adolfo urso dongfeng cina xi jinping giorgia meloni

IL DRAGONE VUOLE FARCI PAGARE CARISSIMI I SUOI INVESTIMENTI IN ITALIA – NELLE TRATTATIVE CON IL MINISTRO URSO PER LO SBARCO NEL NOSTRO PAESE  DEL COSTRUTTORE DI AUTO DONGFENG, PECHINO HA MESSO SUL TAVOLO LE SUE PESANTI RICHIESTE IN SETTORI STRATEGICI: UN RUOLO DI HUAWEI NELLE INFRASTRUTTURE DI TELECOMUNICAZIONI ITALIANE (OGGI I SERVIZI DI RETE DI HUAWEI SONO PROIBITI DA VARI PAESI PER SOSPETTI LEGAMI CON L’INTELLIGENCE CINESE) E ACCORDI SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE. ALTRA RICHIESTA: L'OPPOSIZIONE DEL GOVERNO MELONI AI DAZI EUROPEI SULLE AUTO ELETTRICHE – LA SMENTITA DEL MINISTERO DEL MADE IN ITALY: “NESSUNA RICHIESTA SU TLC E IA DAI CINESI”

1. MIMIT, 'PER DONGFENG NESSUNA RICHIESTA SU TLC E IA DA CINESI'

adolfo urso foto di bacco (4)

(ANSA) - "Non è in atto alcun confronto né vi è alcuna richiesta in merito alle infrastrutture di telecomunicazioni in Italia e sull'intelligenza artificiale" da parte dei cinesi: lo afferma il ministero delle Imprese e del Made in Italy in merito a un articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera dal titolo "Dongfeng, pesanti richieste cinesi in cambio dell'investimento in Italia".

 

"Riguardo all'IA nel settore dell'auto - scrive il Mimit - è vero esattamente il contrario di quanto riportato nell'articolo: come più volte già ribadito, in ogni MoU siglato dal Mimit con il governo o con le aziende cinesi è previsto che la parte "intelligente" di eventuali veicoli prodotti in Italia debba essere realizzata nel nostro Paese sotto le regole della sicurezza nazionale ed europea". Si precisa inoltre che "non è prevista alcuna missione ministeriale in Cina, come infondatamente riportato".

 

Secondo l'articolo, il progetto di un investimento di Dongfeng su uno o più siti di assemblaggio dei modelli elettrici in Italia "sembra sempre più in salita, anche per i dubbi dello stesso costruttore cinese".

 

adolfo urso - ministero del made in italy

Dopo mesi di confronto con il governo italiano, da Pechino, secondo il testo, avrebbero iniziato a "sollecitare" gli interlocutori su tre aspetti: il ruolo di Huawei nelle infrastrutture di telecomunicazioni, "forse facendo leva sulle soluzioni di connettività delle auto"; l'intelligenza artificiale, con la richiesta di una mappatura della nuova tecnologia nel Paese; e i dazi europei sulle auto elettriche cinesi.

 

Su quest'ultimo aspetto, il governo italiano avrebbe "tirato una linea rossa" con la decisione di aderire all'attuale posizione dell'Ue e rimandando la questione semmai all'Organizzazione mondiale del commercio.

 

2.DONGFENG, ECCO LE (PESANTI) RICHIESTE CINESI IN CAMBIO DELL’INVESTIMENTO IN ITALIA

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

ADOLFO URSO IN CINA

Continuano i contatti sull’ipotesi di un progetto di investimento produttivo del costruttore di auto cinese Dongfeng in Italia. Ancora una volta, in questi giorni, degli emissari del ministero delle Imprese e del Made in Italy si preparano a un nuovo tour di visite di siti produttivi e a colloqui a Pechino.

 

Ma più passano i mesi, più si profilano gli effetti collaterali di un eventuale accordo con un piccolo produttore di auto elettriche del tutto controllato dallo Stato e dal partito: la Cina di rado accetta un’intesa senza porre le proprie condizioni. E queste ultime sono sempre di carattere strategico. Non solo finanziario o industriale.

 

[…]

 

Dongfeng - auto cinesi

In parallelo alle discussioni sugli impianti e la logistica, le controparti di Pechino hanno per esempio iniziato a sollecitare il governo su un ruolo di Huawei nelle infrastrutture di telecomunicazioni in Italia. Il gruppo di Shenzhen è già presente con un’ampia offerta di smartphone e altri dispositivi digitali.

 

Ma i suoi servizi di rete sono ormai proibiti da vari Paesi, a partire da Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e Nuova Zelanda, per i sospetti legami con il partito comunista e l’intelligence di Pechino. Poco più di un anno fa anche la Commissione di Bruxelles annunciò «misure per evitare che le comunicazioni delle imprese europee siano esposte a reti mobili che usano Huawei quale fornitore». Ora dalla Cina si punta a un ritorno del gruppo di Shenzhen in Europa attraverso l’Italia, forse facendo leva sulle soluzioni di connettività delle auto.

 

GIORGIA MELONI XI JINPING

Da parte di Pechino si prova anche ad aprire un confronto con l’Italia sull’intelligenza artificiale. Quando Giorgia Meloni visitò Xi Jinping a fine luglio, nel comunicato ufficiale si leggeva che i leader di Roma e di Pechino si erano «concentrati su alcune delle grandi questioni di interesse comune, inclusa l’intelligenza artificiale». Ora i negoziatori cinesi hanno chiesto all’Italia di attivare una mappatura della nuova tecnologia nel Paese, ufficialmente per capire dove e come si potrebbe approfondire la cooperazione bilaterale in proposito.

 

Certo tutto questo, visto da Pechino, è legato all’ipotesi dell’investimento di Dongfeng in Italia. Così del resto si spiega anche la pressione alla quale il ministro del Commercio, Wang Wentao, in visita a Roma dieci giorni fa, ha sottoposto il governo perché si opponga ai dazi sulle auto elettriche cinesi già varati in via provvisoria dalla Commissione europea.

HUAWEI

 

La conferma dei governi a Bruxelles sarebbe dovuta arrivare questo mercoledì ed è stata rinviata a inizio ottobre. Ma l’Italia ha tirato una linea rossa: ha fatto sapere a Wang che aderisce all’attuale posizione europea e semmai se ne sarebbe discusso all’Organizzazione mondiale del commercio.

 

[...]

 

adolfo urso in cina - China City industrial group

Insomma il progetto di Dongfeng in Italia sembra sempre più in salita, anche per i dubbi dello stesso costruttore cinese. Potrebbe non essere un gran danno: il gruppo ha in mente dei centri di assemblaggio di pezzi «made in China», volto ad aggirare i dazi europei, con una quota di componenti italiane ridotta e a basso valore aggiunto. Nel gergo dell’industria lo si definisce «Ckd»: « completely knocked-down », del tutto smontato e da rimontare nel Paese-obiettivo. Proprio come faceva la Fiat nei Paesi del terzo mondo alcuni decenni fa.

XI JINPING E GIORGIA MELONI Dongfeng - auto cinesi

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A STOCCOLMA E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....