1- DA PARECCHI MESI IN ITALIA SI STA PENSANDO AL PIANO B PER VALUTARE LE CONSEGUENZE DELL’USCITA DALL’EURO: LO HA RIVELATO PAOLO SAVONA ALL’”INFEDELE” 2- LA SORPRESA È STATA ANCORA PIÙ GRANDE QUANDO L’ECONOMISTA SARDO HA DETTO DI AVER RICEVUTO NEL LUGLIO DELLO SCORSO ANNO DA TREMONTI UNA TELEFONATA CHE GLI ASSICURAVA L’ESISTENZA DEL PIANO B. E POI HA AGGIUNTO DI ESSERE CERTO CHE QUESTO PIANO È GIÀ STATO PREPARATO ANCHE AI PIANI ALTI DELLA BANCA D’ITALIA 3- L’USCITA DALL’EURO NON SARÀ INDOLORE: SIGNIFICA FAR FALLIRE LE BANCHE, DIMEZZARE I RISPARMI, ISOLARSI DAL MONDO PER ALCUNI ANNI E RENDERE ONEROSE LE IMPORTAZIONI 4- È ARRIVATO IL MOMENTO PER CORRADINO PASSERA E DOMENICO ARCURI DI METTERE FINE ALLA TELENOVELA DI TERMINI IMERESE CHE SI GIOCA SULLA PELLE DI 2MILA OPERAI 5- GRANDE BATTAGLIA PER LA PRESIDENZA DI IMPREGILO TRA PALENZONA E COSTAMAGNA 4- MORETTI MOLTO PREOCCUPATO PER LA NOMINA DI SABELLI ALL’AUTORITÀ PER I TRASPORTI

1- DA PARECCHI MESI IN ITALIA SI STA PENSANDO AL PIANO B PER VALUTARE LE CONSEGUENZE DELL'USCITA DALL'EURO
È davvero difficile capire che cosa succederà in questo mese per l'economia del Vecchio Continente e per l'euro.

Il missile lanciato ieri da Obama che in piena campagna elettorale accusa l'Eurozona di compromettere la ripresa americana, si aggiunge alle voci contraddittorie sui piani che i governi starebbero preparando per rilanciare la crescita oppure per abbandonare la moneta unica al suo destino.

L'attenzione è sempre rivolta alla Germania e alle intenzioni della massaia di Berlino che a giorni alterni rilascia dichiarazioni rachitiche e contraddittorie al punto di aumentare la confusione. Il risultato è un insieme di menzogne e di verità relative che rasentano il paradosso e la follia. La materia è troppo complessa per pensare da soli e quindi sarebbe opportuno rispettare il vecchio detto di Keynes secondo il quale "è sorprendente a quante follie uno può credere, in economia, se si pensa troppo da soli".

Meglio allora evitare i luoghi comuni e le versioni imbellettate dai giornalisti, e cercare di riunire le idee intorno a pochi punti, lasciando perdere quei profeti di sventura come il finanziere Soros che in base a chissà quale ragionamento ha indicato tre mesi per salvare l'euro.

Personaggi così dovrebbero soltanto tacere e sorprende che gli organizzatori del Festival dell'Economia di Trento gli abbiano offerto il palcoscenico nell'ultimo weekend dimenticando che Soros nel settembre del '92 speculò sulla sterlina e sulla lira portandosi a casa miliardi di dollari.

Piuttosto conviene capire quali sono le due alternative che si pongono al centro del dibattito. La prima è quella di rendere omogenee le economie nazionali, ma qui occorre un superbo sforzo di volontà rispetto al quale il balbettio del modesto Barroso con la Merkel appare perdente.

La seconda strada indica l'uscita dall'euro cioè l'abbandono di quella moneta secondo un percorso che non trova alcun riferimento nemmeno nel Trattato di Lisbona sul quale poggia l'architettura istituzionale dell'Europa.

La via d'uscita dall'euro non sarà indolore: rinunciarvi significa far fallire le banche, dimezzare i risparmi, isolarsi dal mondo per alcuni anni e rendere sempre più onerose le importazioni.

Questa è la diagnosi che stanno facendo tutti gli economisti salvo rare eccezioni. Una di queste si è incarnata ieri sera nello studio dell'"Infedele" nella persona di Paolo Savona, il 76enne economista di Cagliari che ha lavorato alla Banca d'Italia accanto a Guido Carli e Paolo Baffi per poi diventare direttore generale di Confindustria e ministro dell'Industria nel governo Ciampi.

