danilo toninelli

PONTI A TUTTO - DOMANI TONINELLI FIRMERÀ IL CONTRATTO UNICO ''CON LE IMPRESE CHE DEMOLISCONO E QUELLE CHE COSTRUISCONO IL VIADOTTO DI GENOVA''. AUTOSTRADE PER L'ITALIA DOVRÀ RISPONDERE SULLA RICHIESTA DI ESBORSO DI 439 MILIONI PER I LAVORI. SUL TAVOLO CI SONO PURE LE NOMINE AL POSTO DI CASTELLUCCI E CERCHIAI - LA DEMOLIZIONE SI DOVREBBE CHIUDERE ENTRO FINE APRILE, LA COSTRUZIONE ENTRO DICEMBRE, MA IL VERO NODO SONO LE PENALI…

1. IMPRESE, TEMPI E PENALI «MORANDI, ECCO IL CONTRATTO»

Lorenzo Salvia per il “Corriere della Sera

 

Luca e Paolo nell'imitazione di Toninelli

L'annuncio arriva dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli: «Venerdì firmiamo il contratto unico con dentro le imprese che demoliscono e le imprese che costruiscono» il ponte di Genova. «Sono convinto - aggiunge - che alla fine di quest' anno quel ponte lo rivedremo costruito». L' appuntamento di domani è confermato. Ma non tutti i dettagli sono stati definiti e a Genova le riunioni si susseguono una dopo l' altra per chiudere davvero in tempo.

 

Alcuni punti sono stati fissati. La demolizione si dovrebbe chiudere entro la fine di aprile, la costruzione entro dicembre. Tutte e due le fasi sono suddivise in lotti, una serie di tappe successive. Il vero nodo sono le penali, le «multe» che le aziende dovrebbero pagare se non dovessero rispettare i tempi.

 

Sforare di un mese comporterebbe un sanzione pari al 10% dell' importo del singolo lotto.

toninelli vespa

Ma su questo c' è ancora discussione perché le aziende che ricostruiranno non vogliono correre il rischio di pagare i ritardi di chi deve demolire. Mentre chi deve demolire considera la tempistica troppo stretta per essere rispettata. La bozza del contratto dice che la demolizione di quel che resta del ponte Morandi costerà 19 milioni di euro.

 

E che a partecipare saranno cinque imprese: Fagioli, Omini, Vernazza, Ipe progetti e Ireos. Ieri sera circolavano voci che due di queste - Fagioli e Vernazza - avrebbero manifestato l' intenzione di tirarsi fuori se non verrà dato loro più tempo. Il punto è che, nell' area del disastro, la zona ovest è ancora sotto il sequestro della magistratura. E la prima udienza del gip per valutare l' ipotesi del dissequestro è fissata per l' 8 febbraio.

 

TONINELLI SI METTE A GATTONARE NELLA TRASMISSIONE ALLA LAVAGNA

Non è detto che i sigilli vengano tolti quel giorno. E a quel punto alla scadenza di aprile per la fine della demolizione, operazione complessa e anche ardita, mancherebbero solo due mesi e mezzo.

 

Il costo della ricostruzione previsto dal contratto è invece di 202 milioni. In questo caso le aziende coinvolte, riunite nel consorzio PerGenova, sono tre: Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr. Ma anche loro hanno manifestato qualche perplessità nel timore che, nonostante la suddivisione delle responsabilità in lotti successivi, possano essere in qualche modo loro a pagare gli eventuali ritardi della demolizione.

 

il progetto di fincantieri per il ponte di genova

Da parte di tutti, e in particolare del commissario straordinario e sindaco di Genova Marco Bucci, c' è l' intenzione di chiudere entro domani. Ma non è ancora escluso che per il momento ci si limiti a firmare una copertina, in attesa di sciogliere gli ultimi nodi. I costi della demolizione e della ricostruzione, oltre che le spese per espropri e indennizzi, saranno a carico di Autostrade per l' Italia, società concessionaria del tratto autostradale dove c' era il ponte Morandi. In tutto sono 439 milioni di euro che il commissario ha chiesto nei giorni scorsi alla società. Proprio oggi si dovrebbe riunire il consiglio d' amministrazione dell' azienda che darà il via libera al pagamento.

ponte morandi genova

 

 

2. CDA ASPI VALUTA FONDI PER RICOSTRUZIONE PONTE GENOVA

(di Enrica Piovan) (ANSA) - Autostrade per l'Italia si prepara a rispondere sulla richiesta di esborso di 439 milioni per i lavori di demolizione e ricostruzione del Ponte Morandi a Genova, gli espropri e gli indennizzi. Il consiglio di amministrazione della società si riunisce domani per valutare le richieste del commissario, mentre venerdì si dovrebbe tenere il board della controllante Atlantia.

 

La lettera con la richiesta di fondi per il ponte, annunciata da Bucci lo scorso 20 dicembre, indicava ad Aspi di versare complessivi 400 milioni di euro piu Iva (tra le voci di spesa, la costruzione del nuovo viadotto dovrebbe costare circa 220 milioni, 20 sono previsti per la demolizione, altri 72 milioni per gli indennizzi agli sfollati). Ad Autostrade sono stati concessi, in base al decreto Genova, 30 giorni per rispondere. Nei giorni scorsi il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli ha annunciato via twitter la risposta di Aspi a Bucci, ma non si tratta ancora dell'ok definitivo.

CASTELLUCCI

 

 La stessa Autostrade ha infatti confermato di aver risposto alla richiesta di fondi, esprimendo però "riserve sugli importi richiesti, proponendo le modalità di erogazione degli stessi e, ricevuto un riscontro da parte del Commissario, riservandosi di portare all'approvazione del Consiglio di Amministrazione del prossimo 17 gennaio le suddette modalità".

 

castellucci modellino

La società, che a dicembre ha deciso di ricorrere contro il decreto Genova ma senza bloccare i lavori, avrebbe in corso, a quanto risulta all'Ansa, interlocuzioni con lo staff del Commissario, in un clima di collaborazione, per giungere ad una soluzione. Il Governo intanto non molla sulla revoca della concessione: "E' in un corso procedimento amministrativo - ha detto Toninelli - che penso si chiuderà con la decadenza della concessione".

 

Resta aperto per la concessionaria, ma non è confermato che venga affrontato in questi consigli, anche il tema del rinnovo dei vertici, dopo le dimissioni annunciate dell'a.d. Giovanni Castellucci (per concentrarsi su Atlantia) e del presidente Fabio Cerchiai (alla luce della nuova dimensione del gruppo dopo l'operazione Abertis).

FABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCIcastellucci e cerchiai GIOVANNI CASTELLUCCI E FABIO CERCHIAI

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?