FARINETTI VA PER PRATI – IL PATRON DI EATALY RILEVA IL 30% DEL RISTO-BAR “SETTEMBRINI”, FREQUENTATO DA POLITICI, ATTORI E GIORNALISTI, SOPRATTUTTO QUELLI DI MAMMA RAI (MARIO ORFEO NON MANCA MAI)

 

1.STREET FOOD E ALTA CUCINA

Loredana Tartaglia per “la Repubblica - Roma”

 

Marco Ledda SETTEMBRINI x Marco Ledda SETTEMBRINI x

A i tavoli del bar o del ristorante si incontrano Giovanni Minoli, Carlo Freccero, Paolo Mieli, Nanni Moretti, Ginevra Elkann e D’Alema con la moglie Linda. Vanno tutti anche solo per un caffè da “Settembrini”, libreria- bistrot, ristorante, pasticceria e negozio che ha conquistato l’omonima strada di Prati. E adesso arriva anche il patron di Eataly, Oscar Farinetti che è entrato a far parte della galassia “Settembrini” con una quota del 30%.

 

«Il suo ingresso crea una certa stabilità societaria- sottolinea Marco Ledda ideatore e patron di Settembrini - al fondatore di Eataly questo posto è piaciuto sin dagli inizi per la sua idea della strada della gastronomia. È un accordo commerciale importante – aggiunge - perché creerà sinergie con il mondo Eataly e magari coinvolgerà societariamente altre persone interessanti ».

bar ristorante settembrini bar ristorante settembrini

 

Sembra che Farinetti non voglia colonizzare il marchio, ma certamente qualche novità è già all’orizzonte. A cominciare dai locali dove prima c’era una gioielleria accanto al mercato, attualmente sede di uffici di Settembrini, che con ogni probabilità diventeranno un indirizzo per lo street food.

 

Nell’attuale libreria-bistrot invece, entrerà Vino Libero con i vini “puliti” dei dodici produttori riuniti nell'associazione ideata dal fondatore di Eataly. Insomma Farinetti mette a segno un altro bel colpo? Il matrimonio tra i due che prevede l’ingresso da Eataly di un corner targato Settembrini, desterà di certo attenzione e curiosità nel mondo enogastronomico.

 

2. ECCO L’ULTIMA DI FARINETTI. SI COMPRA IL RISTORANTE DEI RENZIANI A ROMA

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

settembrini caffe pic settembrini caffe pic

Da ristorante dei superavvocati a ristorante ambito dai renziani. Al punto che uno degli esponenti di spicco dell’entourage del premier si appresta a staccare un bell’assegno per comprarne una parte. Non c’è niente da fare, quando si tratta di tracciare la mappa della politica, soprattutto in una città come Roma, è impossibile prescindere da una sorta di “geografia” gastronomica.

 

Al centro della scena c’è “Settembrini”, ristorante Vip situato nel quartiere Prati, frequentato da politici, attori e giornalisti, soprattutto quelli di mamma Rai (un tavolino è sempre pronto per il direttore del Tg1 Mario Orfeo).

 

Insomma, un vero e proprio crocevia di appuntamenti e trame varie. Ebbene, nel capitale della Settembrini srl, la società che gestisce il ristorante, tra non molto entrerà Oscar Farinetti, patron di Eataly, il gruppo che da anni esporta nel mondo l’eccellenza del cibo italiano (con ricavi per circa 330 milioni di euro nel 2014). Farinetti, amico di Matteo Renzi, porterà sicuramente denari freschi in un ristorante che è anche uno dei posti più frequentati da un altro renziano doc, Andrea Guerra, ex amministratore delegato di Luxottica (uscito con maxiliquidazione da 45 milioni di euro) e ora consulente di palazzo Chigi. Di sicuro l’iniezione di capitali servirà a dare ossigeno a un ristorante che, al di là delle frequentazioni Vip, non sembra passarsela granché bene.

 

LA SITUAZIONE

ristorante settembrini ristorante settembrini

Oggi la Settembrini srl, il cui Cda è presieduto da Marco Ledda, è in mano a un drappello di avvocati e notai con studio proprio in Prati. Il primo azionista della Settembrini, con il 65% del capitale, è la Noi srl. Quest’ultima fa capo per il 69,7% all’avvocato amministrativista Giovanni Battista Conte e per il restante 30,3% al notaio Luca Troili. Insomma, al momento i timonieri sono loro.

 

OSCARI FARINETTIOSCARI FARINETTI

Si dà però il caso, come emerge dagli archivi della Camera di commercio, che sul 65% della Settembrini in mano alla Noi srl sia stato costituito un pegno a favore di un altro avvocato, Andrea Barenghi, professore di diritto civile e bancario all’università del Molise, a garanzia del pagamento di una cambiale di 258 mila euro. In buona sostanza Barenghi ha un credito importante nei confronti di Conte e Troili, i quali a garanzia hanno offerto il loro 65% della Settembrini detenuto tramite la Noi srl. L’altro azionista più importante della società, con il 15%, è la Cfg holding, dietro la quale ci sono Mario Gallavotti e i figli Carlo e Francesco Gallavotti, ciascuno con il 33,3% delle quote. Anche in questo caso parliamo di avvocati, tutti sulla tolda di comando dello studio Gallavotti Bernardini & Partners.

 

GLI AFFARI

 

Ma come se la passa la società che gestisce il ristorante? Difficile dirlo con certezza, visto che la Settembrini srl, 100 mila euro di capitale sociale, è stata  di fatto ricostituita il 10 gennaio 2013, in occasione dell’ingresso di nuovi soci. Troppo poco tempo, quindi, per un bilancio significativo. L’ultimo bilancio disponibile della Noi risulta addirittura del 2011 (chiuso con un piccolo rosso di 3.583 euro).

Oscar Farinetti Oscar Farinetti

L’ingresso di Farinetti, le cui prime indiscrezioni erano state lanciate qualche settimana fa da Dagospia, adesso prende corpo nelle conferme che La Notizia ha avuto sia dal Cda della Settembrini sia dai soci. Nessuno vuole offrire considerazioni ufficiali, ma dalla società confermano che “la trattativa è cominciata un anno fa e ora è in fase di perfezionamento”. Tra l’altro filtra che “Farinetti entrerà con una quota non di maggioranza” e che al suo ingresso “corrisponderà una diluizione degli attuali azionisti”. Su questi dettagli, però, sono in atto le ultime limature. Di sicuro la trattativa potrà dare nuove speranze anche ai dipendenti di Settembrini (dalla camera di commercio ne risultano 54), spesso contrariati per il ritardo con cui la società paga gli stipendi.

 

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…