PROFUMO DI SÒLA - LA LIQUIDAZIONE DA 40 MILIONI ERA ILLEGITTIMA: A PROFUMO SPETTAVA AL MASSIMO LA METÀ. LO DICE IL PERITO DEL TRIBUNALE (E BANKITALIA)

Valeria Pacelli per "il Fatto Quotidiano"

La liquidazione di 40 milioni di euro data da Unicredit ad Alessandro Profumo nel 2010 è il doppio di quanto gli sarebbe spettato sulla base dei contratti siglati prima dell'uscita dall'istituto bancario. Stavolta ad affermarlo non è solo l'Adusbef ma un perito incaricato dalla Procura di Roma. E poiché si parla di una nuova uscita del manager, stavolta dal Monte dei Paschi di Siena - banca che è stata finanziata con miliardi dei contribuenti - è il caso di leggere attentamente la sua relazione ai pm.

Il fascicolo, di cui erano titolari i pm Nello Rossi e Michele Nardi, è stato aperto a gennaio del 2012 dopo la denuncia di Elio Lannutti , presidente dell'Adusbef, che chiedeva di accertare se la buonuscita erogata da Unicredit a Profumo configurasse una truffa. La conclusione del perito sul punto è favorevole a Profumo: non c'è reato e quindi, coerentemente, i pm hanno chiesto l'archiviazione.

Tuttavia, sottolinea il professor Stefano Loconte che ha effettuato la perizia, quella maxi-liquidazione rappresenta un "depauperamento patrimoniale". Ecco la frase conclusiva del suo lavoro: "il depauperamento patrimoniale in danno della società e degli azionisti riscontrato nella corresponsione a Profumo di un incentivo all'esodo non congruo, perché eccessivamente elevato, pur non integrando alcun reato potrebbe, rilevare un illecito di natura civilistica". In sostanza all'ex amministratore delegato furono concessi i premi per risultati che non aveva raggiunto nel periodo 2007-2010.

Così in 30 pagine, il professore Loconte, ripercorre le scelte fatte da Unicredit, riportando anche un carteggio inedito tra la Banca d'Italia - che contesta "il paracadute d'oro" concesso a Profumo - e il gruppo bancario. Il consulente parte dall'addio del manager alla banca.

È il 21 settembre 2010. L'ex presidente Unicredit, Dieter Rampl, informa il cda di una serie di problemi legati al rapporto tra Profumo e il consiglio soprattutto riguardo al "caso Libia" (ossia quando i libici divennero azionisti di Unicredit e il collegio fu informato solo un giorno prima dell'annuncio dato da Consob). In questo modo era venuto "meno il rapporto di fiducia tra l'intero consiglio e l'ad".

Profumo quindi se ne va e il rapporto si risolve in maniera consensuale. Rampl comunica al Cda che la liquidazione sarà di 40 milioni, di cui 2 vanno in beneficenza. Una somma alta che però si giustificherebbe, secondo Rampl, anche con il raggiungimento degli obiettivi di bilancio (per 12,7 milioni in tutto, di cui circa 3,3 milioni di retribuzione base, 4,4 milioni di incentivo a breve e circa 5 milioni di incentivo a lungo termine).

Il cda, con il solo voto contrario di Lucrezia Reichlin, approva. Ma il perito della Procura ora dimostra che non è vero che quei soldi gli spettassero.

Partiamo dalle perplessità di Banca d'Italia. Il giorno dopo le dimissioni di Profumo, palazzo Koch chiede a Unicredit i criteri per la liquidazione. La risposta arriva il 5 ottobre: "I criteri hanno tenuto conto dei diritti acquisiti e delle clausole contenute nel contratto di impiego del maggio 2000". Non solo: l'importo finale teneva conto anche della "crescita in termini di capitalizzazione di mercato passata negli ultimi 15 anni da un miliardo e mezzo di euro a circa 37 miliardi".

Il 7 dicembre Bankitalia risponde: "Una posizione di decisa contrarietà ai ‘paracaduti dorati' è contenuta anche nella politica retributiva del gruppo Unicredit approvata nell'aprile del 2010". Anche sulle motivazioni del compenso la banca centrale ha dei dubbi: "Il riferimento alle performance è generico", non si tiene conto "dell'esposizione ai rischi" dell'azienda e "il riconoscimento di un'indennità pari a 3 annualità non risulta allineato alle indicazioni della commissione europea".

Unicredit chiude il caso il 20 gennaio 2011 con una risposta vaga: quei 40 milioni, dice, tengono conto degli "effetti per la banca" e del "bilanciamento degli interessi delle parti". E poi comunque era inferiore all'indennità di preavviso di 36 mensilità. Tradotto: meglio pagare ed evitare un contenzioso.

E qui arriva il perito Loconte, il quale esaminati l'andamento dei titoli (da 7,66 euro del 2007 a 2,26 nel 2010), l'entità delle sofferenze (raddoppiate nello stesso periodo nonostante una contrazione dei prestiti) e altri pessimi indicatori di bilancio, rileva che la stessa Unicredit non aveva "corrisposto bonus e altri incentivi" visto che "Profumo non ha raggiunto gli obiettivi prefissati per gli anni 2007-2010".

Applicando il contratto, insomma, l'ex ad di Unicredit avrebbe avuto al massimo diritto a 20 milioni di buonauscita. Perché il cda della banca abbia deciso di regalargliene altri venti, resta un mistero.

 

 

ALESSANDRO PROFUMO ALESSANDRO PROFUMOALESSANDRO PROFUMO rampl geronzi profumo ucd21 geronzi profumo dieter ramplELIO LANNUTTIBANCA ITALIAlucrezia reichlin

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...