draghi2

SUPERMARIO VA ALL'ATTACCO DEL RENZISMO DI CARTA – MESSO IN MEZZO SULLA VIGILANZA DI BANKITALIA (DA MPS ALLE BANCHE VENETE), DRAGHI RANDELLA, ED E' LA PRIMA VOLTA, I CRONISTI ECONOMICI ITALIANI: “CERTI GIORNALI MANDANO SEMPRE LO STESSO MESSAGGIO A PRESCINDERE DALLA REALTÀ, CHE VIENE DIPINTA DI UN COLORE, MENTRE È DI UN ALTRO COLORE”

 

Alessandro Merli per ‘Il Sole 24 Ore’

 

Le grandi banche centrali si avviano, a velocità diverse, alla normalizzazione della politica monetaria dopo le misure straordinarie prese durante e dopo la crisi finanziaria. Ma le stesse banche centrali si trovano ora alle prese con il delicato problema di comunicare quando e come lo faranno. Un problema di non facile soluzione per una categoria, quella dei banchieri centrali, fino a non molti anni fa abituata a operare nella quasi completa segretezza. Ha ricordato il presidente della Federal Reserve di Chicago, Charles Evans, una delle “colombe” del consiglio della Fed, che fino al 1994 la banca centrale americana non comunicava nient’altro che l’ora di chiusura delle riunioni.

DRAGHI GIORNALISTI

 

Ieri a Francoforte, si sono trovati sullo stesso palco per discutere di comunicazione e trasparenza i capi delle quattro banche centrali più potenti del mondo, il padrone di casa Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, la presidente della Fed, Janet Yellen, il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, e quello della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda.

 

Un fatto di per sé eccezionale, al di fuori degli incontri ufficiali a porte chiuse, e un segno della nuova era del central banking, in cui la comunicazione è diventata un’arma in più a disposizione dei banchieri centrali. Draghi, la cui frase «Whatever it takes», è diventata l’esempio della forza della parola, lo ha detto esplicitamente: «Le indicazioni prospettiche che forniamo, la forward guidance - ha detto - sono diventate uno strumento a pieno titolo della politica monetaria. Ed è un grande successo. L’importanza della forward guidance è anzi aumentata in una situazione in cui i tassi d’interesse sono sulla loro soglia minima».

mario draghi janet yellen

 

Il caso di «Whatever it takes», l’affermazione che la Bce era pronta a fare tutto il necessario, nei limiti del suo mandato, per salvare l’euro, è un esempio, secondo Draghi, di come le indicazioni della guidance possono avere un effetto stabilizzante. Ora la Bce sta usando la propria forward guidance per instradare le aspettative dei mercati verso la futura riduzione, per adesso molto graduale, dello stimolo monetario. Il presidente della Bce ha colto anche l’occasione per dare una stoccata ai suoi critici dalla stampa in Germania e in Italia, i primi sullo stimolo monetario, i secondi sulla vigilanza bancaria.

 

DRAGHI HANDELSBLATT

«Non darei troppa importanza a queste critiche che vengono da una minoranza. In alcuni Paesi, certi giornali sono protetti dallo scrutinio internazionale perché usano la lingua nazionale e mandano sempre lo stesso messaggio a prescindere dalla realtà, che viene dipinta di un colore, mentre è di un altro colore. A quello che diciamo devono esserci orecchie disposte ad ascoltare. Ma è una ragione per fare ancora di più».

 

Nel Gotha dei banchieri centrali, convenuto a Francoforte dalla responsabile della comunicazione della Bce, Christine Graeff, è toccato a Janet Yellen - che, nonostante gli eccellenti risultati ottenuti, nel febbraio prossimo, per decisione del presidente Usa, Donald Trump, verrà sostituita da Jerome Powell - pronunciare una sorta di mea culpa. Nel maggio 2013, quando alla testa della Fed c’era Ben Bernanke, la Fed provocò il cosiddetto “taper tantrum”, una severa turbolenza di mercato, «forse per ragioni di timing», nel preannunciare la stretta monetaria, nonostante, ricorda ora Yellen, proprio quella fosse l’aspettativa della maggioranza degli osservatori.

DRAGHI GIORNALISTI1

 

Una lezione che è stata appresa: ora che si prepara a ridurre le dimensioni del proprio bilancio, la Fed ha predisposto la mossa comunicandola con un anticipo di mesi. In ogni caso, la guidance della banca centrale (sulla quale il suo ex vice, Stan Fischer, aveva espresso qualche scetticismo) deve essere sempre condizionata alle prospettive dell’economia, tenendo conto quindi dell’incertezza. Intanto, il fatto che il tasso d’interesse “naturale” si sia probabilmente abbassato, significa che il rialzo dei tassi decretato dalla banca centrale con la normalizzazione potrebbe fermarsi a un livello più basso di quanto non sia avvenuto storicamente.

 

Per Mark Carney, a volte accusato di mandare messaggi contrastanti (è stato definito da uno dei suoi critici “il fidanzato infedele”), l’importante è non dimenticare che ancora prima che ai mercati, i banchieri centrali devono comunicare «alla gente che siamo chiamati a servire». A sua volta, Carney è alle prese con la comunicazione degli effetti di Brexit, sui quali l’incertezza è totale. Nel mirino dei politici pro-Brexit, si è limitato a dire ieri di aspettarsi «un ragionevole periodo di transizione». Kuroda ha fatto appello alla necessità di mandare messaggi più semplici, soprattutto al grande pubblico.

DRAGHI

 

Dal canto suo, il capo economista della Banca dei regolamenti internazionali, la “banca centrale delle banche centrali”, Hyun Song Shin, ha osservato che ci sono pericoli anche nella «prevedibilità e gradualismo», in quanto i mercati possono essere indotti a prendere posizioni eccessivamente rischiose.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)