PARMALAT AVARIATO - GLI AZIONISTI DI MINORANZA NON VOTANO IL BILANCIO, PROTESTANDO L’ACQUISIZIONE PER 904 MLN $ DI LACTALIS USA: “OPERAZIONE SCORRETTA, SEMBRA GUIDATA SOLO DAGLI INTERESSI DEL GRUPPO DI CONTROLLO FRANCESE” - “LACTALIS HA UN DEBITO DA RIMBORSARE, TEMIAMO LO PAGHI COI SOLDI PARMALAT” - TATÒ, CONFERMATO PRESIDENTE: “È UN BUON AFFARE, MEGLIO CHE LASCIARE I SOLDI SOTTO IL MATERASSO. DELISTING? DECIDE L'AZIONISTA” - CONFAGRICOLTURA: PREOCCUPATI PER DELOCALIZZAZIONI ALL’ESTERO…

1 - PARMALAT: LACTALIS; AMBER, OPERAZIONE INFRAGRUPPO SCORRETTA
(ANSA) - Il fondo Amber (azionista con l'1,97% di Parmalat) punta il dito contro l'operazione che dovrebbe portare il gruppo di Collecchio ad acquisire le attività negli Usa della controllante Lactalis. Il rappresentante del fondo, nel preannunciare in assemblea il proprio voto contrario al bilancio, sottolinea che "l'operazione infragruppo non appare corretta né su piano formale né sostanziale" e "sembra mirata a realizzare un interesse del gruppo di controllo e di tutti gli azionisti".

Il voto contrario è stato anticipato dall'altro fondo Labrusca Fund Global (0,14% del capitale) che ha sottolineato come "l'attuale gestione sia caratterizzata dalla mancanza di trasparenza che si riflette anche sul bilancio di quest'anno: 12 mesi che non ci sono incontri con analisti e investitori, solo 2 conference call in 1 anno". Il rappresentante del fondo ha poi detto di essere "deluso anche per il modo, i tempi e le procedure dell' operazione recentemente comunicata e anche per il prezzo privo di senso: chiediamo alla società di abbandonarla completamente". Labrusca Fund Global teme poi che Lactalis che ha in scadenza una consistente tranche del debito da rimborsare o riscadenziare "lo voglia pagare con Parmalat per l'acquisizione di Lactalis American Group".

2 - PARMALAT: TATO', OPERAZIONE LACTALIS USA BUON AFFARE
(ANSA) - "Noi cda riteniamo" che l'operazione di acquisizione di Lactalis American Group "é un buon affare economico, finanziario e industriale per Parmalat". Lo ha detto il presidente del gruppo, Francesco Tatò in assemblea in risposta alle perplessità sollevate dai fondi Amber e Labrusca Fund Captal. Tatò ha sottolineato che per l'operazione "sono stati seguiti tutti i protocolli".

E a chi rileva che è stata un'operazione affrettata il presidente di Parmalat ha risposto che sono stati impiegati "circa 6 mesi" e non "é un periodo breve per operazioni del genere". Il top manager ha aggiunto poi che "600 milioni di euro sotto il materasso rendono meno che un'operazione industriale" e che "le comunicazioni della procedura sono state seguite dalla Consob in modo persino ossessivo". Tatò ha quindi rilevato che anche al netto dell'eventuale operazione d'acquisto di Lactalis American Group "le riserve restanti sono ritenute consistenti anche ipotizzando l'eventuale soccombenza del socio unico in tutte le cause in corso".

3 - TATO';DELISTING? CDA NON SA NULLA,DIPENDE AZIONISTA
(ANSA) - "Questo Cda non ne sa niente, ma dipende dall'azionista". Così il presidente di Parmalat , Francesco Tatò risponde, in assemblea, ad un piccolo azionista sull'eventuale delisting del titolo dalla Borsa

4 - PARMALAT: GUERIN, BUON 2011 PUNTIAMO A CONFERMA IN 2012
(ANSA) - "Nonostante la congiuntura economica poco favorevole" il gruppo "nel 2011 ha raggiunto miglioramenti importanti in termini di crescita e margini che contiamo di confermare anche nei trimestri successivi". Lo ha detto in Assemblea l'a.d di Parmalat, Yvon Guerin precisando che "abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi di business che ci eravamo prefissati". Il manager ha sottolineato che "il 2011 è stato un buon esercizio caratterizzato da un forte recupero nel secondo semestre con una accelerazione a partire da agosto: credo che nessuno, nel primo trimestre, avrebbe scommesso su simili risultati". Guerin ha quindi rilevato che l'azienda di Collecchio deve "ritrovare la propria vocazione industriale".

5 - PARMALAT: TATO' CONFERMATO PRESIDENTE, AMBER IN CDA
(ANSA) - Francesco Tatò è stato confermato alla presidenza di Parmalat. Lo ha deliberato l'assemblea che ha fissato in tre anni la durata del cda. Nel consiglio entrano nove candidati della lista di maggioranza e 2 candidati della lista di minoranza (Amber che ha una quota dell'1,97% del capitale). I volti nuovi nel board sono Gabriella Chersicla (maggioranza), Umberto Mosetti e Antonio Aristide Mastrangelo (minoranza). Il bilancio è stato approvato a maggioranza con il 97,2% dei sì mentre i voti contrari sono stati pari al 2,42% e gli astenuti lo 0,34%.

6 - CONFAGRI: PREOCCUPATI PER DELOCALIZZAZIONI ALL`ESTERO
(TMNews) - "L`acquisizione della società Usa `Lactalis American Group` da parte di Parmalat che l`ha acquistata dalla casa madre francese, lascia interdetti. Dimezza di fatto il ricco `tesoretto` di Parmalat, da 1,5 miliardi di euro circa accumulato dall'ex ad Enrico Bondi attraverso le cause contro le banche. Sono condivisibili nella sostanza le motivazioni addotte a giustificazione del voto contrario al bilancio Parmalat dai rappresentanti degli azionisti Labrusca Fund Global e Amber".

Lo sottolinea Confagricoltura in relazione all`assemblea del gruppo di Collecchio. "L`acquisizione di Lactalis American Group oltre a rappresentare un motivo di ulteriore preoccupazione per la produzione italiana appare - prosegue Confagricoltura - non già un`operazione industriale ma puramente finanziaria tesa a realizzare il solo interesse della controllante francese". "Da parte dei produttori di latte - conclude Confagricoltura - c`è viva preoccupazione, sia per la poca trasparenza dell'attuale gestione rispetto agli obiettivi industriali perseguiti nel nostro Paese, sia per il pericolo che operazioni finanziarie, come quella statunitense, possano anticipare la realizzazione, con fondi italiani, di iniziative industriali di delocalizzazione, fuori dai confini nazionali, di produzioni nostrane a marchio Parmalat, Galbani, ecc.".

 

Lactalisparmalat GetContent asp jpegENRICO BONDI SONIA RAULE FRANCO TATO Yvon GuerinEmmanuel BesnierlAd di Lactalis Jean Marc Bernier GRUPPO LACTALIS

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…