1- NELL'ATTESA DELL’ASSEMBLEA DEL 16 MAGGIO MONTI AFFIDA IL DOSSIER FINMECCANICA A PASSERA (DIFENSORE DI ORSI-MARRONI) E A GRILLI (SPONSOR DI ALESSANDRO PANZA) 2- CATRICALA' SUGGERISCE AL GOVERNO DI CHIEDERE A ORSI UNA LETTERA IN CUI IL MANAGER PROCLAMI NERO SU BIANCO LA SUA TOTALE ESTRENEITA' AI FATTI E AI MISFATTI 3- IN QUESTO MODO IL GOVERNO SI POTRA' BLINDARE DI FRONTE A QUALSIASI SORPRESA CHE DOVESSE SALTAR FUORI DALLE CARTE SEQUESTRATE A LUGANO E DAI VERBALI DI NAPOLI 4- LE TARIFFE RAPPRESENTANO IL VERO NODO DELLA SFIDA TRA MORETTI E MONTEZEMOLO 5- GENERALI VENDE LA QUOTA RCS: DELLA VALLE ACCORDO COL BERLUSCONE ROTELLI? DIPENDE SE MONTEZUMA DIVENTA L’“EREDE” DEL CAVALIERE PECCAMINOSO IN DECOMPOSIZIONE

1- MONTI AFFIDA IL DOSSIER FINMECCANICA A PASSERA E A GRILLI - LA PROPOSTA DI CATRICALA'
Se vi capita di passare davanti al quartier generale di Finmeccanica, evitate in tutti i modi di pronunciare la parola dimissioni. E' questo l'imperativo categorico che si sono dati i top manager del Gruppo impegnati anche oggi a preparare i conti del primo trimestre che il Direttore Generale, Alessandro Pansa, presentera' giovedi mattina nelle conference call con i rappresentanti della comunita' finanziaria.

La parola dimissioni e' stata bandita dopo l'incontro della settimana scorsa tra il comandante supremo Giuseppe Orsi e Bobo Maroni. Su quella infelice riunione, che all'alba si e' svolta nel palazzo della provincia di Varese alla presenza del consigliere leghista Dario Galli, e' piovuto un mare di critiche perche' agli occhi di tutti e' stata la conferma clamorosa della fedelta' di Orsi al Carroccio. Ma da quel momento e' scattata l'offensiva contro i "diffamatori" e il tiro si e' spostato all'indietro sui traffici di Guarguaglini e dell'infedele Borgogni che parla per sentito dire.

Adesso In questa offensiva sono impegnati ventre a terra gli addetti alla comunicazione guidati dal giornalista Carlo Maria Fenu, che sembra aver messo in un canto il mite Marco Forlani, e i consulenti arruolati a peso d'oro negli ultimi mesi. In queste ore la sensazione e' che Orsi, apparso tirato e pallido in un paio di interviste televisive ,sia sempre piu' convinto di essere caduto in un trappolone - polverone dal quale potrà uscire indenne fino a quando non saltasse fuori dalle carte svizzere o dal "canarino" Lavitola la pistola fumante.

Non e' quindi il caso per lui di fare un passo indietro, anche se chi ha seguito negli ultimi anni il percorso del manager lodigiano ricorda che per ben due volte offri' a Guarguaglini le sue dimissioni a causa di alcuni insuccessi nella gestione di Agusta Westland.

Ci fu addirittura un momento in cui sembra che abbia suggerito all'ex-comandante supremo di inserire nello statuto di Finmeccanica la regola secondo la quale i manager toccati da un avviso di garanzia dovevano fare un passo indietro. Pare che in quella occasione il Guargua gli abbia riso in faccia e gli abbia detto con la solita calata maremmana: "fai attenzione, un domani potresti pentirtene".

Adesso non resta che aspettare l'assemblea del 16 maggio perche' sara' quello il "D Day" in cui si capira' se Orsi potra' conservare almeno una parte delle deleghe. Nel frattempo c'e chi nel mondo politico si agita per la sorte del consigliere di amministrazione Bonferroni, l'ex senatore 74enne che e' stato chiamato in causa dal faccendiere Lorenzo Cola per un versamento di 300 mila euro da parte di aziende che lavoravano per la Selex di Marina Grossi.

La causa di Bonferroni sta molto a cuore a Pierfurby Casini che a suo tempo chiese a Gianni Letta di nominarlo in Finmeccanica. Adesso tra i leader dell' UDC e il Maggiordomo di sua Santita' la rottura e' totale ed e' difficile che l'ex senatore Bonferroni possa essere riconfermato.

Questo resta comunque un problema minore rispetto alle decisioni che il governo dovra' prendere sul vertice e sul futuro di Finmeccanica.