Tra pochi giorni a Firenze sarà presentato il suo libro "Eresie, esorcismi e scelte giuste per uscire dalla crisi", un pamphlet di poche pagine in cui Savona sostiene che è inutile fingere di poter salvare la nave poiché è meglio imbarcarsi sulla scialuppa di salvataggio rappresentata da un'uscita concordata dall'euro.

Queste tesi pronunciate dall'uomo che in questo momento occupa la presidenza del Fondo interbancario di tutela dei depositi non sono nuove perché Savona le sostiene da almeno due anni. Nel novembre 2010 scrisse una lettera al direttore del "Foglio" proponendo di liberarsi "dal cappio europeo che si va stringendo al collo dell'Italia" e ieri sera le ha ribadite con argomentazioni bivalenti che da un lato esprimevano la preoccupazione per il fallimento della moneta unica ("se salta l'euro salta la BCE") e dall'altro ipotizzavano l'esistenza di un piano B in grado di fronteggiare le conseguenze di una scelta diversa rispetto alla difesa ostinata dell'unità monetaria.

Va detto per semplice cronaca che accanto a lui c'erano nello studio di Gad Lerner personaggi come Franco Debenedetti, Massimo Mucchetti, Maurizio Landini e un giovane economista della Bocconi, Luca Fantacci, che ha farfugliato cose stravaganti su alcune ricerche sperimentate nella cittadina francese di Nantes circa l'impiego di valuta locale.

La presenza di questi ospiti sembrava destinata a riproporre il solito blablabla sull'euro, ma le orecchie si sono rizzate quando Savona (seduto al centro dello studio con l'aria di un accademico pontificio) ha rivelato che da parecchi mesi in Italia si sta pensando al piano B per valutare le conseguenze dell'uscita dall'euro.

La sorpresa è stata ancora più grande quando l'economista sardo ha detto di aver ricevuto nel luglio dello scorso anno da Tremonti una telefonata in cui l'ex-ministro del Tesoro gli assicurava l'esistenza del piano B. E poi Savona ha aggiunto di essere certo che questo piano è già stato preparato anche ai piani alti della Banca d'Italia.

Giustamente i vari Lerner e Mucchetti hanno sottolineato l'importanza di questa notizia finora assolutamente inedita per il Parlamento e per i cittadini italiani ai quali toccherà pagare il costo dell'eventuale uscita dall'euro.

Oggi Giulietto sarà in Lombardia dove alle 17,30 presso il Collegio di Milano dialogherà con il pubblico sul tema "il pane e lo spread". Sarebbe l'occasione per squarciare il velo sul fantomatico piano B e regalare una pasticca di verità. Se non lo farà allora la Banca d'Italia, Corradino Passera e il Professore di Varese dovranno spiegare una volta per tutte quanto può costare per gli italiani l'uscita dall'euro.

2- ADESSO È ARRIVATO IL MOMENTO PER CORRADINO PASSERA E DOMENICO ARCURI DI METTERE FINE ALLA TELENOVELA DI TERMINI IMERESE CHE SI GIOCA SULLA PELLE DI 2MILA OPERAI
La patata bollente di Termini Imerese gliel'ha lasciata sul tavolo nel novembre scorso l'ex-ministro Paolo Romani, ma adesso è arrivato il momento per Corradino Passera di mettere fine alla telenovela che si gioca sulla pelle di 2mila operai.

Ormai è scaduto il tempo per accettare la proposta di salvataggio di Massimo Di Risio, il patron di Dr Motor che non paga nemmeno gli stipendi nella sua azienda molisana, e il balletto dei rinvii ha il sapore di una farsa. Eppure ancora ieri, nonostante l'ultimatum di due settimane fa dal ministro dello Sviluppo Economico, questo velleitario imprenditore ha ottenuto altri 15 giorni per dare una risposta definitiva sulle proprie intenzioni.

Dagli uffici di via Veneto dove ha sede il ministero hanno dimostrato indulgenza convocando le parti per il 20 giugno, la data entro la quale Di Risio se non metterà sul tavolo i 15 milioni di euro promessi per rilanciare lo stabilimento abbandonato dalla Fiat nove mesi fa, potrà considerare chiusa la partita.

A farne le spese saranno gli operai che Marpionne ha deciso di tagliare dalla generosa strategia di Fabbrica Italia, il sogno da 20 miliardi al quale credevano soltanto lui e la piccola corte dei collaboratori e dei giornalisti ossequienti.

Comunque vada non c'è da aspettarsi da Marpionne un atto di contrizione mentre a Roma c'è chi dovrebbe farlo battendosi il petto per aver indugiato tanto a lungo su una vicenda che fin dall'inizio sembrava poco credibile. Stiamo parlando di "Invitalia", l'advisor al quale Paolo Romani prima e Corradino Passera dopo hanno affidato il compito di trovare la soluzione per Termini Imerese.

