mps tononi

LO SPORCO AFFARE MPS - VIOLA AVEVA RAGIONE E TONONI LASCIA PER NON "MESCOLARSI" CON IL NUOVO CORSO JP MORGAN A SIENA - VIA TUTTA LA VECCHIA GUARDIA CONTRARIA ALL'AUMENTO DI CAPITALE MESSO IN PIEDI DALLA BANCA AMERICANA - ARRIVA MORELLI, NATO PER FAR FELICI RENZI E COSTAMAGNA

 

Andrea Greco per “la Repubblica

 

Staffetta doppia al Monte dei Paschi. Oltre all’ad Fabrizio Viola, da ieri rimpiazzato con Marco Morelli, il consiglio di amministrazione riunito ieri ha preso atto delle dimissioni di Massimo Tononi, il presidente che appena un anno fa era succeduto ad Alessandro Profumo.

MASSIMO TONONI MASSIMO TONONI

 

Si sa che Tononi fin da luglio non era soddisfatto di come andavano le cose attorno a Rocca Salimbeni. Aveva ricevuto all’inizio di quel mese - nell’interesse degli azionisti senesi - Corrado Passera, incoraggiandolo a formalizzare un’offerta per salvare la banca: ma l’offerta, giunta abbozzata alla vigilia del cda del 29 luglio, non è mai stata presentata al consiglio, si dice anche per un veto di Palazzo Chigi.

 

Nell’agosto rovente, poi, Tononi aveva difeso a spada tratta l’ad Viola, anche con una nota personale che il 26 agosto definiva «prive di fondamento » le voci che davano l’ex guida di Bpm e Bper traballante. La difesa di Viola era continuata fino a mercoledì 7 settembre, giorno della telefonata a Tononi del ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, che raccomandava, anche su input di Matteo Renzi e degli advisor di Jp Morgan, una discontinuità manageriale in Mps.

 

fabrizio violafabrizio viola

Chi gli è stato attorno in quelle ore lo ha visto «scioccato e molto disturbato per quanto accaduto »; specie dopo un’estate passata in gran parte al lavoro, con Viola, per istradare la cessione di 9,2 miliardi di euro di crediti inesigibili e la contestuale ricapitalizzazione fino a 5 miliardi per la banca.

 

Si dice a Siena che l’amarezza dell’ex banchiere di Goldman Sachs ed ex assistente di Romano Prodi all’Iri e poi suo sottosegretario al Tesoro (2006), sarebbe stata anche «la scelta dei tempi, perché se si voleva sostituire Viola bisognava farlo prima del piano di luglio».

 

Così Tononi, poco attaccato a denaro e poltrone e poco incline ad assumersi le gravi responsabilità cui è chiamata la banca in una fase in cui pare sempre più ispirata da forze esterne (il governo tramite Via XX settembre è anche primo azionista con il 4%), ha pensato di togliere il disturbo.

 

Non subito però: come riporta una nota Mps «a far data dalla conclusione dell’assemblea per approvare le attività propedeutiche all’operazione presentata il 29 luglio», quindi la riunione dei soci, attesa da fine ottobre in avanti, per votare l’aumento, a questo punto in probabile rinvio a febbraio 2017. «La decisione è maturata, dopo aver coordinato il processo di nomina del nuovo ad, a fronte del completamento della fase preliminare dell’operazione di rilancio della Banca», continua la nota.

MARCO MORELLIMARCO MORELLI

 

L’uscita di Tononi, già meditata da giorni, spiegherebbe anche l’irrituale blitz a Francoforte dell’altro ieri, in compagnia di Morelli candidato in pectore: la Bce, preinformata della sua prossima uscita, avrebbe chiesto di incontrare un elemento di continuità. L’interim di Tononi potrebbe allungare i tempi per il nuovo presidente Mps: è probabile che l’esecutivo presidierà la scelta, quindi si cercherà un banchiere dal dialogo forte con le istituzioni.

 

Difficile, dati i suoi rapporti fluidi con Palazzo Chigi, che la poltrona possa andare a Corrado Passera; anche se l’ex leader di Intesa Sanpaolo in questi giorni continua alacre a lavorare al suo piano alternativo sul Monte, che vorrebbe presentare prossimamente.

 

Quanto accaduto in cda ha un po’ rubato la scena a Morelli, ieri cooptato in consiglio e che dal 20 settembre assumerà la carica di ad e direttore generale. Il voto unanime dei consiglieri è giunto «in virtù della rilevante esperienza internazionale unita alla profonda conoscenza del settore bancario italiano».

corrado passeracorrado passera

 

Morelli avrà lo stesso trattamento del predecessore: 1,85 milioni di euro l’anno (di cui 1,4 come dg) più una retribuzione variabile legata agli obiettivi del piano industriale, e 300mila euro di indennità per l’anticipata cessazione del rapporto di lavoro con Bofa Merrill Lynch che guidava in Italia. Quanto a Viola, la risoluzione consensuale del rapporto gli porterà quasi 3,1 milioni, uno di preavviso e 1,33 milioni di buonuscita.

 

Il prossimo cda Mps è il 26 settembre. Doveva servire a varare il piano industriale, ma a questo punto è probabile che anch’esso slitti un po’: la bozza di Mc Kinsey è pronta, ma Morelli dovrà studiarla e dire la sua. Ma tempi e opzioni paiono tanto stretti che non sembrano da prevedere stravolgimenti.

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO