PETROLDOLLARI PER ALITALIA? LA COMPAGNIA DI ABU DHABI INTERESSATA ALL’ACQUISTO - ETIHAD POTREBBE FARE UN’OFFERTA PER IL 49% DELLE AZIONI DI AIR FRANCE E DEI “PATRIOTI” ITALIANI - LA COMPAGNIA ARABA HA GIA’ QUOTE DI AIR BERLIN E DI ALTRI VETTORI IN TUTTO IL MONDO - LE REGOLE EUROPEE IMPEDISCONO UNA VERA “SCALATA”, MA ETIHAD PUNTA SUL POTENZIAMENTO DI MALPENSA COME HUB INTERNAZIONALE - NECESSARIO L’OK DI HOLLANDE…

Roberto Sommella per "Milano Finanza"

Quale miglior cavaliere bianco di uno che monta un puledro arabo? È questa la svolta che si profila per Alitalia, compagnia aerea in debito di ossigeno e con alle viste un nuovo prestito ponte che dovrebbe permetterle di andare avanti ancora qualche mese. Secondo quanto risulta a MF/Milano Finanza, Etihad, la compagnia aerea di Abu Dhabi ha seriamente intenzione, e formalizzerà presto il progetto, di fare un'offerta per rilevare dagli attuali soci (i famosi patrioti e Air France) il 49% del capitale del vettore italiano.

Gli arabi vorrebbero anche una quota maggiore, ma le leggi dell'Unione europea impediscono loro una scalata vera e propria: una compagnia extra-Ue non può avere il controllo di un'azienda di volo comunitaria pena la perdita dei diritti di trasporto internazionali.

Così Etihad, che ha già manifestato l'interesse a trasformare Malpensa in un hub intercontinentale, dovrà convincere i futuri possibili alleati: da una parte Air France, che possiede il 20% di Alitalia ma non è in grado di spendere altri soldi per godere della fine del lock-up che libererà i soci italiani dal mantenimento delle azioni; dall'altra, il futuro governo italiano che, appena insediato, dovrà affrontare tra i dossier più scottanti proprio quello del salvataggio definitivo della compagnia di bandiera.

È chiaro che per mandare in porto un'operazione così clamorosa servirà l'assenso in primo luogo del presidente francese François Hollande, che potrebbe non vedere di buon occhio le mire espansive dell'hub milanese, che rischia di offuscare quello di Parigi. Dunque servirà un'intesa italo-francese che non è però affatto da escludere viste le condizioni in cui versano Air France e Alitalia, pronta a chiedere il prossimo 4 febbraio un prestito ponte ai soci da 150 milioni, forse anche per scavallare la fase di vacatio governativa.

Che l'ipotesi Etihad non sia peraltro mai stata un sogno, lo ha confermato recentemente la stampa transalpina. Les Echos, giusto qualche settimana fa, aveva scritto che la compagnia di Abu Dhabi sarebbe stata pronta a rilevare le quote di parte dei piccoli azionisti di Alitalia. L'intervento di Etihad sarebbe servito, secondo il quotidiano francese, a evitare che quelle quote italiane finissero in altre mani, dando tempo ad Air France-Klm di mettere insieme i mezzi necessari per rilevare la maggioranza di Alitalia nel 2014.

Ora il progetto è cambiato, gli arabi vogliono contare di più in Alitalia, se ciò verrà loro concesso dai governi nazionali. Ma già a suo tempo gli analisti avevano giudicato con favore l'eventuale ingresso della compagnia emiratina nel capitale di Alitalia. Secondo fonti di mercato, infatti, uno dei dossier nel cassetto del presidente di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta, e del ceo di Etihad, James Hogan, sarebbe proprio un'aggregazione tra le due compagnie allargata ad Alitalia e ad Air Berlin, di cui il vettore emiratino è il maggiore azionista con il 29,2% del capitale.

Tramontata ogni ambizione stand alone di Alitalia, questa potrebbe quindi essere una soluzione gradita anche a molti degli azionisti riuniti in Cai. Ufficialmente dal quartier generale di Etihad non sono mai arrivati commenti. Le uniche dichiarazioni trapelate giorni fa confermano però l'interesse generale della compagnia del Golfo ad acquisire partecipazioni in altri vettori.

«Etihad Airways continua a guardare alle opportunità di investimento che ci potrebbero essere in altre compagnie aeree come evoluzione positiva della sua strategia di partnership», è la posizione ufficiale del gruppo aereo. «Questi investimenti saranno realizzati solo nel caso in cui Etihad Airways ritenga che ci siano forti prospettive commerciali, che ci sia la stessa filosofia aziendale e che vengano accolti positivamente».

Nel suo carnet ci sono già il 3% circa del vettore irlandese Air Lingus, il 29,2% di Air Berlin e il 40% di Air Seychelles. Etihad si starebbe preparando a raddoppiare la partecipazione del 4,9% in Virgin Australia, mentre ha avviato negoziati con la compagnia indiana Jet Airways, di cui vuole il 24% per 330 milioni di dollari. Tutto, insomma, ne fa il veicolo perfetto per rilevare anche una quota di Alitalia.

 

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