Invitalia è l'agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa nata sulle ceneri di "Sviluppo Italia" ed è guidata da Domenico Arcuri, il brizzolato manager calabrese che dopo aver lavorato all'Iri e in altre società in joint venture con Arthur Andersen, è diventato partner di Deloitte fino al marzo 2007 quando il governo gli ha messo tra le mani il giochino di Invitalia.

Stupisce che un personaggio con questo curriculum alle spalle non abbia capito fin dall'inizio l'assoluta inconsistenza delle proposte formulate per Termini Imerese dall'ex-corridore automobilistico Di Risio. Ed è davvero incredibile che sia ancora consentito a questo personaggio privo di quattrini di prendere letteralmente per il culo i sindacati e gli operai dell'azienda siciliana.

Eppure ancora ieri il boccoluto Arcuri ha dichiarato: "non mi sento responsabile di aver proposto soluzioni sbagliate perché quella di Dr Motor era l'unica che fosse possibile portare avanti". In un rigurgito di coscienza ha però aggiunto: "se mi chiedete da cittadino e da amministratore pubblico se mi sento in colpa, posso dire di sì, ma quasi sempre il mondo ideale non coincide con la realtà".

A Termini Imerese gli operai sono commossi per questa autocritica di Arcuri che dimostra per l'ennesima volta la differenza tra il linguaggio dell'uomo e quello dei manager.


3- GRANDE BATTAGLIA PER LA PRESIDENZA DI IMPREGILO GAVIO METTI IN CAMPO IL SUO EX DIPENDENTE PALENZONA CONTRO IL COSTAMAGNA DI SALINI
Da qui al 12 luglio ci sarà una grande battaglia per la presidenza di Impregilo, il colosso delle costruzioni nel quale si fronteggiano con quote azionarie quasi paritetiche il costruttore romano Pietro Salini e Beniamino Gavio, presidente della società Igli.

A contendersi la poltrona di presidente sono due pesi massimi ben conosciuti nel mondo della finanza. Il primo è Claudio Costamagna, il finanziere bocconiano che ha lavorato in Goldman Sachs e che salta sulla sedia quando gli ricordano la sua amicizia con Romano Prodi.

Da tempo gli osservatori delle cose economiche si chiedevano a che cosa potesse aspirare un uomo che è stato citato per molte poltrone. Adesso, per sua ammissione, è arrivata la conferma che aspira alla presidenza di Impregilo e lo ha detto lui stesso domenica in un'intervista al "Sole 24 Ore" assicurando che con la forza e i quattrini del costruttore Salini riuscirà a far diventare Impregilo un player mondiale.

A distanza di poche ore dall'esternazione entusiasta di Costamagna, è sceso in campo Fabrizio Pallenzona, l'ex-camionista di Novi Ligure che dopo le delusioni raccolte in Unicredit e Generali punta a sostituire in Impregilo il suo vecchio amico Massimo Ponzellini.

In questa battaglia Pallenzona è schierato alle spalle di Beniamino Gavio, figlio di quel Gavio con il quale il massiccio banchiere dalle mille relazioni politiche ha avuto negli anni grandi frequentazioni e grandi soddisfazioni. Le due liste di Salini e Igli-Gavio si fronteggeranno nell'Assemblea del 12 luglio quando i soci di Impregilo saranno chiamati a esprimersi sul consiglio di amministrazione.

La partita è aperta, ma c'è da giurare che né Costamagna, né Pallenzona si metteranno in disparte.


4- MAURO MORETTI MOLTO PREOCCUPATO PER LA NOMINA AL VERTICE DELL'AUTORITÀ PER I TRASPORTI DI ROCCO SABELLI, SPONSOR PASSERA
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Mauro Moretti sta seguendo con grande attenzione i movimenti di Corradino Passera in vista della nomina al vertice dell'Autorità per i Trasporti.

Al capo delle Ferrovie interessa sapere se rispondono a verità le voci in merito alla predilezione di Corradino per Rocco Sabelli. Nei confronti sia del ministro che dell'ex-amministratore delegato dell'Alitalia, il buon Moretti ha avuto in passato polemiche molto forti.

Per questa ragione si sta muovendo discretamente per fare in modo che tra i consiglieri della futura Autorità per i Trasporti ci siano almeno un paio di uomini vicini alle Ferrovie dello Stato. A questo proposito sembra che abbia suggerito un paio di nominativi alla società Egon Zehnder che a titolo gratuito sta svolgendo la selezione dei candidati per l'Authority".

 

 

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