RCS COME MPS: NEL 2007 BOTIN HA RIFILATO UN MEGA-PACCO, CEDENDO IL GRUPPO “RECOLETOS” PER LA CIFRA FOLLE DI 1 MLD € - COLAO, CONTRARIO ALL’ACQUISTO, FU CACCIATO E ALL’ARRIVO DEL MONTEZEMOLINO PERRICONE L’AFFARE FU CHIUSO - GLI ADVISOR MEDIOBANCA E BRAGGIOTTI PRESERO 4 MLN PER IL DISTURBO, PERRICONE 3 DI BUONUSCITA - PERCHÉ I SINDACATI NON HANNO REAGITO CON PIÙ VEEMENZA AL PIANO LACRIME E SANGUE? PERCHÉ NEL PIANO NON SI PARLA DELLA LIBRI, DELLE RADIO, DI DADA E NON SI TROVA UNA SOLUZIONE FINALE PER LA SPAGNA?....

1. DIECI DOMANDE AI SOCI RCS
di Andrea Montanari per MF/Milano Finanza

La partita Rcs Mediagroup è ancora tutta da giocare: si definirà nei primi dieci giorni di marzo per quanto riguarda la struttura patrimoniale (aumento e riscadenzamento del debito), ed entro maggio per quel che riguarda la parte editoriale, in particolare il futuro del Corriere della Sera. In vista di queste scadenze vale la pena porsi degli interrogativi, utili anche per i soci e i manager.

1) Perché la ricapitalizzazione sarà di soli 400 milioni, soglia che basta giusto a coprire il rosso 2012 (380,5 milioni a settembre)?

2) Perché i soci del patto (58,3%) non hanno acconsentito a dare l'ok a un rafforzamento da 6-700 milioni, come invece prospettava chi è esterno al sindacato di blocco come Rotelli e Della Valle?

3) Perché l'azionista Fiat (10,5%,) invece di aderire cash all'aumento ha provato a conferire asset (La Stampa, Publikompass e il centro stampa) per non indebolirsi nel patto?

4) Perché solo ora si è capito che per coprire il buco occorre vendere via Solferino quando da almeno due anni è sostenuto da tutti i principali broker?

5) Perché vendere ora, con un mercato immobiliare in crisi?

6) Perché il vicesindaco di Milano, Ada Lucia De Cesaris, non autorizza il cambio di destinazione d'uso per l'immobile di via Solferino, assai più appetibile del palazzo di via S. Marco?

7) Perché il banchiere Giovanni Bazoli (Intesa) ha sconfessato subito il piano dell'ad Pietro Scott Jovane, voluto da Mediobanca e Fiat, dicendosi contrario all'alienazione di via Solferino?

8) Perché i giornalisti del CorSera sono ostili all'abbandono della storica redazione, pur sapendo che la vendita è pressoché inevitabile per sanare i conti del gruppo?

9) Perché i sindacati non hanno reagito con più veemenza al piano lacrime e sangue presentato dall'azienda?

10) Perché nel piano non si parla della Libri, delle radio, di Dada e non si trova una soluzione finale per la Spagna?

2. RCS COME MPS: OGNUNO HA LA SUA ANTONVENETA - NEL 2007 BOTIN HA RIFILATO UN MEGA-SILURO "RECOLETOS"
Giorgio Meletti per il "Fatto quotidiano
"

È proprio vero: Rcs fa rima con Mps. La banca senese si è fatta del male con un'acquisizione un po' sventata? Anche la società editrice del Corriere della Sera. Ha fatto l'acquisto suicida nel 2007, un attimo prima della crisi finanziaria epocale? Anche la Rcs. Ha regalato un sacco di soldi al banchiere spagnolo Emilio Botìn? Anche i lungimiranti strateghi di via Solferino.

Ci doveva essere nell'aria, in quell'indimenticabile 2007, una voglia di Spagna, una fragranza di affari sconsiderati che inebriò il presidente di Montepaschi, Giuseppe Mussari, pronto a buttare miliardi di euro sul tavolo, come fossero noccioline e soprattutto come fossero suoi. Ma Mussari ha solo seguito il solco tracciato dal pioniere dello shopping spagnolo: Antonello Perricone da Palermo, amico di sempre di Luca Cordero di Montezemolo, che, da presidente della Fiat, lo impose alla guida della Rcs, storico protettorato di casa Agnelli.

Guardate i tempi. Mps si svena a novembre del 2007 comprando per 10 miliardi Antonveneta dal Banco Santander di Botìn, che l'aveva appena pagata 6 miliardi. Ma solo sei mesi prima Rcs si era rovinata comprando a Madrid il gruppo editoriale Recoletos a un prezzo inverosimile: tanto che adesso, dopo sei anni, proprio di quella operazione sono chiamati a pagare il conto i lavoratori italiani e spagnoli di Rcs.

Ottocento esuberi, chiusura di dieci periodici, ridimensionamento severo del Corriere della Sera (un terzo dei giornalisti a casa). Tutto questo disastro perché sei anni fa l'uomo di Montezemolo, in pieno accordo con il primo azionista di Rcs, Mediobanca, ha indebitato la società di un miliardo di euro per lo shopping spagnolo. Adesso i lungimiranti azionisti non hanno i soldi per ricapitalizzare, cioè per tappare il buco che hanno fatto.

E naturalmente, siccome c'è in ballo il controllo del Corriere, piuttosto che dare l'azienda a chi ha i capitali per rimetterla a posto preferiscono smembrarla, ridimensionarla, impoverirla. Basta che i soliti noti continuino a comandare. Mediobanca, grazie alla sua pesante influenza sui più diffusi media nazionali, è sempre riuscita a tenere in stato di semi-segretezza la vicenda Recoletos. Che invece è molto divertente da raccontare.

E cominciamo da un signore spagnolo, Jaime Castellanos, capo della filiale spagnola della Lazard, una delle più importanti banche d'affari del mondo. È cognato di Botin, perché hanno sposato le due sorelle Patricia e Paloma O'Shea. Ma Castellanos era da sempre anche presidente del gruppo Recoletos, che pubblicava tra l'altro il quotidiano sportivo Marca e il quotidiano economico-finanziario Expansion.

Recoletos apparteneva agli inglesi di Pearson, editrice del Financial Times, e possedeva anche una quota di El Mundo, quotidiano controllato dalla Rcs. Nel 2003 l'azienda milanese decide che non gli basta il 52 per cento di El Mundo, e compra da Castellanos un altro 30 per cento, pagandoglielo 80 milioni di euro, 2,5 volte quello che lui l'aveva appena pagato. Advisor del venditore è la Lazard Italia, guidata da Gerardo Braggiotti.

NEL 2005 Acquista la Recoletos da Pearson con un'operazione di management buyout: i manager e i giornalisti si comprano la loro azienda, con una banca che dà loro fiducia e li finanzia.

La banca è il Banesto, presieduta da Ana Botin, nipote acquisita di Castellanos. Pearson incassa 941 milioni di euro. Appena comprata, la Recoletos viene rimessa in vendita. All'inizio del 2006 il dossier finisce sul tavolo dell'ad Rcs Vittorio Colao. che lo respinge al mittente dicendo che sono soldi buttati. Pochi mesi dopo Colao è licenziato, arriva Perricone e ai primi del 2007 chiude rapidamente l'affare. Riecco Braggiotti: se nel 2003 era advisor dell'amico e collega Castellanos, stavolta è advisor, con la sua nuova Banca Leonardo, di Rcs.

In realtà, spiegherà Perricone durante un'assemblea degli azionisti, il vero advisor è stato Mediobanca , che ha preso 4 milioni per il disturbo (come nella vendita di La7 di questi giorni, Mediobanca ha l'abitudine di farsi pagare parcelle di consulenza dalle società quotate di cui è azionista dominante).

Braggiotti si è preso sì 4 milioni anche lui, ma solo perché "si propose in qualità di advisor ... essendo a conoscenza diretta dell'intenzione degli azionisti di Recoletos di cedere la società". Il capitalismo italiano funziona così: Rcs è da anni in rapporti di affari con Recoletos, ma per sapere che è in vendita deve dare 4 milioni a Braggiotti, ex ragazzo prodigio di Mediobanca.

Risultati dell'affare Recoletos: Rcs paga 1,1 miliardi per una società con patrimonio netto di 35 milioni, e passa di colpo dall'avere una cassa positiva a debiti per un miliardo. Per giustificare i debiti deve attribuire a Recoletos un fantasioso valore di avviamento di un miliardo.

L'avviamento è il valore intangibile delle prospettive di guadagno futuro: in questo caso talmente intangibile che per due volte negli ultimi mesi è stato svalutato: prima per 319 milioni nel 2011, poi per 261 nel 2012. Sono 580 milioni buttati al vento, ed è ancora una stima ottimistica. In ogni caso Perricone è stato alla fine cacciato con 3 milioni di buonuscita dopo cinque anni di lavoro. È diventato presidente di Ntv, la società di Italo, il treno di Montezemolo. In realtà chi ci mette i capitali veri è Intesa Sanpaolo, uno dei maggiori azionisti di Rcs. Vuol dire che sono rimasti contenti.

 

Luca Cordero Di Montezemolo Emilio Botin GIUSEPPE ROTELLI Diego della valleJOHN ELKANN ALLA ALLEN CONFERENCE jpegSEDE CORRIERE DELLA SERA Giovanni Bazoli SCOTT JOVANEcm32 antonello perricone montezemoloJAIME CASTELLANOS gerardo braggiotti e moglie ANA PATRICIA BOTIN ENRICO CUCCHIANI

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…