inter suning

PAZZA INTER, VENDILA! I CINESI DI SUNING, IN FUGA DOPO CHE SOLO NEL 2020 IL GRUPPO CINESE HA RINUNCIATO A 70 MILIONI A FAVORE DEL BILANCIO DELLA SQUADRA, CHIEDONO UN MILIARDO - MA IL CLUB NERAZZURRO È SOMMERSO DA 800 MILIONI DI DEBITI E, SOLO L’ANNO SCORSO, HA PERSO 102 MILIONI DI EURO E SUL MERCATO NON VALE PIÙ DI 400 MILIONI

Fabio Pavesi per "www.affaritaliani.it"

 

THOHIR SUNING

L’Inter di oggi non è da meno quanto a buchi nei bilanci. L’anno scorso, ultimo bilancio disponibile, quello della stagione 2019-2020 e impattato solo per alcuni mesi dal Covid, il club nerazzurro ha perso 102 milioni su 382 milioni di ricavi. Ogni 100 euro di incassi, l’Inter ne ha persi oltre 25.  Il patrimonio netto consolidato era in passivo per 37 milioni e il gruppo calcistico era oberato dalla bellezza di 871 milioni di debiti totali. 

 

Quelli che contano ai fini della solidità sono i debiti finanziari che in ogni caso viaggiano a 408 milioni. Di fatto superano ampiamento il fatturato. Su quei debiti finanziari pesano obbligazioni sottoscritte in Lussemburgo da investitori istituzionali per 375 milioni. Due bond uno da 300 milioni e l’altro da 75 milioni che ogni anno costano solo di interessi 26 milioni e che andranno rimborsati completamente a dicembre del 2022. 

 

INTER LAZIO 1

È in lizza, a metà stagione inoltrata, per lo scudetto, ultima chance di successo dopo che è stata estromessa sia dalla Champions League che dalla Coppa Italia. E domani va in scena il derby tra le milanesi in cima alla classifica. Per l’Inter di Antonio Conte il campionato rimane l’ultimo appiglio utile per risollevare la stagione.  Ma l’Inter rischia più di tutte fuori dal campo. Le difficoltà del gruppo cinese Suning che tramite la scatola lussemburghese Great Horizon sarl controlla il 68,5% del capitale della società sono ormai note da tempo. 

 

SUNING

E l’altro ieri il presidente Zhang ha messo le mani avanti affermando che il gruppo cinese si disimpegnerà dalle attività ritenute irrilevanti riconcentrandosi sulle attività retail nell’e-commerce, unico polmone industriale del conglomerato. E chi pensava nel 2016 che la Suning.com fosse l’Alibaba o l’Amazon di turno e che assicurasse alla squadra milanese un assetto proprietario solido e stabile si è sbagliato di grosso. 

 

Suning il gigante dai piedi d’argilla

INTER LAZIO

Oltre all’opacità che contraddistingue le aziende cinesi di Suning.com si sa che non sia quella miniera d’oro che tutti immaginavano. La società ha chiuso i conti a settembre del 2020 (ultimi dati disponibili) con una perdita di 234 milioni di dollari. E se è vero che il fatturato vale intorno ai 36 miliardi è anche vero che più che le vendite conta la redditività. E qui il gruppo cinese mostra tutte le sue debolezze. Un gigante dai piedi d’argilla. E non da ieri. 

 

Su quei miliardi di ricavi il margine lordo (quello che conta) vale solo poche centinaia di milioni. Tanto fatturato, ma scarsa redditività. Non solo Suning poggia su una montagna di debiti circa 7 miliardi di dollari, di cui, come ha documentato il Financial Times, 1,2 sarebbero in scadenza a breve. Vista così per i padroni dell’Inter, le priorità oggi sono ben altre che non continuare a iniettare denaro nelle casse della società di calcio. 

 

I soldi buttati nell’Inter

fozza inda suning zhang jindong 4

I due Zhang padre e figlio hanno finora perso solo soldi nell’avventura calcistica italiana. Tolto il costo dell’acquisizione, Suning in questi anni ha dovuto continuare a convertire finanziamenti soci in capitale. Solo nel 2020 il gruppo cinese ha rinunciato a 70 milioni a favore del bilancio dell’Inter. E i conti dicono che in totale Suning ha convertito negli anni 215 milioni a favore della sua partecipata. 

 

L’industria del calcio divora i suoi padroni

juventus inter 3

Del resto il calcio inteso come azienda finisce (con pochissime eccezioni) per divorare economicamente i suoi padroni. Basti ricordare gli oltre 800 milioni costati a Moratti nella sua gestione dell’Inter. O gli oltre 700 milioni costati a Berlusconi per il Milan prima che passasse la mano al misterioso cinese Li yong kong e poi al fondo Elliott. 

 

I conti disastrosi dell’Inter

L’Inter di oggi non è da meno quanto a buchi nei bilanci. L’anno scorso, ultimo bilancio disponibile, quello della stagione 2019-2020 e impattato solo per alcuni mesi dal Covid, il club nerazzurro ha perso 102 milioni su 382 milioni di ricavi. Ogni 100 euro di incassi, l’Inter ne ha persi oltre 25.  Il patrimonio netto consolidato era in passivo per 37 milioni e il gruppo calcistico era oberato dalla bellezza di 871 milioni di debiti totali.

 

fozza inda suning zhang jindong 3

Quelli che contano ai fini della solidità sono i debiti finanziari che in ogni caso viaggiano a 408 milioni. Di fatto superano ampiamento il fatturato. Su quei debiti finanziari pesano obbligazioni sottoscritte in Lussemburgo da investitori istituzionali per 375 milioni. Due bond uno da 300 milioni e l’altro da 75 milioni che ogni anno costano solo di interessi 26 milioni e che andranno rimborsati completamente a dicembre del 2022. 

THOHIR SUNINGINTER LAZIOINTER LAZIO 2juventus interjuventus inter 1THOHIR SUNING

 

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…