RCS? NO GRAZIE! - COLAO (VODAFONE), BARAVALLE (LAVAZZA) E DE CONTO (MCKINSEY) HANNO RIFIUTATO LA POLTRONA DI PERRICONE: NESSUNO VUOLE FARE L’AD DI UN GRUPPO INDEBITATO FINO AL COLLO E CON POCHI MARGINI DI CRESCITA, CON IL CUORE TRA SPAGNA E ITALIA, DUE PAESI CHE AVRANNO UN 2012 HORROR - LA BORSA SCOMMETTE CHE L’USCITA DELLO SCARPARO INNESCHERÀ UNA CORSA SUI TITOLI FUORI DAL PATTO DI SINDACATO. MA IL TERMINE SCADE DOMANI, E LA POLTRONA DI MINORANZA È GIÀ IN MANO A ROTELLI…

1- RCS, LA POLTRONA CHE SCOTTA
Giovanna Predoni per www.lettera43.it

Sembra che per i soci della casa editrice Rcs trovare un amministratore delegato sia impresa assai in salita.

Dopo il patto di sindacato che all'inizio di aprile ha ridisegnato gli assetti della governance (un consiglio d'amministrazione più snello e l'ingresso di molti indipendenti) è partita la caccia al sostituto di Antonello Perricone, che ha lottato fino all'ultimo per la riconferma come amministratore delegato dopo aver vanamente puntato in un primo momento alla presidenza, dove invece è previsto vada a sedersi il bocconiano Angelo Provasoli.

UNA VALANGA DI NO GRAZIE.
Dopo alcuni sondaggi andati a vuoto - quello di un ex, Vittorio Colao, il nome più illustre - per trovare il nuovo amministratore delegato i soci del patto si sono rivolti a Spencer Stuart, premiata società di cacciatori di teste. Ma il rifiuto di Colao, che ha ballato in Rcs per una breve traumatica stagione, non è stato il solo.

Secondo quanto risulta a Lettera43.it anche Antonio Baravalle, il manager torinese che dopo essere stato in Fiat ed Einaudi ora è capoazienda in Lavazza, ha risposto di preferire il caffè ai giornali.

Un altro dirigente interpellato è stato Claudio De Conto, ex Pirelli oggi consulente McKinsey, il quale però ha una notoria idiosincrasia per le società quotate. Il suo nome era stato fatto di recente anche come candidato delle banche alla direzione della disastrata Fondiaria-Sai, offerta però rifiutata.

NEL 2011 PERDITE DI 322 MLN DI EURO.
La speranza è che gli head hunter tirino fuori dal cilindro la soluzione: si cerca qualcuno di provata esperienza che sappia destreggiarsi tra le insidie di un azionariato numeroso e diviso. Ma serve soprattutto un nome disponibile ad affrontare la non facile eredità di un bilancio difficile.

Nel 2011, costretto anche da massicce svalutazioni, il gruppo Rizzoli-Corriere della Sera ha registrato una perdita di 322 milioni di euro a fronte dei 7,2 di utile del 2010.

MENO DI UN MESE PER UN NOME.
Rcs è un'azienda fortemente indebitata e con prospettive di crescita che risentono pesantemente della crisi del settore. Come se non bastasse ha una parte consistente dei suoi attivi in Spagna (Unidad Editorial), ovvero nel Paese di Eurolandia che più di tutti soffre i morsi della recessione.

La ricerca della persona giusta per tentare il risanamento è una lotta contro il tempo, visto che manca meno di un mese all'assemblea per votare la lista del nuovo consiglio che deve comprendere l'amministratore delegato.

LO SCONTRO TRA I SOCI DEL PATTO
Intanto emergono ghiotti particolari sulla riunione-maratona del patto di sindacato iniziata martedì 2 aprile e terminata con una lunga e travagliata appendice il giorno successivo. Ci sono state ore di estenuanti discussioni e di pesantissima polemica tra i suoi membri.

Gran protagonista Diego Della Valle, l'imprenditore marchigiano che fin dall'estate 2011 non aveva nascosto l'intenzione di aumentare il proprio peso nella casa editrice. Per questo aveva chiesto formale liberatoria al presidente del patto, Giampiero Pesenti - chi ne fa parte non è libero di comprare azioni non vincolate all'accordo - ricevendo un secco rifiuto.

