A PASSO DI GAMBERALE - IL NUMERO UNO DI F2I, CAPITA L’ANTIFONA, TENDE LA MANO AGLI SPAGNOLI E ANNUNCIA DI VOLERE ABBANDONARE GLI INCARICHI OPERATIVI NEL FONDO, PER PUNTARE ALLA PRESIDENZA DI TELECOM CONTRO IL CANDIDATO DI MEDIOBANCA-INTESA GIUSEPPE RECCHI

Alessandro Plateroti per ‘Il Sole 24 Ore'

Vito Gamberale si sente prossimo non alla terza età, ma alla terza gioventù. Prossimo ai 70 anni, l'ex manager di Telecom Italia, di Autostrade e del fondo infrastrutturale F2i ha deciso di cambiare vita, ripartendo proprio da dove l'esperienza professionale era cominciata: da Telecom Italia. Non come top manager, come alcuni hanno sospettato per mesi prima di avere la conferma, pochi giorni fa, dell'inserimento del suo nome nella lista di minoranza della famiglia Fossati per il consiglio di Telecom Italia in qualità di presidente.

Un ruolo in cui andrà a sostituire Aldo Minucci, il manager assicurativo espresso da Telco che ha avuto il coraggio e la pazienza di assumere l'incarico dopo lo sbandamento creato dalle dimissioni di Franco Bernabè: «Per il momento - dice Gamberale - punto al ruolo di consigliere: il resto si vedrà».

Allora ingegnere, vuole davvero chiudere le carriera ripartendo da dove tutto è cominciato?
Ebbene sì. Ho deciso di candidarmi nella lista di Fossati non solo perchè alle spalle c'è finalmente un vero e serio piano industriale per un'azienda che rappresenta tanto per me e molto per il Paese, ma anche perchè dopo tanti anni nel settore privato voglio chiudere il percorso personale con il ruolo, diciamo così, del "civil servant".

Mi scusi, ma Telecom è un'azienda privata, non pubblica. Che intende con "civil servant".
Intendo dire che lo spirito che mi muove non è l'ambizione personale, ma la volontà di mettere a disposizione della compagnia e soprattutto del Paese un bagaglio di esperienza maturato in oltre 40 anni di lavoro sulle telecomunicazioni, le infrastrutture e la finanza. La considero come un'esperienza da "civil servant".

Perchè la scelta di sostenere Fossati?
È la prima volta, per lo meno in Italia, che i candidati come consiglieri di una lista per un CdA presentano un piano strategico per l'azienda target. In genere i candidati per i CdA, nelle medesime liste, sono disparati come competenze, storie, conoscenze dei temi oggetto dell'attività aziendale. Findim ha voluto mettere a disposizione del mercato un potenziale contributo per una consapevole gestione. Telecom ha bisogno di un piano strategico.

Noi proponiamo un Piano Strategico. Senza alcuna presunzione, offriamo una base su cui confrontarci col management, con gli altri consiglieri. Siamo stati noi candidati ad aver indotto Findim, e quella parte del mercato che la segue, a non presentare una lista di contrapposizione, di maggioranza. L'azionariato di Telecom è uscito spaccato dall'assemblea del 20 dicembre scorso. Non può esistere un'azienda così importante, per giunta in una situazione critica e non facile, con un azionariato diviso, contrapposto.

Che cosa intende fare per ricucire lo strappo?
Occorre dimenticare le precedenti contrapposizioni, le illusioni o le allusioni date/fatte per cambi statutari, le incomprensioni. Occorre girare pagina, per scrivere quella che può interessare l'azienda. Un'azienda ancora internazionale, ma per il 70% del proprio fatturato maturato in Italia. Un'azienda troppo strategica per il Paese, per non interpretarne il ruolo conciliando attese degli azionisti e sviluppo del Paese.

Quindi, meno estero e più Italia: pensa che il nuovo board sosterrà questa strategia? E come la prenderà Telefonica, il partner spagnolo a cui i soci italiani di Telco intendono vendere Telecom?
Mi auguro che il nuovo Consiglio possa lavorare coeso, mettendo insieme competenze, impegno, al supporto dei manager interni, vera struttura portante dell'azienda. Telecom deve lavorare per valorizzare se stessa, per arginare il declino nel Paese, per aiutare il Paese a sentirsi più evoluto.

Se poi, in tutto questo, possono conciliarsi anche interessi di Telefonica, ben venga il tutto. Un'azienda non può ignorare un socio al 15%, tanto meno un gruppo che rappresenta oltre il 22%; ma non può ignorare nemmeno il restante 78% circa. Son certo che anche chi rappresenta il 15% (o il 22%) ha questa visione.

In altre parole, lei non cerca di scalzare Telefonica da Telecom e di sostituirla con altri soci?
No, anche se credo che ci sia spazio per nuovi investitori come i fondi previdenziali. Su Telefonica, ritengo che possa rappresentare un grande partner industriale per Telecom. L'importante è avere garanzie su comportamenti e strategie, cioè sul fatto che Telecom Italia deve investire sull'Italia e sulla modernizzazione della rete nazionale di trasporto in modo da garantire a tutti gli italiani l'accesso a internet ad una vera alta velocità.

C'è però chi le rimprovera di essersi mosso nell'ombra, senza avvisare Cdp - che ha cercato a lungo un accordo con Bernabè - nè della collaborazione con Fossati nè del negoziato avviato con Telecom su Metroweb, società di F2i che controlla un network in fibra ottica...
Ho seguito con rispetto il generoso impegno della Cassa, nei due anni scorsi, di poter trovare un accordo con Telecom. Non sono mai entrato nel merito. Speriamo che maturino condizioni positive e che mutino gli impedimenti, gli irrigidimenti: Cdp potrebbe diventare un partner importante soprattutto per gli investimenti sulla rete.

Per quanto attiene il presunto "mio" negoziato con Telecom Italia su Metroweb, non appartiene al mio stile di rispetto verso i soci, anche se di minoranza. Nel piano strategico non c'è alcun riferimento diretto a Metroweb.

Detto questo, chiariamo un punto: è stato Fossati a contattarmi alla fine del dicembre scorso e la riservatezza mi ha imposto il silenzio. Findim ha dato un esempio di stile, di rigore, di metodo: il piano strategico - commissionato e pagato, sempre e solo da Findim - è stato fatto da Analysys Mason, autorevole e competente società di consulenza. Speriamo si possa dire «si tornò al passato e fu progresso».

E lo scorporo della rete? Cdp puntava a creare un nuovo operatore indipendente con l'apporto di Metroweb, e inizialmente sembrava che lei la pensasse così. Ora non è più necessario? Questa è una grossa novità...
La rete non deve essere scorporata, ma valorizzata come società operativa in cui è anche possibile far entrare nuovi soci. Comunque sia, non c'è dubbio che la rete di Telecom deve evolversi. Che per farlo occorre conciliare debito, il cui indice è tornato a livelli critici nonostante la diminuzione in valore assoluto, con priorità di utilizzo, con risorse adeguate. Detto questo, l'idea della separazione della rete mi è parsa sempre surreale.

La rete telefonica di un grande incumbent è fatta di parti fisiche, di parti logiche, di intelligenza distribuita. Non è di facile perimetrazione geometrica. Quindi è qualcosa di non facilmente scindibile dal servizio di base. Non può essere ridotta ad un frazionamento catastale. Il piano strategico Findim porta idee al riguardo. Potrà essere un tema su cui il prossimo board potrebbe lavorare.

La vedo difficile. Le rimproverano addirittura di aver creato le basi di un macroscopico conflitto di interessi?
È la ricerca dei soliti peli nell'uovo... In un Paese che vive sommerso nei conflitti d'interesse, qualcuno ha ipotizzato un mio presunto conflitto d'interesse in quanto amministratore delegato della Sgr che gestisce il Fondo F2i, socio in Metroweb. Prima di tutto Metroweb non è in concorrenza con Telecom Italia: vende fibra spenta su Milano, a tutti gli operatori presenti sul capoluogo. Telecom Italia è tra i suoi clienti, contribuendo solo al 5% del fatturato.

Comunque, ai dubbi sollevati, rispondo in termini di diritto. Io non sono mai stato consigliere di Metroweb, non sono mai entrato nel relativo consiglio di amministrazione. Né la Sgr svolge (né potrebbe svolgere) un ruolo di indirizzo e coordinamento per Metroweb. Quindi il richiamo all'articolo 2390 è fuori luogo. E poi, durante un mandato, qualsiasi consigliere può venirsi a trovare in posizione di conflitto. In tal caso già il Codice Civile indica i percorsi; e le parti, comunque, saprebbero trovare senz'altro tutte le protezioni necessarie.

Se va in Telecom, lascerà la guida di F2i?
Ho messo tutta la mia esperienza e la mia passione per realizzare F2i, un progetto che avevo messo a punto fin dai tempi di Autostrade e che poi stavo lanciando con l'amico Claudio Sposito di Clessidra. Oggi F2i è un benchmark europeo, il più grande fondo infrastrutturale al mondo che investe in un solo paese. Ora F2i si accinge a lanciare un nuovo fondo, su cui c'è grande interesse persino dal Medio Oriente. Ma avrà una durata di 15 anni: cccorre quindi pensare anche ad un progetto di successione in F2i, come insegna la best practice estera.

Ho già cominciato ad anticipare, ad alcuni importanti investitori, soci anche della Sgr, una mia idea, maturata e condivisa anche con moglie e figli. Tra poco compirò 70 anni. Forse è il caso di chiamare il mio time-out dalla diretta operatività. A un certo punto della vita, è opportuno non continuare a portare i pantaloni corti, con i capelli bianchi. Si rischierebbe la pateticità. È giunto il momento di mettere a disposizione la mia esperienza non come operatività gestionale diretta, ma con, e per, ruoli diversi.

 

VITO GAMBERALE jpegAmato Gamberale Vietti Salza e Bazoli Giuseppe Recchi ENI GIULIO TREMONTI GIUSEPPE RECCHI CON DIETRO LAMBERTO CARDIAcesar_aliertaMARCO TRONCHETTI PROVERA E ALBERTO NAGEL FOTO BARILLARI GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN ALDO MINUCCImetroweb logo Franco Bernabe CLAUDIO SPOSITO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONA – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO