggiore concorrenza da parte delle startup e dei produttori di automobili tradizionali, che quest' anno hanno introdotto nuovi veicoli elettrici e aumentato la produzione. Ci sono 53 modelli di veicoli elettrici sul mercato o che saranno presto lanciati, secondo JD Power, alcuni hanno liste di attesa che durano più di un anno. La società ha anche affrontato diverse sfide operative.

tesla 1

 

All'inizio di questo mese, ha sospeso la produzione di automobili nel suo stabilimento cinese un giorno prima del previsto, estendendo la prevista chiusura di otto giorni, per far fronte alla nuova ondata di Covid-19 tra i lavoratori. La produzione è stata interrotta anche nello stabilimento di Shanghai per settimane all'inizio dell'anno a causa dei blocchi dovuti al Coronavirus. Non sono infine mancati i problemi anche nei nuovi stabilimenti in Germania e Texas, specie nella fase di avviamento della produzione.

 

ELON MUSK

La disfatta del titolo Tesla ha infine costretto Musk a cedere il titolo di persona più ricca del mondo al miliardario francese Bernard Arnault patron della casa di moda i Lvhm. Nonostante tutto Wall Street rimane ottimista sulle prospettive finanziarie di Tesla, aggrappandosi alle stime di profitto di circa 13 miliardi per il 2022, più del doppio dell'anno precedente, e con la previsione di un rimbalzo dell'utile netto del 40% nel 2023.

 

2. IL GENIO CHE VIVE IN FABBRICA MUSK CHIAMA IL CINESE ZHU PER RISOLLEVARE TESLA

Massimo Basile per "la Repubblica"

 

TOM ZHU 3

Elon Musk ha scelto il suo clone cinese per guidare Tesla in Nord America e nel resto del mondo: è Tom Zhu, pronuncia "Giù", il top manager che, come Elon, dormiva nello stabilimento con gli operai per dare il buon esempio in tempi di lockdown (Zhu lo ha fatto per due mesi a Shanghai), e quello che viveva in una casa popolare perché a soli dieci minuti dalla Gigafactory, il tipo che indossa giubbotti Tesla quando non porta completi da uomo d'affari, ma anche l'ex studente geniale uscito dall'università che aveva formato il Ceo di Apple Tim Cook.

TOM ZHU CON ELON MUSK

 

Musk lo ha nominato suo vice: Zhu guiderà gli stabilimenti in Nord America e Europa, riporta il sito specializzato Electrek, mantenendo l'incarico di vicepresidente vendite e servizi in Cina e nel resto dell'Asia. Una mossa che fa di Zhu il numero due di Tesla, con la supervisione su tutti i mercati e la catena di produzione mondiale.

 

Sarà il manager cinese di maggiore peso sul mercato statunitense, ruolo che non farà piacere a Washington, preoccupata dall'ingombrante presenza di Pechino negli Usa. Da poche settimane il Congresso, in modo bipartisan, ha messo al bando la piattaforma cinese Tik Tok dagli apparecchi elettronici federali, e da mesi lancia allarmi su rischio spionaggio da parte della Cina. La scelta di Zhu non piacerà al presidente Joe Biden, ma neanche ai Repubblicani, che Musk ha abbracciato da tempo e che sono anche più intransigenti dei Democratici.

 

TOM ZHU 1

Il presidente di Tesla e il suo nuovo vice potrebbero essere chiamati in audizione dal nuovo Congresso per spiegare le loro intenzioni. La scelta viene considerata, però, una mossa chiave per tamponare il crollo del titolo Tesla, che ha perso in un anno più del 65%. Sempre più distratto da Twitter, Musk potrebbe avere individuato in Zhu il suo alter ego, per rassicurare gli azionisti. […]

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO