MILANO SVETTA (+1%) CON FIAT (+6%) E MEDIASET (+4,8%) - TONFO DI MPS (-2,8%) ZAVORRATA DALL’AUMENTO

1. BORSA: MILANO PRIMA DELLA CLASSE, +1% GRAZIE A FIAT (+6%) E BANCHE
Radiocor - Il traino di Fiat, grazie al 'giallo' Marchionne, e dei bancari fa di Milano la prima della classe sui listini europei. Se le principali borse continentali hanno aperto la settimana contrastate, non sfruttando le indicazioni positive arrivate da Giappone e dalla Cina, Milano ha chiuso le contrattazioni con un +1,16% nel Ftse Mib e un +1,02% nel Ftse All Share.

Sugli scudi Fiat (+6%) grazie ai rumors su operazioni straordinarie in arrivo dopo l'assenza a sorpresa del ceo Marchionne dal Salone dell'auto di Francoforte. Rilancio di Mediaset che sale del 4,8%, mentre scivola Mps (-2,8%) dopo l'ufficializzazione del maxiaumento di capitale da 2,5 miliardi concordato con l'Unione europea. Sul fronte valutario, euro in deciso rafforzamento a 1,3525 dollari (1,3180 venerdi' sera). Petrolio in calo dello 0,6% a 109,88 dollari al barile.

2. BTP STABILI IN CHIUSURA, TASSO DIECI ANNI 2 PB SOTTO BONO, 257 SU BUND
(Reuters) - Prezzi e rendimenti poco distanti dalla chiusura di venerdì sera per il secondario dei Btp, in una seduta dai volumi sottili e dalle quotazioni in range ristretto.
Cartina al tornasole della propensione degli investitori nei confronti della carta italiana, il rendimento del benchmark a dieci anni maggio 2023 viaggia a soli due centesimi dall'equivalente Bono 31 ottobre 2023 e poco oltre 255 punti base oltre l'analogo tedesco maggio 2023.

"Considerando che il titolo spagnolo ha un paio di mesi in più lo spread sul Bono si può considerare pari a zero... considerata la fase delicata di politica interna è chiaro che in questo momento è più facile scommettere sulla Spagna" commenta un operatore.

"Senza dimenticare che per l'Italia questa settimana sono in calendario le aste di metà mese su Bot e medio-lungo, mentre Madrid ha collocato la scorsa settimana" aggiunge.
Sullo sfondo la questione della decadenza di Silvio Berlusconi, mentre da poche ore è riunita la Giunta per le immunità del Senato chiamata a esprimersi, in base alla legge Severino, sulla carica a senatore del numero uno Pdl dopo la condanna definitiva per frode fiscale.

Una fonte politica interna alla giunta riferisce che il relatore Andrea Augello, Pdl, avrebbe proposto il ricorso alla Corte Ue di Lussemburgo e aperto i lavori ponendo tre 'questioni pregiudiziali' su cui discutere in via preventiva prima di votare sulla relazione, presumibilmente comunque non oggi.
"Una vicenda che dovrebbe durare per lo meno qualche settimana se non molto di più, con effetti certamente poco favorevoli ai mercati" conclude il trader.

3. TELECOM ITALIA, SI GUARDA A FUSIONE CON TELEFONICA NEL MEDIO TERMINE
(Reuters) - Generali è l'ago della bilancia delle trattative all'interno di Telco, che potrebbero portare a un nuovo assetto dell'azionariato di Telecom Italia, mentre si discute su diverse ipotesi, tra cui quella di prendere tempo per risolvere la questione in Brasile e arrivare nel medio termine a una piena fusione tra Telefonica e il gruppo italiano.
Telco detiene il 22,4% di Telecom ed è partecipata da Telefonica al 46,18%, Intesa Sanpaolo e Mediobanca con l'11,62% ciascuna e Generali con il 30,58%.

Una fonte vicina alla vicenda indica due esiti possibili.
"Il mantenimento dell'attuale struttura azionaria, o quasi, e un progetto di rilancio che prevede un'uscita di Telecom Italia dal Brasile e poi una fusione con Telefonica", aggiunge.
"La seconda possibilità è quella di un takeover ostile su Telecom", aggiunge. "In quel caso, anche se Telefonica sembra decisa a mantenere il controllo, potrebbe non essere in grado di affrontare un operatore meglio capitalizzato".

