MICROSOFT SI BUTTA DALLE “FINESTRE” PER INSEGUIRE APPLE

Danilo Taino per il "Corriere della Sera"

Regola d'oro per grandi e piccoli top manager: quando si lancia un prodotto sul mercato di massa chiedersi prima di tutto se il consumatore lo vuole. Per esempio: Microsoft si è chiesta se la gente vuole davvero un tostapane che sia anche frigorifero? Domanda che è meglio farsi prima: tanto, a un certo punto si fa largo da sola.

Microsoft, infatti, ieri ha detto al quotidiano Financial Times di essere in procinto di fare marcia indietro su quello che dovrebbe essere il suo prodotto di punta, Windows 8, il sistema che trasferisce sul pc alcune caratteristiche dei tablet, ad esempio il touchscreen e la configurazione del desktop. Un'operazione che era stata appunto definita dall'amministratore delegato di Apple, Tim Cook, una combinazione di «un tostapane e un frigorifero» che non sarebbe stata apprezzata dal mercato.

Così è stato. E la regola d'oro, nota da decenni ma spesso dimenticata per supponenza, sta tornando regina nel mondo del management e dell'informatica. Di fronte a Windows 8, gli utilizzatori di pc sono andati in confusione: quella che doveva essere la novità destinata a rilanciare il mercato dei pc in difficoltà ha invece contribuito alla sua caduta del 14% (mondiale) nel primo trimestre di quest'anno.

Se sia il touchscreen che sul pc non piace, la non linearità dell'utilizzo rispetto alle abitudini di chi lo usa, il prezzo eccessivo è difficile da stabilire. Di certo, Microsoft dice che cambierà «aspetti chiave» del funzionamento del software: un'ammissione di fallimento da parte del colosso guidato da Steve Ballmer. Probabilmente dovuto a un'errata lettura del mercato mentre Microsoft cerca di tenere testa alle innovazioni introdotte di recente soprattutto da Apple.

Innovare è naturalmente una bella cosa: anzi, è un obbligo. Mentre Apple ha inventato da zero un mercato che non esisteva, quello degli smartphone e dei tablet, ma per farlo è partita dalle persone, Microsoft sembra essere stata vittima dell'ansia di rispondere ai cambiamenti dei mercati mimando l'innovazione. Non è la prima grande corporation a sbattere. E non è nemmeno detto che la lezione non possa essere girata in positivo. I casi di flop sono la norma nel mondo del business.

Gli yogurt, per esempio, sono un campo rischioso. La rivista Cosmopolitan nel 1999 decise di mettere il proprio marchio su una linea di yogurt low-fat e mandarla nei supermercati britannici: 18 mesi dopo la ritirò. Nel 1979, la Procter & Gamble lanciò, sotto il marchio Clairol, un nuovo shampoo: ma scoprì che agli americani non piaceva l'idea di lavarsi i capelli al gusto di yogurt. La forza del marchio, d'altra parte, non funziona allo stesso modo su tutto, non si può appiccicarla a caso.

La Smith and Wesson, per dire, oltre alle mitiche pistole produce da anni biciclette per la polizia o per usi di emergenza. Ma quando si è lanciata nelle mountain-bike è stato un flop: la maggior parte dei ciclisti moderni tende a non identificarsi con Al Capone. Per ragioni non dissimili, il profumo Harley-Davidson non ha mai davvero eccitato i motociclisti, maschi e femmine. Altre volte, le multinazionali guardano il consumatore sbagliato.

Dal 1959, per esempio, la Mattel è riuscita ad accoppiare Barbie con quasi ogni attività umana. Assieme a Ken. Quando però nel 1993 mandò sugli scaffali Earring Magic Ken - jeans, giubbino viola, catene e orecchino - le vendite non andarono male: la Mattel aveva fatto l'inchiesta e sondato i gusti dei ragazzini di cinque anni. I problemi vennero da molti genitori che si rifiutarono di comprarlo e protestarono; come protestarono alcune organizzazioni gay. Ritirato.

Il fiasco più conosciuto, che ha fatto storia, è il lancio della New Coke: una Coca-Cola più moderna e, nelle intenzioni della multinazionale, più cool. La preparazione durò più di due anni, top secret. Vennero effettuati test a centinaia. Al momento del lancio, il flop fu subito apparente. Non è che la New Coke non piacesse: è che nessuno sentiva il bisogno di qualcosa di diverso da quella tradizionale. La gente fece incetta di Old Coke, al mercato nero una cassa arrivò a costare 30 dollari.

Lanciata il 23 aprile 1985, fu ritirata l'11 luglio e la società rilanciò la Classic Coke. La quale, grazie al costoso fiasco, ebbe nuova vita: gli americani si accorsero di quanto tenessero alla bevanda, «come alla bandiera» disse qualcuno.

Non che la Pepsi sia stata da meno a fine anni Ottanta. Al mattino si beve il caffè? La Pepsi contiene caffeina? Ovvio lanciarne una per il breakfast: Pepsi AM. Un disastro. Come un disastro fu la Crystal Pepsi, schiarita. È che quando si parla di Cola la gente vuole la solita, di quando si era piccoli, e la vuole scura, da bere a qualsiasi ora del giorno e della notte.

I flop dei modelli di automobili sono infiniti. Il più famoso quello del 1997 della Mercedes Classe A che si capottava se sottoposta al test dell'alce. Poi, risolto il problema, fu un successo. Ma in quel caso l'errore fu tecnico. In altre circostanze, le imprese anche più serie hanno idee balzane. La Bic introdusse, al fianco degli accendini e dei rasoi usa e getta, anche gli slip monouso: pare che però il richiamo della penna biro li rendesse poco sexy. Bocciati dal mercato.

È che i fiaschi di mercato sono infiniti: dall'acqua in bottiglia per cani e gatti al sapore di carne e di pesce alle sigarette senza fumo, lanciate troppo presto, nel 1988. Mai però disperare, insegnano la Coca-Cola e le sigarette elettroniche: un flop oggi può essere un trionfo domani.

 

MICROSOFT SURFACE PROWINDOWS OTTO NUOVO LOGO MICROSOFTpepsi am New Coke New Coke

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO