IL MISTERO MARTÍNEZ: CHI È IL MILIARDARIO MESSICANO CHE HA COMPRATO (A SALDO) TELECOM ARGENTINA

1. CHI È MARTÍNEZ GUZMÁN, L'ESTROSO MESSICANO CHE HA COMPRATO TELECOM ARGENTINA
Rossana Miranda per www.formiche.net

Vita, passioni e misteri del bizzarro finanziere che attraverso il gruppo Fintech Advisory ha acquisito Telecom Argentina dal gruppo telefonico Telecom Italia ora capitanato da Marco Patuano dopo l'uscita di Franco Bernabè

Telecom Italia ha annunciato ieri la decisione di vendere Telecom Argentina al gruppo Fintech Advisory per 960 milioni di dollari. "È stata accettata l'offerta di acquisto della partecipazioni di controllo di Telecom Argentina, attraverso Telecom Italia International, Sofora Telecomunicaciones, Nortel Inversora e Tierra Argentea, fatta dal gruppo Fintech Advisory per 960 milioni di dollari", ha scritto in un comunicato Telecom Italia.

I MISTERI
Dietro questo fondo con investimenti in tutto il continente latinoamericano c'è David Martínez Guzmán, un uomo la cui vita è un mistero, secondo molti media sudamericani. Si sa che è il messicano più influente di Wall Street, proprietario del fondo Fintech Advisory, e che ha fatto pagare un'azienda per nascondere le sue fotografie da internet, secondo quanto si legge sulla rivista messicana Expansión.

I VEZZI DELL'UOMO D'AFFARI
Martínez Guzmán vive tra Londra e New York ma ogni anno, a Natale, torna nella sua natale Monterrey per trascorrere le feste insieme alla famiglia. Ogni mese versa un bonifico sul conto della mamma e della sorella. Il quotidiano messicano El Universal sostiene che l'imprenditore non abbia guardie del corpo né autisti. Giri in jeans e maglietta per le strade di New York, prenda la metropolitana e frequenti il ristorante Le Cirque senza cravatta, come invece esigerebbe il protocollo del locale.

LE ORIGINI

Martínez Guzmán proviene da una famiglia della classe media che ha potuto offrirgli una buona educazione grazie a un'imprevista eredità ricevuta. È stato uno studente modello all'Istituto irlandese di Monterrey, ma ha avuto un difficile rapporto con il padre e con il fratello. Quando si è diplomato ha deciso di entrare in un seminario dei Legionari di Cristo a Roma per diventare prete ma l'esperienza è durata sei mesi. Di nuovo in Messico, si è laureato in ingegneria elettronica nell'Istituto Tecnologico di Monterrey.

IL PRESTITO DELLA NONNA
Ha fatto diversi tentativi per lavorare in imprese messicane, ma la sua candidatura è stata più volte rifiutata. Così ha deciso di chiedere un prestito al padre di un suo amico per pagarsi un master alla Harvard Business School. Dopo alcuni anni in cui ha lavorato nell'ufficio di mercati emergenti di Citigroup si è creato una rete sociale che gli è tornata utile e, con un ulteriore prestito di 300mila dollari da parte della nonna, a 30 anni ha fondato Fintech Advisory. Dopo solo un anno, Martínez Guzmán ha restituito i soldi al padre dell'amico e a sua nonna con i rispettivi interessi.

I FONDI FANTASMI
"L'origine dei soldi di David Martínez Guzmán è uno dei segreti più chiacchierati di Wall Street. Sotto il nome di Fintech operano altri tre fondi diversi (Advisory, Media e Mobile). Ma Fintech è legata anche a Fimex Intertnational Limited. Nessuno di questi fondi ha un logo o una pagina web", ha spiegato l'esperto di finanza Lucio Di Matteo al quotidiano El Universal.

SULLE ORME DI CARLOS SLIM?

Martínez Guzmán è conosciuto come il nuovo Carlos Slim, secondo il sito International Business Times. I suoi fondi riscattano le aziende con problemi di liquidità.

LA MOSSA DI CYDSA
Con Fintech Advisory Martínez Guzmán si era specializzato nell'acquisto di aziende in difficoltà finanziaria per ridimensionarle e venderle. Dopo ha cominciato con l'acquisto di passivi, come ad esempio con l'azienda Cydsa. Dallo scambio del debito per azioni (400 milioni di debito), l'imprenditore ha avuto il 60% delle azioni, strappando il controllo dell'impresa alla famiglia fondatrice González Sada. Alcuni giornali messicani sostengono che sia stata una delle imprese che ha respinto la sua candidatura quando cercava lavoro da giovane.

GLI INTERESSI IN ARGENTINA
Gli investimenti di Fintech vanno da New York fino alla Patagonia e hanno portato Martínez Guzmán a incontrare capi di Stato, imprenditori e uomini di affari. Secondo il quotidiano argentino La Nación, Martínez Guzmán controlla il 40% della holding di tv Cablevisión e del gruppo argentino El Clarín. Ha anche il 5% della Banca di Sabadell e fa parte del suo consiglio di amministrazione.

INTERVISTE E INTERVENTI

Nel 2012 ha concesso due interviste e a marzo del 2013 ha scritto un articolo per il Financial Times grazie al quale ha cercato di bloccare una decisione giudiziale che avrebbe fatto crollare gli affari argentini. "Ho partecipato a quasi tutte le ristrutturazioni del debito sovrano degli ultimi 25 anni... dall'America latina alla Grecia passando per la Russia", ha scritto Martínez Guzmán. Il titolo del corsivo era "I giudici americani mettono a rischio la finanza internazionale".

LA PASSIONE PER L'ARTE
Nel 2004 Martínez Guzmán ha comprato l'appartamento più costoso di New York: un immobile del palazzo della Warner a Manhattan per 54,7 milioni di dollari. Nel 2006, invece, il New York Times ha scritto che il miliardario messicano avrebbe comprato l'opera d'arte più cara al mondo: il quadro "No. 5, 1948″ di Jackson Pollock (artista americano influenzato dagli artisti messicani David Alfaro Siqueiros e Jose Clemente Orozco) per 140 milioni di dollari. Ma sia la casa d'asta sia lo studio di avvocati che rappresenta Martínez Guzmán hanno smentito l'acquisto.


2. MESSICANO AMICO DEI KIRCHNER EMERSO DAL CRAC DI BUENOS AIRES
Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"

È vero che non sono in molti a ricordarlo vista la sua passione-mania per il basso profilo. Ma David Martinez Guzman, nuovo azionista di larga maggioranza di Telecom Argentina, non compare dal nulla nella vicenda. «Ho preso con lui solo qualche caffè: un tipo molto schivo ma sveglio» racconta un ex dipendente Telecom che lo incontrava a Buenos Aires. Martinez, il messicano 56enne che opera attraverso il suo fondo Fintech con base nelle isole Vergini, come richiede il pedigree della specie, si era posizionato da buon «avvoltoio», cioè speculatore amante di crac e default, già nel 2004 con il quasi fallimento del gruppo telefonico.

Anzi, si può dire che a parte i particolari emersi sulla sua vita che sembrano sconfinare nella leggenda metropolitana - come la nascita nell'87 della società grazie a un prestito di 300 mila dollari da parte della nonna - non si sappia nulla della sua esistenza precedente al crac dell'Argentina. In effetti è più noto il punto di arrivo che quello di partenza.

Oggi Guzman si divide tra la sua Monterrey e Londra, dove risiede, vestendo abiti normali, non disdegnando i mezzi pubblici ed evitando di mostrare ai quattro venti che sia miliardario, come fosse un particolare facile da nascondere. Uniche concessioni l'appartamento da oltre 54 milioni di dollari nel Time Warner Center di Manhattan e un Jackson Pollock (il quadro "No. 5, 1948") da 140 milioni. Ed è proprio nella New York del 2012 che emerge un particolare contradittorio se messo a confronto con il suo understatement .

Martinez prende ufficialmente posizione parlando di «metodi terroristici» da parte di Thomas Griesa, il giudice che nel conflitto giudiziario (ancora irrisolto) tra obbligazionisti americani e il governo argentino aveva preso posizione per i primi.

In effetti, sarà un caso, ma la sua fortuna economica coincide con la eccezionale cavalcata politica dei coniugi Kirchner dopo il crac dello stato sudamericano nel dicembre del 2001. In Argentina Martinez è anche azionista con il 40% di Cablevision, la tv via cavo che è la principale fonte di introiti del gruppo Clarín che ne detiene il restante 60% e che edita l'omonimo quotidiano molto importante per la vita politica del Paese. E anche qui un altro indizio alimenta il sospetto che alcuni media nutrono in Argentina: e cioè che possa addirittura essere un cavallo di Troia del governo dentro le società.

Il 7 dicembre del 2007, allora ultimo giorno del governo di Nèstor Kirchner, il presidente autorizza la contestata fusione tra Multicanal del gruppo Clarín e Cablevision di Martinez.
Il miliardario non dimentica il piacere e anni dopo nel 2012, quando, scomparso Nestor, la guida del Paese è passata alla moglie Christina, prende posizione a favore del governo e contro il socio Clarin sulla necessità di adeguamento di Cablevision alla nuova legge sui media.

Non che l'ingegnere con laurea all'Itesm messicano, Mba alla Harvard Business School e un veloce passaggio a Citibank, si tenga lontano dal suo Messico. Nel 2004 aveva rilevato anche 400 milioni di debito del conglomerato tessile e chimico messicano CYDSA per 40 milioni. Un decimo. E solo pochi mesi fa aveva investito per salire in Cablecom , la tv via cavo messicana.
Impossibile inoltre non notare, nei sei mesi giovanili in cui accarezzò l'idea di diventare prete, la sua veloce frequentazione romana dei seminari dei Legionari di Cristo, potente congregazione cattolica frequentata anche dall'uomo più ricco del Messico, nonché uno dei più ricchi al mondo, Carlos Slim.

Peraltro pare che tra le più recenti passioni del nuovo patron di Telecom Argentina ci sia stata anche la Grecia del quasi-crac dove il magnate avrebbe investito. Ma il «kircherismo» sembra la sua frequentazione più duratura e comunque di maggiore fortuna iniziata con i famigerati Tango Bond acquistati per centinaia di milioni di dollari.

La prova del nove potrebbe giungere presto: secondo la legge argentina dei media un solo soggetto non può avere una partecipazione così importante in una telecom e in un gruppo di media. Martinez potrebbe essere costretto a vendere Cablevision. Ma a decidere sarà Christina Kirchner.

 

 

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