
PRENDETE I POPCORN: MERCOLEDÌ IL TAR DECIDERÀ IL FUTURO DELL’OPERAZIONE UNICREDIT-BPM – IL TRIBUNALE DOVRÀ ESPRIMERSI SUL RICORSO PRESENTATO DALLA BANCA GUIDATA DA ORCEL CONTRO IL DECRETO GOLDEN POWER DEL GOVERNO – SE I RIGIDI PALETTI DELL’ESECUTIVO (LA LEGA CONSIDERA BPM LA “SUA” BANCA) NON SARANNO MODIFICATI, O CHIARITI, L’OPS NON POTRÀ ESSERE PORTATA A TERMINE…
Estratto dell’articolo di Paolo Paronetto per “il Sole 24 Ore”
Si apre una settimana decisiva per le sorti dell’offerta pubblica di scambio di UniCredit su Banco Bpm.
Se infatti l’operazione non si concluderà prima del 23 luglio, mercoledì 9 luglio è in calendario un appuntamento potenzialmente dirimente: la sentenza di merito del Tar del Lazio sul ricorso presentato da Piazza Gae Aulenti contro il decreto golden power del governo.
Lo stesso amministratore delegato Andrea Orcel, del resto, ha più volte rimarcato che, se le prescrizioni imposte dall’esecutivo non saranno modificate o perlomeno chiarite, l’ops non potrà essere condotta a termine.
Peraltro, secondo alcuni osservatori, UniCredit potrebbe scegliere in ogni caso, indipendentemente dal verdetto del Tar, di non ritirare l’offerta e di mandarla a scadenza anche a rischio che vada deserta (o quasi), alla luce dello sconto rispetto ai prezzi di mercato.
Questo per garantirsi mani libere in qualsiasi scenario post ops […]
Le condizioni imposte dall’esecutivo con il golden power richiedono, tra le altre cose, di «non ridurre per un periodo di cinque anni il rapporto prestiti/depositi praticato da Banco Bpm e UniCredit in Italia, con l’obiettivo di aumentare i prestiti alle famiglie e alle Pmi», di «non ridurre il livello dell’attuale portafoglio di project finance di Banco Bpm e UniCredit in Italia», di «non ridurre il peso attuale degli investimenti di Anima Holding in titoli emessi da soggetti italiani» e di «cessare tutte le attività in Russia (comprese la raccolta, l’erogazione di prestiti, il collocamento di fondi e i prestiti transfrontalieri) entro nove mesi dalla data del decreto».
Paletti di cui Piazza Gae Aulenti ha chiesto, di fronte al Tar, «l’annullamento, totale o parziale», mentre parallelamente «mantiene interazioni con le autorità competenti al fine di ottenere una revisione delle prescrizioni e maggiore chiarezza riguardo al loro scopo» […].
Nello stesso documento si rileva peraltro che «qualora il decreto golden power rimanga immodificato, e assumendo che UniCredit rinunci alla relativa condizione» e l’aggregazione con Banco Bpm venga quindi completata, «sussisterà il rischio che la poca chiarezza circa la portata e l’interpretazione delle sue prescrizioni possa condurre le autorità competenti, in sede di futuro monitoraggio, a comminare una sanzione amministrativa per la violazione non intenzionale di tali prescrizioni».
Una spada di Damocle difficile da accettare e che potrebbe portare a «un’ammenda amministrativa fino al doppio dell’importo della transazione, e comunque non inferiore all’1% del fatturato dell’ultimo esercizio sociale».
È quindi evidente che il verdetto del Tar può davvero rappresentare l’ora della verità per un’operazione che è sul mercato dal 28 aprile, pur con lo stop Consob di 30 giorni, e che è stata annunciata ormai oltre sette mesi or sono. Senza dimenticare che sull’utilizzo dei poteri speciali ha chiesto chiarimenti anche la Commissione europea, che ha rilasciato il proprio nulla osta facendo «espressamente salva qualsiasi valutazione» del decreto del governo. […]
SEDE DI BANCO BPM A PIAZZA MEDA - MILANO
I TRE FRONTI DI UNICREDIT
ANDREA ORCEL FOTO LAPRESSE