L'ATTACCO DI DIEGO DELLA VALLE.
Quando Della Valle si è presentato dunque all'incontro del 2 aprile era già sul piede di guerra. Un'irritazione, la sua, che è cresciuta quando si è accorto di essere di fronte al fatto compiuto, ovvero alla riforma della governance che Mediobanca e Fiat, i due principali attori del patto, avevano concordato anzitempo.

Dopo aver pesantemente criticato il loro progetto di ridurre drasticamente la presenza degli azionisti nel consiglio, il patron di Tod's si è scagliato contro John Elkann, apostrofandolo con un: «Quando parli di auto lo fai con Marchionne, ma se parli di editoria lo devi fare con me».

Poi, in risposta a un intervento di Renato Pagliaro, presidente di Mediobanca, non è stato meno tenero: «Ma di cosa stai parlando tu che in vita tua non hai mai messo piede in un'azienda?».

LA BORSA SCOMMETTE SU NUOVI ASSETTI.
Insomma, un Della Valle furioso, la cui rabbia è montata alle stelle quando s'è accorto che Giovanni Bazoli, presidente di Intesa, ma soprattutto padre putativo del Corriere della Sera che nel 1981 traghettò fuori dal disastro del Banco Ambrosiano, appoggiava sostanzialmente l'asse tra Torino e piazzetta Cuccia.

Di qui la sua richiesta di uscire dal patto che lo avrebbe vincolato fino al 2014, per poter così recuperare piena libertà di movimento.

«Sull'investimento in Rcs sto perdendo 120 milioni di euro», si è sfogato Della Valle con un amico, «e questi volevano estromettermi dal consiglio d'amministrazione. È tutta gente abituata a comandare con i soldi degli altri e che non si è ancora minimamente accorta che il mondo è cambiato e il loro tempo finito».

Una sparata che all'indomani, giovedì 5 aprile, in Borsa ha fatto schizzare di oltre il 20% il titolo della casa editrice.

Il mercato intravede nella rottura tra i soci il profilarsi di nuovi assetti e non esclude l'ipotesi di una scalata. Per questo il fiuto degli uomini di Borsa è sicuro che Rcs non possa essere immune da altre turbolenze.


2- RCS IN BORSA EFFETTO DELLA VALLE SALE DEL 20% DOPO LO SCONTRO NEL PATTO

Dall'articolo di Andrea Greco per "la Repubblica"
[...] L´altra lettura della performance borsistica, invece, è legata all´addio dall´imprenditore marchigiano di Tod´s: «La battaglia continua - ha detto mercoledì in un´intervista a Repubblica - e con le mani libere. Prima ero vincolato ad accettare anche decisioni che non condividevo, ora vado avanti: da persona che dove va compra, continuerò la mia strada».

Tuttavia quegli osservatori di cose borsistiche o editoriali che sospettano un raid di Della Valle a presentare una lista di minoranza per il board, resteranno delusi. Scade domani, infatti, il termine per depositare le liste per far votare in assemblea il 2 maggio un consigliere di minoranza e il presidente del collegio sindacale. Ma l´imprenditore della moda, anche se si è detto intenzionato ad arrotondare il suo 5,6%, non pare in procinto di presentare una propria lista che possa battere quella di Giuseppe Rotelli.

L´imprenditore delle cliniche, detentore fuori patto dell´11,4% del capitale, è già consigliere di minoranza e potrebbe esserlo ancora, dato che si accinge a presentare una propria lista. Anche le ipotesi di "scalata", paventate da qualche operatore, potrebbero scontrarsi con la realtà dei numeri: il flottante reale del titolo è ridotto a circa il 12%, poiché oltre al 58,1% del patto (che ha un altro 2% fuori patto) c´è un 5,1% a testa dei Benetton e dei Toti, e altri pacchetti assegnati. Ieri è passato di mano lo 0,4%. [...]

 

 

0rep vittorio colaoAntonello Perricone JOHN ELKANN PIERGAETANO MARCHETTI RENATO PAGLIARO CLAUDIO DE CONTOGIUSEPPE ROTELLI ANTONIO BARAVALLEGiampiero Pesenti

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…