airbus obama merkel

OCCHIO PER OCCHIO, MULTA PER MULTA - GLI USA STANGANO L’EUROPA CON IL DIESELGATE - LA UE RISPONDE CON QUELLA AD APPLE - WASHINGTON REPLICA CON LA BASTONATA A DEUTSCHE BANK - ORA ARRIVA IL WTO (ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO) CON LA SENTENZA CONTRO AIRBUS - IN BALLO 10 MILIARDI

Federico Rampini per “la Repubblica

 

WTO OMC WTO OMC

Il consorzio europeo Airbus ha ricevuto aiuti di Stato illeciti. La condanna arriva dal Wto su richiesta degli Stati Uniti. Il conto, salatissimo, potrebbe raggiungere i 10 miliardi di dollari all’anno. La “vendetta americana” arriva a rate, nel contenzioso economico sempre più duro tra le due sponde dell’Atlantico. I colpi sferrati peggiorano un clima già segnato dalla campagna elettorale e dall’ascesa generalizzata dei protezionismi.

 

Dopo l’affondo Usa sul Dieselgate, la pesante stangata fiscale Ue contro Apple (13 miliardi di euro) e la maxi-multa di Washington alla Deutsche Bank (14 miliardi di dollari), la quarta puntata riguarda il colosso dell’aeronautica. Si tratta di dossier distinti, che fanno capo ad autorità diverse.

 

APPLE E LA BANDIERA D IRLANDAAPPLE E LA BANDIERA D IRLANDA

Il Dieselgate che ha colpito Volkswagen è stato sollevato dall’Epa, l’Agenzia per la protezione ambientale Usa. Apple è stata sanzionata, insieme col governo irlandese, dall’Antitrust Ue che ha bocciato un decennio di privilegi fiscali. Deutsche Bank è nel mirino del Dipartimento di Giustizia Usa che continua a liquidare i conti per la crisi dei subprime.

 

Il caso Airbus invece è l’esito finale di una contesa che gli americani avevano portato davanti al tribunale del commercio globale, la World Trade Organization (Wto). Un contenzioso che dura da 12 anni, e che ora si conclude con un verdetto favorevole alla tesi degli Stati Uniti: Airbus ha goduto di sussidi pubblici contrari alle leggi sulla concorrenza internazionale. Questa sentenza del Wto apre la strada a sostanziosi rimborsi per la parte danneggiata, ovvero a “dazi punitivi” con cui gli Stati Uniti possono risarcirsi da soli per il danno subito. Danno soprattutto per Boeing, l’altro colosso dell’aeronautica.

 

quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte

Al termine di una procedura che ebbe inizio nel 2004 – quindi in un clima politico molto meno “anti-global” – il Wto ha raggiunto questa conclusione: Francia, Germania, e gli altri paesi membri del consorzio aeronautico europeo non hanno rispettato le regole del commercio internazionale mantenendo in vigore le sovvenzioni ad Airbus. La prima reazione da questa parte dell’Atlantico è venuta dal più stretto collaboratore di Barack Obama sul commercio internazionale, Michael Froman: “Questa è un’immensa vittoria per gli Stati Uniti e per tutti i lavoratori del nostro settore aeronautico”.

 

DIESELGATEDIESELGATE

Secondo la stima dello stesso Froman i sussidi pubblici bocciati dal Wto equivalgono a 22 miliardi di dollari. La tesi americana è che quegli aiuti di Stato hanno contribuito a far perdere quote di mercato mondiale alla Boeing, hanno danneggiato le esportazioni made in Usa, hanno quindi inflitto costi per decine di miliardi di dollari all’economia americana.

 

Froman non vuole scoprire subito le sue carte, riservandosi di valutare quanti “danni commerciali” l’Amministrazione Obama imputa ad Airbus e quindi di quali entità saranno le rappresaglie. Più esplicito è il gruppo Boeing: in un comunicato avvisa che Washington può imporre un salasso di 10 miliardi di dollari all’anno sugli europei, prelevandoli direttamente attraverso “diritti doganali compensativi sulle importazioni dall’Europa”. Questi dazi potrebbero colpire anche importazioni diverse dall’aeronautica. Il vicepresidente della Boeing, Michael Luttig, celebra la vittoria con questo giudizio duro sul rivale: “Il Wto ha stabilito che Airbus è, ed è sempre stato, una creatura dei governi europei, frutto delle sovvenzioni statali illecite”.

 

AIRBUS 330AIRBUS 330

Se la Casa Bianca è un po’ più guardinga è anche perché la partita Boeing-Airbus davanti al Wto non si può considerare del tutto chiusa. Gli europei hanno 20 giorni per fare appello. Inoltre gli stessi europei avevano avviato davanti al Wto un procedimento analogo contro Boeing, per gli aiuti pubblici allo sviluppo del jet passeggeri 777X. Il giudizio del Wto su quest’altro ricorso sarà noto solo nella primavera del 2017.

 

Non si può dire che Washington abbia incassato una vittoria totale, anche perché il tribunale del Wto non ha classificato gli aiuti pubblici ad Airbus nella categoria peggiore in assoluto. Nel dispositivo della sentenza contro Airbus si legge che l’Amministrazione Usa non sarebbe riuscita a dimostrare che i sussidi ad Airbus abbiano “causato danni all’economia nazionale” o che abbiano causato una diminuzione nei prezzi dei jet sul mercato mondiale.

 

flap boeing 777flap boeing 777

Airbus nella prima reazione al verdetto si augura che “prevalga il buonsenso” e che sia possibile “regolare le divergenze attraverso un accordo equilibrato”. La Commissione Ue garante del rispetto dei trattati sul commercio estero, ha accolto con “insoddisfazione” la sentenza del Wto, e ha preso tempo annunciando che vuole analizzarla. I più ottimisti pensano che Usa e Ue troveranno un accordo in seno al negoziato sul trattato Ttip. Ma non fanno i conto col fatto che quel negoziato è nelle sabbie mobili. E dopo l’elezione dell’8 novembre, col vento protezionista che tira da ambo le parti, potrebbe essere accantonato per sempre.

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)