Nella sua infinita miseria Dagospia ha appreso che per il momento Monti non ha alcuna intenzione di affrontare il problema. Nell'attesa avrebbe affidato il dossier a Corradino Passera (difensore dell'integrita' dell'azienda), Vittorio Grilli (appena tornato da un viaggio in Cina per cercare improbabili investitori) e a Tonino Catricala'. Quest' ultimo non sembra avere palpitazioni per Orsi, Pansa o per altri candidati. Il suo atteggiamento "laico" lo avrebbe indotto a suggerire al governo di chiedere a Orsi una lettera in cui il manager, oltre a dichiarare l'inesistenza di qualsiasi illecito, proclami nero su bianco la sua totale estreneita' ai fatti e ai misfatti di cui si parla.

In questo modo il governo si potra' blindare di fronte a qualsiasi sorpresa che dovesse saltar fuori dalle carte sequestrate a Lugano e dai verbali di Napoli e delle altre Procure.

2- IL PROBLEMA DELLE TARIFFE RAPPRESENTA IL VERO NODO DELLA SFIDA TRA MORETTI E LUCHINO DI MONTEZEMOLO
Gli uscieri del palazzo obitorio delle Ferrovie hanno deciso di sfruttare il ponte di questi giorni e di dividersi in due gruppi.

Il primo scaglione si e' gia recato con le mogli e i bambini nel santuario "del Divino Amore", che non prende il nome da Mauro Moretti, ma si trova sull'Ardeatina ai piedi dei colli romani. Qui dopo aver ammirato tra gli ex-voto le maglie di Totti e Cassano, si sono raccolti in preghiera per ringraziare la madonna per l'incidente della settimana scorsa tra i due Freccirossa scontrati sui binari della Stazione Termini.

Se la collisione fosse avvenuta ad alta velocita' e in un altro contesto, il disastro sarebbe stato di proporzioni apocalittiche. Secondo gli uscieri la causa non va assolutamente cercata nelle eventuali avarie degli apparati informatici che hanno funzionato benissimo, ma in un oggetto lasciato sui binari che ha provocato lo sganciamento di alcuni carrelli del treno in uscita.

E qui gli uscieri e le loro famiglie hanno ringraziato la madonna perche' il cedimento del carrello (qualora confermato) riporta alla memoria la strage di Viareggio del giugno 2009 provocata secondo le Ferrovie dalla scarsa manutenzione del treno che trasportava gas liquido.

In questa situazione Moretti tace, e il suo silenzio fragoroso nasconde un' incazzatura bestiale perche solo 24 ore prima i suoi collaboratori si erano rotolati per le risate dopo aver appreso che un "Italo" del concorrente Ntv si era bloccato per un paio d'ore alla stazione di Bologna.

Gli altri uscieri che non sono andati in pellegrinaggio, hanno portato le mogli e i bambini alla stazione Tiburtina per assistere alla partenza ufficiale dei due treni di Luchino Di Montezemolo. Dopo una giornata hanno tratto le loro conclusioni che sono piuttosto indulgenti nei confronti delle critiche mosse verso "il treno piu' moderno d' Europa".

E' vero che su Italo il Wi-Fi non ha sempre funzionato nel tragitto tra Roma e Bologna, ma dopo due anni di sperimentazioni anche le Ferrovie sono costrette a offrire il servizio gratis per non aver risolto il problema. E per quanto riguarda le proteste del Codacons sul passaggio da una carrozza all' altra gli uscieri ricordano che anche Trenitalia provo' a bloccare i transiti ma poi fece rapidamente marcia indietro per motivi di sicurezza.

Cio' che interessa di piu' gli uscieri rispetto a queste problematiche e' il problema delle tariffe perche' rappresenta il vero nodo della sfida tra Moretti e Luchino di Montezemolo. Se e' vero cio' che e' stato stabilito nel 2008 circa i 140 milioni di euro che Ntv dovra' pagare a Rete Ferroviaria Italiana per utilizzare le tracce dell'alta velocita', allora Luchino, Sciarrone e i suoi compagni d'avventura dovrebbero vendere piu' di 2,6 milioni di biglietti (al prezzo unitario di 90 euro) per coprire questo costo. E' un prezzo troppo alto, ed e' forse questa la ragione che ha spinto Sciarrone a rivedere le previsioni economiche sull'arco di 6 anni.

In realta' a Dagospia risulta che i duellanti, Moretti e Luchino stiano cercando un accordo sulle tariffe per non scendere sotto i 40 euro per i prezzi piu' scontati, lasciando a Ntv la possibilita' di aumentarli nelle tratte intermedie.