Nel weekend il magnate egiziano Naguib Sawiris ha confermato un interesse potenziale per Telecom, ma ha anche detto che potrebbe non presentare offerte vista la presunta contrarietà del governo italiano.
Non è stato possibile avere un commento ufficiale dai soggetti coinvolti.
Una decisione sull'eventuale uscita di Generali da Telco dipenderà dalle opzioni che saranno presentate dal presidente operativo Franco Bernabé nel cda del 19 settembre, ha detto Gabriele Galateri, presidente di Generali e consigliere di Telecom, nel fine settimana.
Il gruppo intende operare per massimizzare il valore del suo investimento.

FUSIONE CON TELEFONICA NEL MEDIO TERMINE
Il gruppo spagnolo ha bisogno di tempo perchè una fusione con Telecom Italia farebbe scattare la necessità di vendere la controllata Tim Brasil, "un'operazione complicata per la quale servono tempi lunghi", dice la prima fonte.
"La cessione del Brasile potrebbe evitare l'aumento di capitale di Telecom Italia e convincere gli azionisti italiani a restare", dice una seconda fonte.

L'operazione in Sudamerica (Telecom Italia controlla anche Telecom Argentina) "sarebbe propedeutica a una fusione da realizzare nel medio termine", dando un significato anche industriale a tutta l'operazione, aggiunge la seconda fonte.

TELCO SI SCIOGLIE
Se Generali decidesse di uscire, considerato che Mediobanca è pronta a svincolarsi in qualunque caso, Telco sarebbe destinata allo scioglimento.
In questo caso l'assetto azionario potrebbe anche rimanere uguale, ma in mancanza di patti parasociali il gruppo diventerebbe pienamente contendibile, con Telefonica primo azionista al 10% circa.

"E' una possibilità, ma si consideri che in questo caso i soci perderebbero il premio di maggioranza che avrebbero invece nel caso di cessione di tutto il pacchetto", dice una terza fonte vicina alla vicenda. "Mi sembra quindi improbabile che percorrano questa strada".
Secondo una quarta fonte, però, la contendibilità di Telecom Italia porterebbe in alto il valore delle azioni, ben oltre il possibile premio sull'attuale quota Telco.
(Stefano Rebaudo)

4. FIAT: RALLY IN BORSA (+6%), OPERATORI SCOMMETTONO SU ACCORDO CON VEBA
Radiocor - John Elkann e Sergio Marchionne disertano il Salone dell'Auto di Francoforte per 'improrogabili impegni di lavoro' e il ti tolo del Lingotto vola del 6% a Piazza Affari. Analisti ed operatori sono concordi: 'l'unica ipotesi che puo' spingere cosi' tanto le azioni Fiat in borsa e' la scommessa su un avanzamento delle trattative con Veba per l'acquisto delle minorities di Chrysler', spiegano all'unisono, sottolineando che le altre partite al momento ancora in stand by, come l'accordo con Renault e Zil per produrre veicoli commerciali in Russia e il rinnovo della collaborazione con Ford per la produzione della Ka con la 500, 'non avrebbero lo stesso effetto sul titolo in borsa'.

La questione Fiat-Veba, al momento sul tavolo dei giudici della Corte del Delaware, riguarda la cifra che la casa automobilistica torinese dovra' sborsare per acquisire parte della quota detenuta da Veba in Chrysler, pari complessivamente al 41,5%. Nel dettaglio, Fiat ha un'opzione per acquistare fino al 16,6% di Chrysler in tranche semestrali, pari ciascuna al 3,32% (il restante 24,9% in mano a Veba non e' soggetto a call option e il sindacato ha gia' avviato a inizio anno la procedura per la quotazione in borsa del 16,6% della societa').

Al momento il gruppo ha esercitato tre opzioni, a luglio 2012, a gennaio e a luglio 2013, senza pero' trovare un accordo sul prezzo: per la prima tranche (3,32%), Fiat ha offerto circa 140 milioni di dollari, mentre Veba chiede 342 milioni. Per questo Marchionne si e' rivolto al tribunale. Il 31 luglio il giudice del Delaware ha dato ragione al Lingotto su due punti importanti nella disputa con il fondo Veba, tant'e' che a Wall Street gia' a meta' agosto si scommetteva su una chiusura extragiudiziale del negoziato tra Fiat e Veba. Su altri due punti oggetto di discussione, il giudice entro fine settembre deve stabilire il calendario delle udienze sugli spunti forniti da Veba e Chrysler: il Lingotto punta a fissare la data di inizio a maggio 2014, mentre Veba guarderebbe a gennaio 2015.

