bancomat

PERCHÉ I BANCOMAT IN ITALIA SONO COSÌ LENTI? - GLI SPORTELLI AUTOMATICI IN ITALIA SONO 51.792, E STANNO PURE DIMINUENDO: OBSOLETI E CON VECCHI SOFTWARE, SONO STATI SUPERATI DALLA BANCA SUL CELLULARE, CHE PERMETTE DI FARE PIÙ OPERAZIONI, E PIÙ VELOCEMENTE - GLI HACKER CHE RIUSCIRONO A RUBARE I SOLDI SENZA SCASSINARLI E SENZA LASCIARE TRACCIA…

Luca Zorloni per www.wired.it

 

Il rapporto è, all’incirca, lo stesso di medici di base e pazienti. Uno ogni 1.200. In Italia sono attivi 51.792 sportelli automatici per il prelievo di denaro. O atm (automated teller machine, cassa bancaria automatica), meglio noti come bancomat. La prima macchina è stata installata cinquant’anni fa, nel giugno del 1967 a Londra. Perché approdasse in Italia ci è voluto qualche annetto.

 

clonazione bancomat

Da allora, tuttavia, gli atm hanno fatto pochi balzi in avanti. Le banche hanno aggiunto servizi, migliorato l’interazione con il cliente, ma nella sostanza gli sportelli sono rimasti molto simili ai loro antenati. Non è progredita granché neppure la tecnologia, sicché si spiega perché i “bancomat” non brillino per velocità, nonostante debbano sbrigare operazioni di pochi secondi.

 

La lentezza degli sportelli è determinata da vari fattori. Primo: le macchine sono datate. “Questi apparecchi hanno un ciclo di vita in media di 7-10 anni. Dietro ad ogni atm vi è di fatto un pc, e come qualsiasi pc risente dell’avanzamento tecnologico: col passare degli anni alcune componenti possono diventare obsolete, e magari rallentare il servizio di prelievo”, spiega Sergio Moggia, direttore generale di Bancomat spa, che gestisce il circuito di pagamenti.

 

A giugno l’ex consorzio è diventato una società per azioni. Negli anni, su queste macchine già lente si sono stratificati software su software per offrire nuovi servizi alla clientela. “Dieci anni fa agli atm si potevano effettuare prelievi, saldi dei conti e ricariche telefoniche”, ricorda Moggia: “Oggi le banche hanno trasferito parte dell’offerta sugli atm.

 

 

tenete gli occhi sempre sulla fessura dei contanti

Non bastasse l’hardware invecchiato, spesso anche il software non è aggiornato. “Di fatto un atm è una scatola che eroga soldi, dietro cui è collegato un computer normale, in genere con sistemi operativi Windows Xp o anche più vecchi”, osserva Giampaolo Dedola, ricercatore in sicurezza nel team internazionale di analisi di Kasperky Lab, multinazionale della sicurezza informatica. “Gli sportelli più vecchi hanno versioni di hardware che non sono più supportate”, incalza il consulente informatico Antonio Ieranò.

 

Inoltre gli sportelli atm pagano il ritardo italiano nelle connessioni internet. “Sia i bancomat sia i pos si appoggiano a comunicazioni dati che sono ancora analogiche o a banda bassa, quindi ci mettono un sacco per comunicare con il computer di back-end”, chiosa Ieranò. E aggiunge: “Le banche dovrebbero investire nella banda larga”.

 

bancomat

Gli istituti di credito, tuttavia, non stanno sviluppando progetti di crescita per la rete degli sportelli atm. “Sta avvenendo una razionalizzazione in termini di numero, percentualmente sono già scesi del 2-3% nell’ultimo anno”, spiega Moggia. La causa è la diffusione della banca sul telefonino. Non è solo una questione di comodità per i clienti, che si stanno abituando a effettuare operazioni dallo smartphone, nel momento e nel luogo che è loro più comodo, perciò il terminale bancomat diventa superfluo. Anche in questo caso entra in gioco una variabile tecnica.

 

 “Uno smartphone è più evoluto di uno sportello atm ed è messo meglio a livello di banda”, osserva Ieranò. Nel complesso, secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione bancaria italiana, 5,6 milioni di correntisti italiani fanno operazioni bancarie dallo smartphone, con un aumento dell’11% rispetto allo scorso anno.

 

bancomat troppo alto

“Il nostro circuito ha assistito ad una crescita delle transazioni di prelievo di circa il 10% tra il 2012 e il 2015, per poi stabilizzarsi nel 2016, con un ticket medio pari a 180 euro. Questi indicatori sono a dimostrazione del fatto che siamo ancora molto legati all’uso del contante”, aggiunge Moggia. Ma se uno sportello in mezzo alla strada si adatta al semplice ritiro di denaro, viene percepito come meno sicuro per svolgere operazioni più complesse.

 

L’obsolescenza dei macchinari rende gli sportelli delle prede facili per i criminali informatici. A febbraio Kaspersky Lab ha pubblicato i risultati di un’indagine condotta sulle reti di alcune banche, in cui gli hacker si erano intrufolati con un malware che permetteva loro di ripulire gli sportelli senza scassinarli. Atmitch, come è stato soprannominato il virus, consegnava ai criminali i comandi dei terminali, decidendo quanto denaro prelevare e quando. Al termine della rapina, il malware scompariva, senza lasciare tracce.

bancomat troppo basso

 

Gli atm sono finiti nel mirino del cybercrime dal 2008. E secondo Kaspersky Lab gli attacchi aumenteranno in futuro, al crescere delle tecnologie più sofisticate per effettuare il riconoscimento del cliente. “Paradossalmente, l’arretratezza dei sistemi è stata un vantaggio e ha diminuito le possibilità di contagio”, osserva Ieranò. Nonostante sportelli più intelligenti siano più vulnerabili, Kaspersky Lab ha rilevato che solo il 19% delle banche teme attacchi a questi terminali.

 

“Stiamo lavorando con le banche per aumentare la difesa degli sportelli”, spiega Morten Lehn, a capo di Kaspersky Lab Italia. La prevenzione è una spesa indifferibile, ormai. Perché se è vero che gli smartphone stanno sorpassando gli atm per le operazioni di banca, Ieranò prevede che a loro volta i “bancomat” sorpasseranno le filiali e saranno riorganizzati “in centri di servizio, in cui sostituiranno le attività di sportello, con personale di supporto ai terminali”.

 

bancomat grexitno pants day davanti al bancomatwindows xp nel bancomat windows xp nel bancomat bancomatbancomat index

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?