La battaglia delle tariffe e' fondamentale per la sopravvivenza di entrambe le societa'. I tempi per un accordo sono molto stretti, perche' a luglio potrebbe arrivare il Garante dei Trasporti e imporre le sue condizioni.

3- RCS: DELLA VALLE ACCORDO CON ROTELLI? DIPENDE DA BERLUSCONI E MONTEZEMOLO
A distanza di tre giorni nei bar di Trieste non si e' ancora spenta l'eco dell'assemblea delle Generali. I piccoli azionisti sono rimasti terribilmente impressionati dal nervosismo che serpeggiava nella sala e che ancora oggi si percepisce nel quartier generale di Piazza Duca degli Abruzzi.

Nei loro occhi e' rimasta impressa l'immagine del presidente Galateri di Genova che dopo essere entrato nell'assemblea con l'aria felice per la nomina della moglie Evelina Christillin alla direzione del Museo Egizio di Torino, e' rimasto impietrito quando il genero dell'ex Presidente francese Bernheim ha chiesto che gli venisse rinnovato l'uso della casa signorile a Venezia come prezzo da pagare per chiudere ogni contenzioso.

Ma a impietrire Galateri, Perissirotto, Balbinot e gli altri azionisti e' stato soprattutto il missile terra-aria lanciato con un intervista al Corriere della Sera dal patron degli occhiali Leonardo Del Vecchio. Questo spiega perche' all'assemblea il buon Perissirotto aveva il viso paonazzo mentre Caltariccone e Pelliccioli sfuggivano ai giornalisti come le lepri davanti alla carabine.

A molti la sparata del ricco "martinitt" e' apparsa esagerata e ingenerosa, e qualcuno ha ricordato i suoi buchi di memoria quando ha approvato i bilanci e la delega concessa a Perissirotto per firmare impegni fino a 300 milioni.

Adesso Del Vecchio sembra preso da sacro furore nei confronti di un management che ha concepito le Generali come una pubblic company e un salotto mittleuropeo con la tappezzeria un po' mesta. Ed e' probabilmente la tappezzeria d'antan quella che ha fatto saltare i nervi all'uomo degli occhiali.

A bordo del suo panfilo "Moneikos" (comprato nel 2006, lungo 60 metri e ancorato a Montecarlo), il 77 enne imprenditore miliardario ha fatto due conti sul tovagliolo di pizzo e ha scoperto che su ogni azione delle Generali negli ultimi dieci anni ha perso piu' di 25 euro ciascuno.

E' pur vero che negli ultimi tempi ha cercato di incrementare il pacchetto (adesso arriva al 3%) per fare la media e contenere le minusvalenze, ma la sua sofferenza e' identica a quella di Caltariccone e degli altri azionisti che hanno puntato montagne di quattrini sul Leone di Trieste.

Non c'e' quindi bisogno di fare grandi discorsi alla Mucchetti sul capitalismo malato che contrappone i padroni ai manager che hanno il vizietto della finanza. In un sistema come quello italiano ,esposto ai flagelli dei mercati e alla debolezza dei manager e dei banchieri, ognuno va per la sua strada, nulla si tiene, e ciascuno (servo o padrone) fa i conti nelle sue tasche. Quindi bisogna spezzare un lancia a favore del povero Perissirotto che si e' dichiarato dispiaciuto e tra le altre cose ha annunciato che Generali potrebbe liberarsi della sua quota in Rcs, il gruppo editoriale del Corriere della Sera.

Di tutta la sceneggiata sanguinolenta che si e' svolta sabato scorso a Trieste, questo su Rcs e' l'annuncio politicamente piu' importante perche', come sanno anche i moderni martinitt, il giornale di via Solferino e' l'oggetto del desiderio piu' grande per cio' che resta dei poteri forti.

Se Trieste vendera' la sua quota, allora assisteremo (insieme a quella su Mediobanca) alla madre di tutte le battaglie. Non a caso Dieguito Della Valle, lo scarparo marchigiano che detiene il 5,4% di Rcs, sabato scorso si e' ben guardato dal rilasciare una dichiarazione. Dopo aver sbattuto la porta del patto di sindacato che regola i rapporti dentro la casa editrice, Dieguito intravede nell'annuncio di Perissirotto la possibilita' di rientrare dalla finestra in via Solferino. E c'e' gia' chi dice che per farlo cerchera' un accordo con quel Rotelli, berlusconiano doc e patron della sanita', che a suon di miliardi ha gia' in tasca il 16,5 % di Rcs.

Sara' dura e solo la politica dira' l'ultima parola. Quale poltica? Quella del Cavaliere peccaminoso in decomposizione? Di Luchino "erede" del PDL in sfacelo? oppure di tutti e due insieme? Staremo a vedere.

 

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