5. BOLLORE': LA HOLDING 'ITALIANA' PERGUET RIVEDE L'UTILE DOPO ANNI IN ROSSO
Radiocor - La Financiere du Perguet, la holding del gruppo Bollore' cui fanno capo le partecipazioni in Mediobanca, Generali e Premafin, ha ritrovato l'utile nel 2012 dopo una serie di esercizi contrassegnati da pesanti perdite. Come risulta dai documenti recentemente depositati in Francia e consultati da Radiocor, la Perguet ha chiuso l'anno scorso con un risultato positivo per 4,56 milioni di euro contro il rosso di 19,6 milioni di euro dell'anno precedente, essenzialmente grazie a minori oneri finanziari (3,8 milioni contro 28 milioni).

La Perguet, costituita nel 2002, aveva accusato una perdita di 68,4 milioni nel 2010 e di 17 milioni nel 2009 e bisogna risalire agli esercizi 2006-2006 per trovare un utile, generalmente molto contenuto. La societa' ha perdite riportate a nuovo per un totale di 83,5 milioni. A fine 2012 il 6% in Mediobanca era contabilizzato con un valore lordo di 405 milioni e un valore netto di 330 milioni. Lo 0,13% di Generali valeva rispettivamente 29,11 e 26,9 milioni e il 2,3% (0,96% al giugno 2013) in Premafin 1,27 milioni contro un valore lordo di 9,2 milioni. Nei conti semestrali del gruppo, annunciati a fine agosto, il valore della quota in Mediobanca e' 310 milioni, dopo una svalutazione indicata in 30 milioni.

6. FIAT: MARCHIONNE NON PARTECIPERA' SALONE FRANCOFORTE PER 'IMPEGNI DI LAVORO'
Radiocor - Sergio Marchionne, ad di Fiat, non partecipera' ne' domani ne' mercoledi' al Salone dell'auto di Francoforte per 'impror ogabili impegni di lavoro'. Secondo fonti tali impegni riguarderebbero l'Europa.

7. MPS: PICCOLI AZIONSTI, PIANO CREDIBILE PER RENDERLA UNA PUBLIC COMPANY
(ASCA) - '' La Commissione Europea e il Mef (Ministero dell'economia e delle finanze) condividono le indicazioni dei Piccoli Azionisti. Il Mef ha diffuso un comunicato dal quale emerge che la Commissione Europea indica la necessita' per il Monte dei Paschi di Siena di una ricapitalizzazione di 2,5 miliardi, (anziche' 1 come deliberato nell'ottobre 2012), in linea con quanto ribadito nell'ultima Assemblea societaria da Azione Mps'', cosi' la nota di Azione Mps, Associazione aderente al Coordinamento Nazionale delle Associazioni di Piccoli Azionisti (Conapa).

Per Azione Mps ''deve essere restituito a tutti gli Azionisti, in primis i Piccoli, il diritto di partecipare all'aumento di capitale, destinato alla decurtazione degli onerosissimi Monti Bond. La Fondazione, nella sua situazione finanziaria, non potra' presumibilmente mantenere il suo ruolo maggioritario, pur continuando ad esprimere una significativa azione di rappresentanza del territorio. Al Monte dei Paschi non occorre trovare un nuovo padrone, ma proporre al mercato un piano credibile, tale da attrarre investitori istituzionali e piccoli azionisti, trasformandosi in una public company

E' essenziale che eventuali ulteriori azioni di contenimento dei costi, ipotizzate dalla Commissione Europea e dal Ministero dell'Economia, siano verificate attraverso accordi largamente condivisi con tutte le organizzazioni sindacali. La coesione interna, da rilanciare anche mediante un moderno e trasparente piano generalizzato di azionariato dei dipendenti, dovra' costituire l'elemento primario per la riuscita del piano di ristrutturazione'', conclude la nota.

 

 

 

IL DITO MEDIO DI CATTELAN ALLENTRATA DEL PALAZZO DELLA BORSA A MILANO ALTAN SOFFRO DI ATTACCHI DI SPREAD Franco BernabèALIERTA sawiris naguib 02JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE ED EMILIO BOTIN FOTO LAPRESSE BOB KING E SERGIO MARCHIONNEVINCENT BOLLORE ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA

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